DOVEROSA PREMESSA
Il Potere ha da sempre un'unica ossessione: riuscire a mantenersi inalterato ed indiscutibile nel tempo, privilegi compresi.
E cerca di ottenere cio' in due modi: o governando col pugno di ferro e con la paura, oppure cercando di far credere al popolo di vivere nel migliore dei mondi possibili, mentre il vantaggio e' unicamente per chi il potere lo detiene davvero.
Quando ad esempio Ottaviano Augusto, dopo essere diventato imperatore, decise di modificare sostanzialmente la costituzione repubblicana fino ad allora in vigore, ebbe bisogno di creare un processo di legittimazione della propria politica e della propria figura, e lo fece tramite una operazione di marketing propagandistico che coinvolse ogni mezzo di comunicazione allora esistente: monete, monumenti, epigrammi, componimenti poetici.
Tutto lo glorificava, tutto giustificava il suo operato.
L'imperativo e' sempre stato lo stesso: ottenere il consenso in ogni modo possibile, con le buone o con le cattive.
Il Fascismo le utilizzo' entrambe.
Nel Manifesto Futurista pubblicato sui piu' importanti giornali italiani dal suo ideatore FT Marinetti
nel 1908, erano fondamentalmente tre i punti cardine su cui si fondava l'intero programma: velocita', potenza ed espressivita'.
Il Marinetti era un personaggio estremo, fedele sostenitore che la guerra fosse il mezzo piu' efficace per far compiere alla societa' quella svolta decisiva che serviva per trasformarla in qualcosa di davvero nuovo e piu' puro.
Desiderava liberare il popolo dalle catene del proprio passato distruggendone le vestigia (musei, biblioteche), perche' potesse cosi' incanalare tutte le proprie energie per la costruzione di un futuro radioso.
E' Flash? No, Giacomo Balla. |
In fondo si puo' considerare tutto cio' (onomatopee comprese), come una sorta di prova generale per la nascita del fumetto popolare moderno, supereroistico e non, in cui tutti questi concetti verranno ampliati e sviscerati.
Durante l'avvento del fascismo Marinetti ne divenne immediatamente uno dei pilastri culturali (l'altro era D'annunzio), ma successivamente, osteggiato per le sue utopie estremiste dal conservatorismo di regime (che aveva costruito la sua immagine proprio sul recupero delle passate glorie imperialiste), e soprattutto dai suoi alleati tedeschi che ne temevano lo spirito anarchico, si vide costretto a rivedere molte delle sue idee piu' rivoluzionarie, svuotandole di buona parte del loro significato.
L'imperativo era: |
Il Manifesto che ne derivo', pubblicato in quell'anno, affrontava un po' tutti i temi (la Fede in Dio, l'Orgoglio Italiano, il Patriottismo assoluto, l'Ottimismo giocondo e festoso, l'Amore del pericolo e della vita militare, la Religione della velocita'), ed aveva una linea programmatica molto chiara: "..la verita' storica va rispettata, ma sottomessa all'orgoglio italiano, per modo che in tutte le narrazioni i nostri infortuni siano trattati con laconismo e le nostre vittorie con lirismo.".
Nella prima rivista italiana settimanale rivolta ad un pubblico giovanile, il Corriere dei Piccoli, fin dal 1908 erano apparsi fumetti americani (che la King Features Syndacate distribuiva in tutta europa), affiancati a quelli nostrani, tutti rigorosamente privi di balloons perche' considerati diseducativi, e caratterizzati da auliche frasi in rima baciata, ottonari o distici spesso di raffinata qualita', ma semplici ed immediati come tante filastrocche per bambini.
L'Italia da poco unita, cercava di crescere una generazione di giovani italiani, bravi figli e studenti, fedeli alla patria e rispettosi delle regole..
Durante tutta la prima guerra mondiale ad esempio, fiorirono sulle pagine del Corrierino una serie infinita di personaggi propagandistici che cercavano nei modi caricaturali e fantastici tipici del mezzo, di rassicurare i figli dei soldati al fronte sulle sorti della guerra, dipingendo il nemico come stupido ed inetto, e percio' privo di alcun pericolo reale per i propri padri.
