Il fumetto di una foglia che cade.
Una striscia con una foglia in posizioni differenti lungo una scansione di quattro vignette. Nient'altro.
(Qui starebbe bene un Haiku a piacere sull'autunno) |
Si coglie il senso di una piccola storia: una foglia per un certo momento se ne sta sospesa, poi inizia
scendere e si ferma.
Con un po' di immaginazione possiamo
pensare ad un panorama autunnale, un ramo da cui si distacca la foglia che cade al suolo. Tutto il contorno è pura interpolazione del nostro cervello.
Se invece di una foglia fosse rappresentato un punto astratto potremmo avere l'impressione
meno poetica di un grave che passa da una condizione di equilibrio
instabile (energia potenziale massima) ad uno di equilibrio stabile
(energia potenzale minima). Ma da dove passa questa informazione dettagliata? Come ha fatto il disegnatore (o compositore dell'immagine) a produrla?
Quel poco che abbiamo è la scansione temporale delle vignette e la posizione della foglia.
Tutto ciò visto da un robot |
Lo scorrere orizzontale è intuitivamente l'asse del tempo.
La foglia resta ferma in quella posizione per un
periodo T. Seguono due vignette lunghe T/2 in cui la foglia si muove verso il basso; qui la suddivisione di tempi più brevi indica la necessità di rappresentare una velocità. Infine c'è una vignetta lunga 2T.
Questo potrebbe farci pensare a due possibilità:
Oppure la foglia si è fermata nel punto in cui l'abbiamo lasciata, all'inizio della quarta vignetta.
L'occhio propende
per la seconda possibilità: la foglia nella quarta è
ferma su di una superficie che non è rappresentata ma che immaginiamo bella
solida. Questa decisione scatta automaticamente grazie ad un confronto che l'occhio effettua tra le posizioni verticali.
Dalla prima alla seconda vignetta la foglia si sposta di una distanza
h, dalle seconda alla terza la distanza è sempre h. Stessi spazi in stessi tempi = velocità di caduta costante.
La posizione della foglia della quarta vignetta invece ci costringe a pensare che è successo qualcosa che ha interrotto la caduta perché la foglia non ha percorso la solita distanza h ma solo h/2, la metà.
Una immagine lievente diversa avrebbe prodotto tutt'altra impressione. Questa:
Ehi! Così tira dritto e scende di sotto! |
Così io dico che si è fermata |
La scelta di proporzioni numeriche modulari (h, h/2 - T, T/2, 2T) creano l'impressione di un movimento armonico, tendiamo a vedere una foglia che si appoggia con grazia al suolo o di un aereo o un uccello che atterra dolcemente. Non è una caduta rovinosa, è una discesa dolce e leggera.
E dato che siamo esseri umani possiamo proseguire con aspetti psicologici. Una discesa dovuta ad un distacco ma con accettazione di quello che succede. La malinconia e la solennità dell'autunno.
La musica di una foglia che cade.
E quindi un disegno anche estremamente essenziale può esprimere un racconto compiuto. E grazie a dettagli fini (proporzioni, distanze) riesce a trasmettere dinamica e colore emotivo.
Ora provo a spostare questa storia un altro... "mondo", quello della musica.
Anche in questo universo esistono coordinate analoghe su cui agire; possiamo trasformare la striscia in uno spartito e fare diventare la foglia la rappresentazione grafica di una melodia musicale.
Nello spostamento orizzontale di lettura c'è il tempo, nell'altezza verticale l'altezza della nota.
Quattro altezze, quattro note.
Il "tema della foglia" agganciato alla tonalità DO Maggiore. Sequenza LA.SOL.FA.MI. |
Con una sorta di traslitterazione tra due codici linguistici si ottiene una semplice scala discendente.
Questa è la rappresentazione sulla tastiera della sequenza di note mostrate nel pentagramma.
Sequenza LA, SOL, FA, MI sui rispettivi tasti della una tastiera. |
Sul rigo musicale non era percepibile ma qui è evidente che c'è corrispondenza: LA (scende di un tono) SOL (scende di un tono) FA (scende di un semitono) MI.
FA e MI sono adiacenti, non esiste un tasto intermedio. Nell'ultima discesa la nota si è appoggiata con grazia sul MI e si è fermata.
Auditions!
