martedì 21 novembre 2017

Tigri del mondo piccolo

by Robo

Tigri del mondo piccolo

C'è un mondo piccolo che svolge le sua dinamiche parallelamente al nostro.
Se volessimo vederlo basterebbe andare in un giardino o una cantina. Tuttavia la minutezza dei protagonisti, i limiti dei nostri sensi, la disattenzione e l'ignoranza non ci consentono di assistere facilmente ai suoi accadimenti.
Il mondo piccolo è quello degli artropodi: ragni, scorpioni, insetti, mille e centopiedi.

Siccome degli zannuti e dei cento (si fa per dire) gambe mi sono già occupato qui, li lascerò da parte ma sappiate che sarebbero i più degni di essere incoronati predatori alfa in miniatura.
Mi occuperò invece degli insetti, gli esapodi che hanno conquistato il mondo.

Per essere sinceri ci sono differenze di scala rilevanti anche nel mondo piccolo: un minuscolo collembolo non teme certo uno scorpione che probabilmente lo ignorerà ma potrebbe dover azionare la sua portentosa leva ventrale per saltare lontano da uno pseudo-scorpione (prendete l'aracnide l'originale, rimpicciolitelo più di 10 volte e toglietegli l'aculeo posteriore ed avrete il predatore mignon).

Noi non ci baderemo e parleremo delle tigri che con un po' di attenzione potremmo scorgere in azione, così come non c'interesseremo dei rapporti con il mondo grande che uccelli, toporagni e lucertole pascolano nel mondo piccolo (e, molto più di rado vengono "pascolati").
Cominciamo.

Assassin flies 

Di solito le mosche rompono O succhiano il nostro sangue (es. i tafani) mentre le zanzare ed i pappataci rompono E succhiano il nostro sangue, con eccezioni come la "mustruosa" Tipula o zanzarone degli orti che si abbevera della linfa dei vegetali.
Parliamo dei ditteri, insetti molto presenti nella nostra vita, diciamo pure più presenti di quanto vorremmo. Importanti anche dal punto di vista sanitario perché vettori di patologie per uomo ed animali, per esempio la filariosi canina, la malaria, la leishmaniosi, etc.
Non tutti i ditteri peró sono parassiti delle nostre gonadi, ne esiste un gruppo, poco conosciuto al pubblico i cui membri sono cacciatori attivi: gli asilidi o assassin flies. A noi parrebbero grossi mosconi, anche se hanno fogge diverse; alcuni sono massicci, altri meno a seconda degli insetti che predano. Gli asilidi tendono agguati.
Appostati nella vegetazione, quando colgono, con la loro ottima vista, una vittima potenziale la assalgono e ne perforano l'esoscheletro con il loro apparato boccale modificato a mo' di corta fiocina. L'assalto può avvenire anche in volo e le vittime possono essere mosche ma anche grosse cavallette, altri asilidi o, per alcune specie anche ragni e temibili imenotteri (api e vespe muniti di pungiglione).


Gli asilidi iniettano prima una saliva neurotossica poi succhiano i fluidi della preda lasciando un involucro morto. I mammiferi non interessano loro ma per difesa possono rivolgere il rostro anche verso di essi, e non è piacevole.



Tutte le specie hanno una struttura costituita da setole rigide sul capo chiamata mystax. La presumibile funzione è di difesa nei confronti della preda che si contorce durante l'attacco e la radice della parola è la stessa di mustacchio.



Assassin bugs 

Sempre di "assassin" stiamo parlando, questa volta ci riferiamo ai reduvidae che sono emitteri. Gli emitteri sono i succhiatori per antonomasia tra gli insetti, loro succhiano tutti e tutti loro succhiano qualcosa (vorrei della hemipter women nel mio mondo mammifero... scusate la divagazione).  Parliamo in realtà di insetti ben conosciuti e che suscitano di solito un certo ribrezzo pur essendo per noi sostanzialmente innocui, perlomeno le specie delle nostre latitudini.
Con il nome emitteri ci riferiamo alle cimici, alle cicale, agli afidi, ma anche alle cimici dei letti.  I reduvidae invece sono cacciatori, anche se una minoranza succhia il sangue dei mammiferi e trasmette malattie.
Possono avere corpi tozzi o esili ed allungati ma la testa è sempre, più o meno quella, allungata con un rostro ripiegato in basso ed all'indietro il quale disteso in avanti è l'arma di offesa e il sistema per nutrirsi dei malcapitati.
Si può dire che dal punto di vista evolutivo questo carattere è così vincente che non muta molto mentre tutto quello che c'è dietro lo fa.
I reduvidae, in fondo, sono stiletti che si fanno portare in giro da un insetto.