Schizzo |
Oppure Schizzo, (personaggio di Attilio Mussino pubblicato dal 1912 al 1919, e passato durante la sua lunga "carriera" sotto varie autorevoli mani) che richiamandosi al Little Nemo di Winsor McCay , narra le avventure di un giovane sognatore , che nelle sue peripezie oniriche vive in prima persona le vicende della Grande Guerra (ovviamente solo quelle con finale positivo per l'Italia), con tanto di incontro con il Re Vittorio Emanuele che ne legittima (seppur soltanto in sogno) con un bacio virile il coraggio e la dedizione alla patria (bacio che nel suo risveglio gli dona la madre preoccupata, non dimenticandosi che sempre di bambini si sta trattando!).
Mai come durante il primo conflitto mondiale i fumetti del Corrierino si ispirarono cosi' profondamente alla realta'.
Teresina va' alla guerra |
oppure la sua versione fantastica, come in Abetino, che difendeva i confini del suo paese, Legnavia, dalle mire espansionistiche del perfido reame di Piombania (che faceva molto opportunamente rima con Germania), tutto faceva propagandisticamente riferimento alle notizie che gli italiani ricevevano dal fronte, ogni benedetto giorno.
Quando invece non si trattava di veri e propri giornali di trincea, come "La Tradotta", quasi interamente illustrata dal sottotenente Rubino, che cercavano di allietare la dura vita dei nostri soldati, prendendo in giro il nemico in buffe situazioni parodistiche.
La morte aleggiava comunque su ogni storiella in rima, fantastica o realistica che fosse, senza mai palesarsi completamente, se non facendo a tratti capolino durante i tentativi di fucilazioni od impiccagioni dei traditori, che ovviamente finivano immancabilmente in burla.
Bilbolbul |
Quadratino |
Tutto cio' per fortuna senza rinunciare mai alla qualita' e all'inventiva.
Un flusso continuo di energia creativa, che utilizzava una grafica volutamente infantile, e percio' ancora estremamente duttile e plasmabile.
CREDERE DISEGNARE COMBATTERE!
Questa era la situazione che il regime fascista si trovo' a dover affrontare.
Al Corrierino nel 1934 si era affiancato L'Avventuroso, rivista specializzata in fumetti d'avventura di origine statunitense come Agente x-9 o Jim della Jungla.
Dopo la pubblicazione del manifesto culturale marinettiano alcuni di questi personaggi
come Flash Gordon (che era gia' stato italianizzato in Gordon Flasce, togliendogli la acca disfattista), vennero cancellati, altri invece subirono significative modifiche per esigenze propagandistiche, come ad esempio Cino e Franco (Tim Tyler's luck di Lyman Young) che si trasformarono in due coloniali in terra d'Africa con tanto di faccetta nera cantata sullo sfondo (o addirittura dopo il 1940 in due finlandesi che combattevano con l'Asse contro i perfidi russi).
come Flash Gordon (che era gia' stato italianizzato in Gordon Flasce, togliendogli la acca disfattista), vennero cancellati, altri invece subirono significative modifiche per esigenze propagandistiche, come ad esempio Cino e Franco (Tim Tyler's luck di Lyman Young) che si trasformarono in due coloniali in terra d'Africa con tanto di faccetta nera cantata sullo sfondo (o addirittura dopo il 1940 in due finlandesi che combattevano con l'Asse contro i perfidi russi).
Prima pubblicati su Topolino, dopo l'enorme successo di pubblico ebbero l'onore di avere una testata tutta per loro, e percio' furono tra i pochi a non scomparire mai dal mercato.
Le ragioni economiche anche allora prevalsero su quelle politiche.
Il Duce ammirava Walt Disney, che venne in visita a villa Torlonia dalla famiglia Mussolini per ben due volte durante gli anni trenta, e i giovani Romano e Anna Maria erano fedeli lettori di
Topolino, le cui storie erano pubblicate in Italia dal 1932 (anticipando qualunque altra pubblicazione mondiale sul personaggio) in formato rivista dall'editore Nerbini (lo stesso dell'Avventuroso).
La passione di Mussolini per il personaggio disneyano ( o più semplicemente perche' il suo editore
era un fedele fascista), lo salvo' dall'intervento della macchina censoria statale del Minculpop.
Nerbini comunque, decise ugualmente di autocensurarsi, procurando al suo personaggio di punta un nome italiano tramite una semplice lineetta (Topo-Lino), ritoccando qua e la le immagini di
donne discinte nelle avventure piu' adulte, e togliendo qualsiasi riferimento alle origini americane dei vari personaggi.
