martedì 19 luglio 2016

LA SOLITUDINE DEL MOSTRO

Ai poli opposti del Mito stanno due figure antitetiche ma complementari:
 l'eroe scintillante, bello e perfetto, e il mostro deforme, la forza bruta, spesso simbolicamente sacrificabile alla fine dell'Impresa.
E' la normalita' contro la diversita', l'ordine contro il caos, entrambi necessari per definire la nostra dimensione umana, in una perenne guerra fratricida dell'anima.
Ma mentre l'eroe, in questa rappresentazione simbolica, trova proprio nella distruzione
della bestia la sua unica ragion d'essere, il mostro pare vivere di vita propria, di non a vere un gran bisogno del suo antagonista.
Egli se ne sta tranquillo nella sua caverna sotto la montagna, mentre l'eroe senza di lui e' un povero pupo siciliano disoccupato. Sia nella sua accezione romantica di fantasia letteraria, che sia frutto di un esperimento chimico o simbolo del nostro io piu' nascosto, sia in quella reale, come anomalia genetica o nella figura di chiunque sfugga a regole e parametri sociali, e' comunque un essere reale, perfettamente autonomo.
E' la faccia oscura della luna, impossibile da ignorare.
E proprio quel mostro che ci suscita empatia o tenerezza quando ne leggiamo la storia o ne osserviamo le imprese cinematografiche, ben piu' del suo altezzoso ed arrogante antagonista, nella realta', dove piu' ne avrebbe bisogno, ci provoca orrore e diffidenza.
La povera bestia sconfitta tocca le corde dell'emozione e della pieta', ma e' anche la sua faccia simpatica ed infantile, come testimonia il successo degli orrori grotteschi di "Monster and co", a rubare la scena all'anonimo guerriero, spesso nascosto dalle pesanti imbardature della purezza e dell'incrollabile fede.
Il mostro e' nudo, il mostro e' sincero.
Anche nella sua accezione piu' negativa, come i vari slashers seriali dei film dell'orrore sulle cui efferatezze si e' costruito un genere cinematografico di forte attrattiva, i vari Freddie Krueger o Michael Myers rivelano il loro carisma come unici veri protagonisti in un mondo di trascurabili agnelli sacrificali.
E la gente applaude.
Nella realta' della cronaca, come testimoniano le "fans" in delirio per il Pietro Maso della situazione, diventano troppo spesso vere e proprie stars di luccicanti ribalte mediatiche.
E' questo che affascina : il nostro piccolo Mr Hyde vive una vita estremamente semplificata, priva di regole e convenzioni : e' l'anarchia personificata, quel frammento della nostra anima che vorremmo vedere correre libero e selvaggio per i pascoli della vita.
 E se la sua corsa suscita terrore e provoca qualche vittima, poco importa : in fondo e' la sua natura.