A questo punto potrebbe venire la curiosità di ascoltare queste quattro note.
Così ad occhio sembra una sequenza che qualsiasi persona riuscirebbe a fare con un pianoforte. Il dubbio quindi è che sia un tema piuttosto banale. Tuttavia questo cluster di note è piuttosto ricorrente, e se ne sta più o meno mimetizzato tantissimi temi molto conosciuti. Riscuote un particolare successo come "incipit" del tema principale nell'ambito di molto colonne sonore con effetti a volte memorabili.
Proviamo a stanarlo.
1) Blade Runner End Titles (Vangelis, 1981)
Il tema esatto dello spartito riportato con estrema precisione nei tempi e nelle altezze. Le note sono appoggiate su di un unico accordo, per cui non esistono particolari "distrazioni armoniche" e ci si può concentrare sulla melodia. Le durate delle note sono proprio (T, T/2, T/2, 2T). Il tema inizia al minuto 0:30. In questo contesto fantascientifico non risalta come un tema naturalistico ma risulta emotivamente coinvolgente. Epico ma non gioioso. La tonalità è DO minore.
Dopo una lunga intro di arpeggi e violini che sortiscono un effetto simile ad un dondolìo oscillante (come appunto le foglie sugli alberi in autunno) al minuto 1:21 viene introdotta la melodia. I tempi sono lievemente diversi (le prime tre note hanno tutte la stessa durata) ed armonicamente la quarta nota si appoggia su di un accordo che accentua una emozione di straniamento. Il tema comunque è ben riconoscibile. La seconda ripetizione effettuata con gli archi al minuto 2:13 mostra ancora di più l'affinità con il precedente brano di Vangelis anche se l'elemento fantascientifico qui è assente. Domina una specie di inquietudine malinconica cauta e misurata. La tonalità è LA minore, la stessa dell'esempio dei paragrafi precedenti.
"Tales From the Loop" è una serie fantascientifico/intimista dalle forti
suggestioni emotive con ambientazioni ispirate ai dipinti dell'artista svedese Simon Stålenhag. La colonna sonora è molto coinvolgente e forse un po' ripetitiva. Del resto questo si accorda col titolo della serie e la storia dei compositori.
Sin dall'inizio il tema viene ripetuto varie volte e in tonalità diverse (MI minore, FA minore etc..). Le durate delle note sono quelle da cui siamo partiti (T, T/2, T/2, 2T). A differenza dell'incipit di Blade Runner che resta su di un unico accordo in questo caso la melodia si appoggia elegamente su 4 accordi che conferiscono un certo movimento emotivo, cosa che tuttavia non distrae troppo mantenendo piuttosto riconoscibile il tema.
Volendo fantasticare, sembra che la colonna sonora sia una brillante ibridazione della struttura armonica del brano "Truman
Sleeps" del film The Truman Show e l'incipit di Blade
Runner (melodia "della foglia"). Un matrimonio che si intona alla perfezione con le tematiche della serie...
Provate un ad ascoltare "Truman Sleeps" di P. Glass (1998) per trovare le analogie.
Conclusioni.
Per me sarebbe finita qui, ma c'è sempre bisogno di una conclusione. Ci provo.
Una foglia che cade è un evento triste? Poeticamente o metaforicamente possiamo dire che la risposta è piuttosto affermativa. Se il fumetto dell'esempio è abbastanza attinente all'evento di una foglia che cade possiamo dire che il fumetto eredita l'emozione per un meccanismo di associazione. Ma se non ci fosse stato riconoscimento non ci sarebbe stata emozione.
Per quello che riguarda invece la musica il passaggio non è così alla luce del sole. C'è di mezzo un'altra area del cervello. Quella preposta alla visione si identifica coi fenomeni che accadono nel mondo reale e al mondo oggettivo. "Fammi un disegnino" si dice. La musica ha un livello di astrazione più alto. Per questo è stato necessario rendere altamente astratto il disegno e tradurlo in un codice "cartesiano" che fosse linguaggio puro, svincolato dal referente.
Eppure pare che alla musica basti questo codice. L'emozione "di una foglia che cade" passa attraverso la musica senza che l'ascoltatore abbia la più pallida idea che una foglia sta cadendo.
Oppure questo è soltanto... un caso fortunato.