Ovviamente Mussolini plause all'iniziativa.
era un fedele fascista), lo salvo' dall'intervento della macchina censoria statale del Minculpop.
Nerbini comunque, decise ugualmente di autocensurarsi, procurando al suo personaggio di punta un nome italiano tramite una semplice lineetta (Topo-Lino), ritoccando qua e la le immagini di
donne discinte nelle avventure piu' adulte, e togliendo qualsiasi riferimento alle origini americane dei vari personaggi.
Ovviamente Mussolini plause all'iniziativa.
Nel frattempo erano state lanciate sul mercato alcune riviste che contenevano unicamente materiale di produzione nazionale, come il settimanale Argentovivo! (1936), nel cui titolo risuonavano echi di energia futurista, e che riportava orgogliosamente in prima pagina la dicitura "I nostri scrittori e disegnatori sono italiani".
Ma gia da qualche anno, il regime aveva iniziato a crearsi dei propri eroi, preconfezionati e piu' facili da gestire.
Al Corriere dei Piccoli, si erano affiancati due titoli che avevano il palese scopo di educare i giovani fascisti del futuro ai sempiterni valori di patria e famiglia: il Balilla (1925), diretto dallo stesso Rubino, e la Piccola italiana (1927), un vero e proprio concentrato di regole morali e comportamentali per forgiare le perfette mogli ed i perfetti patrioti dell'Italia mussoliniana.
Al Corriere dei Piccoli, si erano affiancati due titoli che avevano il palese scopo di educare i giovani fascisti del futuro ai sempiterni valori di patria e famiglia: il Balilla (1925), diretto dallo stesso Rubino, e la Piccola italiana (1927), un vero e proprio concentrato di regole morali e comportamentali per forgiare le perfette mogli ed i perfetti patrioti dell'Italia mussoliniana.
Lio e Dado |
A tutti questi titoli si aggiunse il Vittorioso (1937) la risposta cattolica e perbenista
allo strapotere del fumetto americano e alla sua discutibile morale, e l'Audace (1934), rivista nata sulla scia dell'Avventuroso che pubblicava le tavole domenicali di personaggi come Mandrake o Brick Bradford. e che ospito' tra i giovani autori anche un certo Gian Luigi Bonelli, che iniziava allora scrivendo storie di cappa e spada.
Ed e' proprio sulle pagine dell'Audace che nel 1938 apparve una delle icone piu' rappresentatve della fascistizzazione dell'eroe, e cioe' Dick Fulmine.
Ed e' proprio sulle pagine dell'Audace che nel 1938 apparve una delle icone piu' rappresentatve della fascistizzazione dell'eroe, e cioe' Dick Fulmine.
Paradigmatica la sua parabola editoriale.
Nato tre mesi prima di Superman (quasi anticipandone la figura di superuomo energico e volitivo, mascella mussoliniana compresa), fu il primo personaggio avventuroso a fumetti tutto italiano.
Inizialmente era un poliziotto italoamericano di Chicago (influenzato dall'ondata di esterofilia), poi fu
richiamato in patria per rappresentare l'eroe italiano coraggioso ed indomito, perennemente in lotta con il male rappresentato da nemici dalle chiare connotazioni razziali
(il pericolo giallo, l'ebreo cattivo), quindi durante la seconda guerra fini' soldato bellicoso sempre in prima linea. Una carriera intensa, sempre fedele alla patria ed al Duce.
Dick Fulmine |
Dietro la pubblicazione di periodici per ragazzi dalle colorate copertine, e con storie divertenti ed accattivanti, si nascondeva, come si e' detto, l'intenzione ben piu' radicale di educarli ai
valori morali borghesi (il Corrierino), cattolici (il Giornalino prima e il Vittorioso poi), o fascisti (il Balilla).
E non solo.
Sotto la cenere del rogo ideologico fascista covavano infatti piccole tenaci ed ardite fiammelle.
Dopo la scissione del 1921 il neonato Partito Comunista promosse una propria campagna propagandistica, utilizzando gli stessi media degli antagonisti (fascisti, cattolici o borghesi che fossero), ed inizio' a distribuire clandestinamente un giornaletto nelle solite rime baciate,
Il Fanciullo Proletario (dal 1922 a pochi mesi dalla marcia su Roma, fino al 1930 dopo la morte, avvenuta in seguito alle torture subite, del suo ideatore Gastone Sozzi), che conteneva ad esempio le avventure di Comunello e Proletino, coraggiosi ragazzotti perennemente in lotta con il bulletto Fasciolino.
