martedì 13 ottobre 2015

L'incontro (e qualche pensiero sparso)

1985-2015
Trenta anni dopo
Dopo la cena di classe della Sezione D 

di Roberto

L'incontro (e qualche pensiero sparso)


Arrivo. Sono partito a piedi qualche minuto prima delle 19, da piazzale della Libertà. Peró ho camminato rapido, così rapido che sono in anticipo. Ho pensato prima di partire: ma come mi vesto? Un casual voluto per non dare troppo peso psicologico all'avvenimento? Ma ormai ho tirato fuori i vestiti per andare al lavoro domani e mi metto quelli, l'età mi ha portato ergonomia, anche se i pantaloni bianchi sono un po' demodé, li avró solo io.
Dunque arrivo al luogo dell'aperitivo. Per primo. Poi, uno dopo l'altro, pezzi più o meno recenti del passato saltano fuori, improvvisamente, come evocati dalla mia attesa: Gianluca Ramilli con Il diario dell''84-'85 perfettamente conservato, poi il Cecca, Fabio Cimattone, la prima delle ragazze, l'Ariella, Stefano Capitani, poi anche la Barbara Garavini.
Cecca a parte tutti più o meno visti, incontrati almeno una volta, frequentati, in questi 30 anni post-liceo.

I primi totalmente "vergini" giungono poco dopo: Gianluca Lami e Davide Savorani.
Il primo lo riconosco subito, per Davide, invece, ho un sussulto: i capelli! Non ci sono più i mitici capelli crespi... un attimo di sbandamento poi la voce ed il modo di fare mi riportano il Savorani della memoria.
La cosa strana di tutto questo è che se chiudi gli occhi ed ascolti le loro voci senti quelle dei ragazzi di 30 anni fa, poi li riapri e vedi un Ramilli imbiancato, altri un po' "allargati", altri ancora che hanno perso definitivamente la tenzone tricologica e Ariella e Barbara che sono delle belle signore eleganti. Signore. La barbara Garavini ha anche un aplomb, una tranquillità evidente che è forse una conquista della maturità e della professione che svolge.
Chi manca? Giovanni...Oddio, mezz'ora sicura di attesa dice qualcuno. E infatti Giovanni giunge dopo mezz'ora esatta, puntualissimo nel suo fisiologico ritardo. Poco cambiato. Lo ribadisco, Giovanni è portatore di un efficiente buddismo congenito.
Facciamo un veloce giro degli stati civili e annessi: c'è tutto ed il contrario di tutto ma complessivamente non contribuiremo molto all'incremento della popolazione italica.

Poi si parte per il locale in cui ci aspettano gli altri e lì é una vera apoteosi. Ci siamo quasi tutti, le poche defaillance erano non dico previste ma si potevano supporre, mi dispiace però che manchi Luca Guerneri.
Ho un momento di sincera gioia in cui vedo come in un dipinto i visi dei miei antichi (si fa per dire:-) compagni. Dove il tavolo segue l'angolo della parete ci sono i Fabii, CimattIno e Camorani, veramente uguali ai sé stessi di allora; le ragazze per lo più sulla sinistra.
Poi al nostro arrivo tutto si mischia. E il primo scambio di parole è con una persona che non riconosco: "ehi! Ciao! Come stai?". "Ehhh...Ciao... Bene e tu?". Il Bluff mi crolla subito. "Sono la Stefania Bruschi! Eravamo assieme anche alle medie! Non ti ricordi?". "...ehhh. No. Scusa". Vengo scusato. Passa un secondo che l'unica altra persona che, a colpo d'occhio, NON riconosco, mi saluta: "ciao Roberto, allora?". "Ciao, tutto bene e tu?", prendo tempo. "Sai che mi ero dimenticato anch'io di quel bager che facevo, hai avuto una gran memoria!. "Ehh...già Alberto (Amadori)"...fiuuuu. Sono scusato dal fatto che è un ciclista ed è moooolto più magro di come lo ricordavo.
Saluto la Paolina che, col suo solito sorriso a 47 denti, mi dice che non ha più visto la Cristiana da allora: "ma non eravate grandi amiche?"... più tardi mi succederà la stessa cosa con la Claudia nei confronti della Lucia D'Amario. Fine del liceo fine di ogni contatto. I motivi sono diversi, certo è che non tutte le amicizie liceali si sono dimostrate così salde oppure, più semplicemente, non si sono dimostrate... amicizie.
Poi incontro Sidella che è quasi diventato un uomo bionico: due viti nel collo, due placche non ricordo dove e protesi d'anca bilaterali. Ribadirà ancora la sua componente non-organica, gli ultimi non sono stati anni facili per lui, ma adesso va meglio. 

