Interviste con i vampiri
Un pipistrello svolazza inquieto all’interno di un maniero.
Improvvisamente si trasforma in un uomo riccamente agghindato che evoca una fanciulla in candide vesti.
Essa comincia ad aggirarsi come sonnambula, quindi sparisce.
L’uomo misterioso terrorizza due malcapitati visitatori con
apparizioni di scheletri e vecchie megere, e alla fine arretra sconfitto e spaventato davanti ad una enorme croce.
L’anno e’ il 1897, ed il cortometraggio di soli tre minuti si chiama “Le manoir du diable”, ed e’ considerato il primo film horror della storia.
Anche se il regista, quel George Melies che fu vero pioniere della
cinematografia mondiale ed autore del ben piu’ famoso “Viaggio nella
luna” (1902), calca la mano sull’effetto grottesco come nella piu’
classica slapstik comedy, gli elementi ci sono già tutti
: il pipistrello, il castello, la dama soggiogata, la croce come arma
finale.
Il nostro succhiasangue preferito, aveva emesso il suo primo vagito.
L’essere che si nutre delle vite degli altri e sulle quali ha
totale ed incontrastato potere ha fatto la sua apparizione nei secoli
sotto le piu’ varie sembianze : una decadente aristocratica come la
contessa ungherese Erzsebet Bathory (1560-1614) che faceva
toeletta nel sangue delle sue malcapitate cortigiane, o un crudele condottiero come Vlad Tepes
(1431-1476), cavaliere dell’ordine del Drago (da cui il nominativo Dracul
e tutto cio’ che ne e’ conseguito) ed alfiere della cristianità’
nell’Europa occidentale di cui proteggeva i confini con vere e proprie muraglie di nemici impalati.
In questi oscuri periodi storici, dove il potere si credeva al di
sopra di ogni giudizio umano e divino, spesso il mostro si nascondeva,
pronto a liberare la propria selvaggia natura sicuro di godere di impunibilita’.
Per fortuna non era sempre cosi’ : la contessa vampira ad esempio, venne scoperta e murata viva per i suoi crimini.
Oggi, iconica presenza dalle molteplici chiavi di lettura, infesta cinema e letteratura con la sua decadente bellezza.
Nel periodo d'oro del cinema horror le case produttrici inglesi ed
americane pareva si fossero salomonicamente spartiti i vari archetipi : gli inglesi, specializzandosi in films sui vampiri, gli
americani sfruttando il mostro di Frankenstein e l'Uomo
Lupo.
Con una illustre eccezione.
Nel 1931 Tod Browning porta sullo schermo
l'adattamento teatrale del romanzo di Stoker e, dopo la rinuncia di Lon
Chaney (attore carismatico famoso per la sua versatilita' e protagonista
assoluto dell'epoca del cinema muto), affida il
ruolo del diabolico Conte a chi gia lo stava interpretando a teatro : il
quarantenne attore di origini ungheresi Bela Lugosi, spalancandogli
cosi' le porte del successo planetario.
Nonostante i numerosi films interpretati, fino al suo triste
declino con l'apparizione in "Plan 9 from outer
space"(1958) di Ed Wood, definito il “piu' brutto film della storia”, verra' in
seguito ricordato soprattutto per questo suo primo ruolo, tanto
che la famiglia volle che venisse seppellito con il suo fedele mantello
rosso e nero.
La sua rappresentazione di Dracula e’ ben diversa dal mostro
deforme del film di Murnau : spariti i canini appuntiti (che in Nosferatu lo facevano apparire come un ripugnante roditore) il suo fascino
ipnotico era affidato solamente ai carismatici occhi, messi in evidenzia da una sapiente illuminazione.
Essi torneranno nella versione di Dracula piu' rappresentata, quella di Cristopher Lee, con la bocca grondante sangue e lo sguardo folle ed affamato.
Il vampiro e’ forse il mostro che negli anni ha avuto le
piu' varie trasformazioni, modificando stile e spirito a seconda del
periodo storico a cui apparteneva.
Cosi’ l'essere contorto del film di Murnau e lo sguardo ipnotico di
Bela Lugosi sono figli delle interpretazioni enfatiche e teatrali
classiche del cinema muto e dei primi anni quaranta, mentre il Dracula
della Hammer, poi ripreso nei fumetti da Marv Wolfman
e Gene Colan, con la sua sanguigna carnalita’ e’ il tipico personaggio
del cinema degli anni cinquanta /sessanta.