Non si usavano mezzi termini per educare i lettori alla lotta contro il Fascismo, come si evince dagli slogan riportati in prima pagina: " Vogliam del pane per i bambini o la testa di Mussolini!".
I giovani non avevano scampo. Tutti, con diverse fortune, si contendevano l'accesso alle loro menti incontaminate, anche arrivando ad evolvere il tratto grafico, per avvicinarsi agli adolescenti piu' esigenti.
E non solo.
Sotto la cenere del rogo ideologico fascista covavano infatti piccole tenaci ed ardite fiammelle.
Dopo la scissione del 1921 il neonato Partito Comunista promosse una propria campagna propagandistica, utilizzando gli stessi media degli antagonisti (fascisti, cattolici o borghesi che fossero), ed inizio' a distribuire clandestinamente un giornaletto nelle solite rime baciate,
Il Fanciullo Proletario (dal 1922 a pochi mesi dalla marcia su Roma, fino al 1930 dopo la morte, avvenuta in seguito alle torture subite, del suo ideatore Gastone Sozzi), che conteneva ad esempio le avventure di Comunello e Proletino, coraggiosi ragazzotti perennemente in lotta con il bulletto Fasciolino.
Testate di riviste di sinistra |
I giovani non avevano scampo. Tutti, con diverse fortune, si contendevano l'accesso alle loro menti incontaminate, anche arrivando ad evolvere il tratto grafico, per avvicinarsi agli adolescenti piu' esigenti.
Infatti, dai piccoli bambinetti tratteggiati con disegni semplici ed immediati, si arrivo' negli anni successivi a proporre personaggi graficamente piu' maturi e realistici come Lucio l'Avanguardista, prode aviere fedele agli ideali fascisti.
Nato nel 1932 , in realta' era un clone di un personaggio a fumetti inglese (Rob the Rover), e veniva pubblicato, insieme a molto altro materiale estero, dalla rivista Jumbo, considerato il primo settimanale italiano.
Non volendo rinunciare alle didascalie in rima che ormai stavano scomparendo, il suo editore Lotario Vecchi si invento' una formula mista fra rime baciate e balloons, che rimane un caso unico nel suo genere.
Jumbo ebbe pero' vita breve (solo sei anni). Fu infatti tra le riviste che scomparvero dal mercato per la solita grave colpa di pubblicare materiale fumettistico prevalentemente di origine straniera.
Nato nel 1932 , in realta' era un clone di un personaggio a fumetti inglese (Rob the Rover), e veniva pubblicato, insieme a molto altro materiale estero, dalla rivista Jumbo, considerato il primo settimanale italiano.
Non volendo rinunciare alle didascalie in rima che ormai stavano scomparendo, il suo editore Lotario Vecchi si invento' una formula mista fra rime baciate e balloons, che rimane un caso unico nel suo genere.
Jumbo ebbe pero' vita breve (solo sei anni). Fu infatti tra le riviste che scomparvero dal mercato per la solita grave colpa di pubblicare materiale fumettistico prevalentemente di origine straniera.
Romano il Legionario |
Il Marmittone |
Il fumetto italiano comunque si stava pian piano evolvendo. Accanto alle solite storielle autocelebrative , apparivano qua e la nelle varie riviste (soprattutto l'Audace e Topolino) storie di pura avventura spesso scritte da Federico Pedrocchi (uno degli autori piu' prolifici del periodo), di ambientazione salgariana, o fantascientifica, come Saturno contro la Terra (che richiamava la saga di Flash Gordon prematuramente sospesa) disegnata da Scolari, oppure Virus, il mago della foresta, impreziosita dal tocco di Walter Molino (il grande copertinista della Domenica del Corriere), o Dott,Faust disegnato da Rino Albertarelli con ineguagliabile pittorica maestria,
Come si vede, nonostante tutti i tagli, i rimaneggiamenti
e le modifiche operate si puo' dire che comunque quella liberta' di
espressione, perlomeno artistica, praticamente dissoltasi in italia all'indomani del trionfo
plebiscitario del Partito Fascista dopo le elezioni del 1924, sembro' rimanere,
limitata ma ancora vitale, quasi unicamente in ambito fumettistico.