La loro saliva è ovviamente enzimatica e tossica e pre-digerisce la preda il cui brodetto verrà poi aspirato come noi faremmo con una cannuccia. Sono predatori terrestri e più specializzati delle assassin flies con gruppi che cacciano formiche ed altri millepiedi (e questi certamente non sono prede facili visto che sono dotate di armi chimiche).

Meglio lasciarli in pace perché si difendono e le specie grosse forniscono stilettate doloranti e rilevanti dal punto di vista medico. La minoranza ematofoga è causa del morbo di Chagas e i suoi appartenenti sono spesso chiamati kissing bug per la loro preferenza per i tessuti molli di labbra e occhi.


Tiger beetles 

Le tiger beetles ci sono anche da noi. Sono coleotteri, l'ordine di insetti con il maggior numero di specie. Per fare qualche esempio conosciuto sono coleotteri le coccinelle, i maggiolini, gli scarabei, la temibile (per le patate) dorifora, etc.

Le tiger beetles sono le cicindele, aggressivi cacciatori attivi che non succhiano ma mordono e mordono forte, le loro spesse mandibole sminuzzano le prede, le fanno letteralmente a pezzi.

Le cicindele sono considerate gli insetti più veloci in rapporto alle loro dimensioni, si spostano a 9 km/h (come se noi corressimo a 194 km/h).
In questo raggruppamento di insetti trova posto un membro con un nome molto evocativo per giocatori di ruolo, la manticora.
Una tiger beetle dall'aspetto particolarmente poco rassicurante:



Dragonflies 

Le libellule, antichi predatori dell'aria, con ascendenti del periodo carbonifero dotati di un'apertura alare di 75 cm. Provate a pensarci: insetti giganti volanti sostenuti da una percentuale di ossigeno atmosferico molto maggiore dell'odierna.
Per fortuna le libellule hanno un volo relativamente silenzioso ma una Meganeura che si fermava a mezz'aria deve essere stata uno spettacolo, purtroppo visto solo da grossi anfibi estinti.

Uccidono mosche, zanzare e formiche alate catturate in volo, grazie al loro forte apparato masticatore che nelle forme lavali assume una forma peculiare, potendosi estroflettere:


Sono eccellenti cacciatori: si calcola vada a segno il 95% degli attacchi, una percentuale fantascientifica in natura. Tale percentuale di successi, dice chi ne sa, non è giustificabile da una semplice strategia di avvicinamento che cercasse di mantenere un angolo di approccio costante con la preda. Ciò a causa del fatto che i ditteri, di cui le libellule si nutrono, non hanno traiettorie di volo balistiche ma fanno frequenti inversioni di direzione e scatti improvvisi nell'aria e, per avere il tasso di successo rilevato, il cervellino della libellula deve disporre di una sorta di algoritmo predittivo delle variazioni di traiettoria delle prede (dicono di averlo rilevato dai movimenti del capo delle libellule che non segue ma si muove quasi in sincrono con la preda).
Inoltre questi insetti hanno una vista eccezionalmente acuta.



Mantis 

Le mantidi sono affini alle blatte! I corpi allungati di queste eleganti cacciatrici non farebbero pensare ad una simile parentela eppure è così. Mantodea, a dispetto del proprio aspetto ha antenati in comune con termiti e scarafaggi, poi il caso e la pressione selettiva delle differenti nicchie ecologiche occupate hanno portato questi animali ad assumere forme distanti ed antitetiche. Il segno distintivo delle mantidi è la prima coppia di arti, ripiegati a riposo ma pronti a scattare in avanti per ghermire la preda; esistono infatti moltissime specie di mantidi, grandi, piccole, dotate di capacità di mimetismo o colorate e ben visibili ma tutte quante non prescindono  dai loro peculiari arti raptatori. La maggioranza sono cacciatrici da agguato ma alcune specie si spostano al suolo in attiva ricerca delle prede.

 Per quanto riguarda l'abitudine di divorare il maschio dopo l'accoppiamento ci sono 2 ipotesi tutt'ora in conflitto: una asserisce che la femmina, pasteggiando col maschio a partire dalla testa, eliminerebbe l'effetto modulatorio dei centri superiori nei confronti dell'accoppiamento, garantendosi una copula più lunga ed efficace (quando si dice scopare alla morte!); l'altra ipotesi vede nel pasto del coniuge un modo per assicurarsi una sicura e pronta fonte proteica per lo sviluppo delle uova.  Qui da noi è presente la bellissima mantide religiosa che può trovarsi talora anche nei giardini cittadini poiché, essendo in grado di volare, supera facilmente gli ostacoli.
Verde o bruna a seconda del substrato preferenziale dal quale pone i suoi agguati è probabilmente il predatore più grande e temibile della microfauna italiana, anzi no! Per la verità è il numero due.

Al primo posto si situa una sorta di cavalletta, la Saga pedo.