Mi siedo abbastanza casualmente vicino a Bruno e il Cecca, con la Barbara Garavini, Gianluca Lami e Fabio Cimattone nei pressi.
Dopo un po' ci si comincia a muovere, Lami espatria verso Ramilli e Davide, mentre Stefano Capitani arriva da noi e Stefano non è cambiato veramente di una virgola, non si ricorda tutto, ma ride e si atteggia esattamente come un tempo, uguale-uguale.
Lì vengo sorpreso da una pletora di ricordi: una notte che fui suo ospite e dormii in una mansarda così torrida e umida che mancavano i versi degli animali per sentirsi in una foresta pluviale, le partite a ping-pong con suo padre che veniva a fornirci consigli formativi e sulla tecnica esecutiva dei colpi, la pista di bob improvvisata dietro casa sua un inverno, sua nonna.
Ed anche Fabio Cimattone rientra in molti di questi ricordi, in particolare mi sovviene una sera che eravamo assieme a casa dei suoi e noi tre ragazzotti ci spingemmo, col buio, ai margini del...pescheto (mica le colonne di Ercole!). Tornammo presto sui nostri passi e di corsa, l'oscurità completa che ci avvolgeva consumò rapidamente il nostro flebilissimo coraggio di adolescenti. Che fifoni! A casa di Fabio Cimattone ci fu anche l'Evento: la registrazione di un nastro che rimarrà nella (nostra) storia. Io, i Fabii e Stefano sotto lo pseudonimo di The Sounds of Noise (copyright Fabio Camorani) incidemmo una cover memorabile di alcuni successi.
Il "We are the world...." del Camorra che sprofonda di un'ottava senza riuscire più ad emergere rimarrà una delle cose più divertenti della mia vita: vene giugulari cosi ingrossate dallo sforzo, vano, non ne ho mai più viste. 

Con tutto ciò in testa emigro un attimo dai miei vecchi amici Fabii per un saluto in cui ricordiamo anche gli anni post-liceo in cui ci siamo frequentati, poi torno al mio posto per ordinare il primo. Mi guardo un po' attorno, ci sarebbero tante cose da dire con molti compagni, spero di averne il tempo, già comincio a sentire un ticchettio nella testa.
Nel frattempo capita più di una volta che Gianluca Ramilli ci riporti una bottiglia di vino vuota che aveva precedentemente preso in prestito...piena. Io chiacchiero soprattutto col Cecca e mi rendo conto che, come attività lavorativa, fa un qualcosa che necessita di attitudine, conoscenza dell'"ambiente" e anche molta voglia di rischiare. Mi stupisco sempre di fronte a chi esprime questa capacità perché invece io sono molto conservativo, se non sono sicuro di saper far bene una cosa non la inizio nemmeno, ed è un po' un problema perché "nessuno nasce imparato".
Poi Bruno, che ha passato metà della sua vita fuori dall'Italia, ed anche questa è una cosa che mi colpisce, perché io ho le radici sotto i piedi e sono targato Romagna-Forlì-casa mia. Mi rendo conto che viviamo, dal punto di vista lavorativo, in mondi paralleli. 

Dopo una pausa nella cena, riesco a discorrere gradevolmente con la Claudia e a scambiare qualche parola con l'Antonella, più di quante ne abbia pronunciate in 5 anni di liceo scientifico, e adesso me ne dispiaccio. Mi manca la Barbara Vasumini. É lì vicino. Accidenti, ma ha fatto un patto col diavolo: dimostra un sacco di anni di meno ed ha anche tutti questi capelli rosso fuoco... É più "Barbara Vasumini" adesso, con quella sua allegra irruenza, di quanto non lo fosse quella volta, qualche anno fa, che ci incontrammo nell'ambulatorio di un medico. Allora mi sembrò un po' appannata.

Ma...un attimo... Metto le mani in tasca, leggo l'ora dal vecchio orologio e, come posseduto dal Bianconiglio penso: "cazzo è tardi, è tardi, è terribilmente tardi, l'appuntamento!".
Mi alzo, lascio lì un pezzo di dessert che stavo consumando ed assieme a quello ho la sensazione che perderò anche la parte migliore della serata. Ma devo scappare.
Non scherzavo quando l'ho detto, all'inizio della cena: "siete tutti bellissimi". É stato un piacere.

Vostro Cenerentolo.

2 commenti:

  1. anzichè la scarpetta ha lasciato il pezzo di torta... TOP Cenerentolo!!

    p.s. e noi lì a dire... ci starà facendo una sorpresa... vedrai che ritorna ;-)

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