Fu un' epoca per molti versi straordinaria, in cui sotto la superficie del perbenismo patriottico ribolliva una sfrenata creativita' ed inventiva, e che sforno' autentici maestri come Attilio
Mussino (autore successivamente di una delle piu' famose rappresentazioni di
Pinocchio, di cui qui sotto riporto un bellissimo Mastro Ciliegia), Antonio Rubino (efficacemente definito "La matita di zucchero"), artista dal tratto deliziosamente liberty che a tratti sconfina nel manga (vedere illustrazione sotto), e che durante la sua lunga carriera interamente dedicata ad un pubblico giovanile, riusci' a spaziare dal racconto allegorico, alla favola militante fino
alla piu' pura letteratura fantascientifica, e Rino Albertarelli, che con il suo Kit Carson pose le basi per tutto il Bonellame che invase l'Italia negli anni successivi, e la cui tecnica pittorica eccelsa non sfigura di certo accanto a quella di altri artisti oggi tanto di moda.
Antonio Rubino |
Attilio Mussino |
GLI ULTIMI FUOCHI
Tuffolino |
Dopo l'entrata in guerra con gli Stati Uniti, divenne imperativo eliminare dalle pubblicazioni italiane qualunque riferimento all'avversario, quindi anche Topolino, dopo anni di privilegio, venne cancellato dalla censura fascista, e nel 1942, prese le sembianze del bambinetto Tuffolino, disegnato dall'italica matita di Pierlorenzo De Vita e scritto dall'onnipresente Pedrocchi.
Questa situazione continuo' per circa un anno, fino alla sua definitiva chiusura (sua come di molte altre riviste dell'epoca), per le evidenti difficolta' di distribuzione e produzione che insorsero durante l'evolversi del conflitto.
Dopo la morte di
Mussolini e la definitiva conclusione dell'esperienza fascista, tutte le riviste di
propaganda a fumetti scomparvero dalle edicole, e solo dopo la fine della guerra (1945), alcune testate iniziarono timidamente a riprendere le pubblicazioni.
Riapparvero il Vittorioso, che continuo' la sua opera di diffusione dei valori cattolici, e soprattutto Topolino, tornato alle sue sembianze originali, e trasformato in agili albetti spillati, formato che e' giunto pressocche' immutato fino ai giorni nostri.
Anche la sinistra riusci' finalmente ad avere una propria rivista per ragazzi che potesse difenderne i valori laici, ma che soprattutto riuscisse ad essere finalmente distribuita alla luce del sole: Il Pioniere (1949).
Riapparvero il Vittorioso, che continuo' la sua opera di diffusione dei valori cattolici, e soprattutto Topolino, tornato alle sue sembianze originali, e trasformato in agili albetti spillati, formato che e' giunto pressocche' immutato fino ai giorni nostri.
Anche la sinistra riusci' finalmente ad avere una propria rivista per ragazzi che potesse difenderne i valori laici, ma che soprattutto riuscisse ad essere finalmente distribuita alla luce del sole: Il Pioniere (1949).
Ma i lettori di fumetti potevano in ogni caso stare piu' che tranquilli, perche' gia nel 1939 si era accesa una timida scintilla che avrebbe in futuro dato vita a quel grande incendio fenomenologico che fu il fumetto moderno, oggi piu' libero e vitale che mai.
Difatti sull' Albo dell'Audacia numero 19 era apparso uno strano personaggio forzuto con ricciolo ribelle e mantello svolazzante. Si chiamava ancora col nome nostrano di Ciclone, ma era palese che gli andava stretto e che era nato per qualcosa di piu'...Super.
Difatti sull' Albo dell'Audacia numero 19 era apparso uno strano personaggio forzuto con ricciolo ribelle e mantello svolazzante. Si chiamava ancora col nome nostrano di Ciclone, ma era palese che gli andava stretto e che era nato per qualcosa di piu'...Super.
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Tutti i tuoi post sui fumetti sono stati interessanti. Ma questo va oltre. Se quelli rischiano di essere fruibili solo per chi ha già un interesse specifico per il fumetto, quest'ultimo ha una connotazione storica che, credo, ne allarga il pubblico. Scritto in modo professionale. Complimenti.
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