Il nome sembra quello di una pietanza latina ma indica il più grande insetto d'Europa. Saga pedo è un ortottero, parente di locuste e grilli, più vicina filogeneticamente a questi ultimi nonostante noi la definiremmo una grossa cavalletta. Ma a differenza dei suoi parenti stretti, tipicamente fitofagi, lei è carnivora, usa gli arti anteriori, irti di piccoli aculei per afferrare le prede, spesso suoi simili, e portarle alla bocca.

É tra gli insetti l'unico a poter predare la mantide religiosa stessa.


Vespidae

Le vespe sono terribili predatori del mondo piccolo. Ci sono numerose specie di piccole vespe solitarie che, non viste se non dagli occhi di qualche documentarista, pungono larve di insetto o ragni paralizzandoli e disponendoli a mo di pietanza per le proprie larve; queste ultime, una volte uscite dall'uovo si trovano apparecchiato cibo fresco che divorano da vivo.
Anche le vespe colorate e coloniali che possiamo incrociare nei parchi o giardini uccidono insetti col loro pungiglione ed anch'esse non per nutrirsi ma per fornire cibo alle proprie larve chiuse nei favi che sono prettamente carnivore. Non é risaputo ma le vespe adulte si nutrono di sostanze zuccherine e non possono assumere cibi solidi; la differenza con le api sta tutta a livello larvale, nelle api infatti il "vegetarianesimo" é una costante della vita, per le vespe una conquista della maturità ;-)
Per inciso anche le vespe fanno il miele ma non é quella meraviglia dolciastra, predigerita dalle api per la loro prole, che siamo abituati a consumare, bensì un mischione finemente masticato da potenti mascelle ed in cui si ritrovano pezzi di insetti, dei nostri avanzi, rifiuti et similia. I colori vivaci sui toni del giallo, nero e talora rosso o arancio, sono tonalità che individuano, universalmente, nel mondo animale un segnale di pericolo, chimico solitamente, ed i vespidi non mancano di esibirli, capo compreso, ma la cosa a mio parere più sorprendente in un mondo dominato da feromoni é che alcune specie hanno sviluppato un riconoscimento visivo. Parimenti a noi, i diversi membri della colonia, si riconoscono dai loro connotati: uno scudo cefalico di foggia leggerissimamente diversa, il colore giallo dello stesso appena più o meno esteso, sono variazioni che individua una precisa identità nel gruppo. Ció che é sorprendente é che, a queste specie avvezze alla valutazione visiva dei congeneri, alcuni ricercatori sono riusciti a far memorizzare immagini bidimensionali tra cui volti umani, che venivano riconosciuti e distinti, gli uni dagli altri, anche se posti di 3/4. A me sembra una cosa spaventosa, forse sopravvalutiamo alcuni meccanismi che riteniamo legati all'intelligenza o...sottovalutiamo le vespe.

Il calabrone (Vespa crabro) é la vespa al quadrato, la vespa per antonomasia. Le femmine sono grosse ed aggressive, gialle sull'addome e rossicce sul torace. Il livello di incazzosità è agli antipodi di quello delle api (quando bottinano solitarie) e siccome, come in tutti gli imenotteri dal vitino sottile, il loro pungiglione é retrattile, possono usarlo più volte iniettando più veleno possibile. L'ape se ti punge muore, il calabrone se ti punge...ti ripunge. Il calabrone é un predatore di tanti insetti ma gli piacciono le sue parenti api, le preda e le uccide; a me viene un paragone che un biologo riterrebbe discutibile ma che mi pare rendere l'idea e cioé che é come se un grosso orso grizzly tendesse agguati a dei panda.



Ultimamente si parla dell'introduzione in Francia di una specie asiatica che si chiama Vespa velutina:


Costei é un efficace predatrice delle api nostrane, le quali non hanno contromisure efficaci nei confronti di questo predatore (a differenza di quelle asiatiche, da sempre abituate a confrontarsi la vespa velutina).

Poi c'é la vespa al cubo: la mandarina!


É un'altra versione asiatica del nostrano calabrone, ma ancora più grossa. Dicono predi gli alveari di api asiatiche, non propriamente una passeggiata, introducendosi nella struttura stessa e, a causa della sua cuticola particolarmente spessa, i pungiglioni di queste ultime non riescano a fermarla. Allora gruppi di individui, a sprezzo del pericolo di finire tra le sue mandibole o incocciarne l'aculeo di 6 mm(!) si stringono tutte attorno ad essa e iniziano ad attuare la muscolatura alare al massimo possibile. Questa operazione svolta in gruppo e con una intensità inconsueta produce una quantità di calore sufficiente a "bollire" la mandarina che schiatta per colpo di calore.
A volte la tigre perde.




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1 commento:

  1. Post lasciato nel cassetto per 2 anni! Per fortuna che te ne sei ricordato ora nella tua fase "Badass Animals" :D! Piaciuto molto.

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