giovedì 21 maggio 2015

Una cosa tipo Zabrinsky Point (viaggio nel tempo profondo)

by Robo

Poniamo che stiamo guardando un film e siamo vicini ad una scena clou.
Da poco tempo è in scena un nuovo personaggio.
Il suo arrivo non era previsto ma in pochissimi fotogrammi costui ha già operato diverse svolte nella sceneggiatura (ha partecipato attivamente alla fine della megafauna (1), ha incrementato all'inverosimile il tasso di estinzione altrui, sta accelerando i cambiamenti climatici e li impone a tutti gli altri).

Non sappiamo come andrà a finire, ma comprendiamo che le cose cambieranno rapidamente ed il plot narrativo potrebbere prendere strade inaspettate.
Non siamo in ogni caso vicini alla fine: trattasi di una pellicola d'essay, di quelle lunghe lunghe, che partono con noiosissimi ed incomprensibili preamboli (lo sviluppo di una chimica autoreplicante (2) e che si evolve, la lunga marcia degli uni-cellulari (3)), e sappiamo, perché ci hanno avvertito che, quali che siano le svolte che l'ultimo arrivato imporrà alla storia, questa non finirà e proseguirà ancora almeno per un miliardo di annetti, quando il flusso energetico solare diverrà tale da non permettere l'esistenza di acqua in forma liquida (4).

Pure qualcuno ci sussurra che anche nei titoli di coda potrebbe succedere qualcosa: gli artropodi sotterranei ed i batteri estremofili venderanno cara la pelle!
Ma ci siamo rotti: la storia è stata così prolissa ed articolata che ci siamo letteralmente dimenticati una serie di accadimenti. Un po' come accade ai fanatici di soap, abbiamo visionato tanto materiale da non riuscire più a collegare tutti i punti nevralgici della narrazione; così, poiché abbiamo registrato il film, lo mettiamo in pausa e poi iniziamo ad usare il comando rewind.

Prima pressione... breve... stop! 

Pleistocene, verso la fine del periodo, da 100.000 fa in poi. Ecco il nuovo arrivato, lo  scimmione glabro ed incazzoso che fa danni fin da subito. Vabbé, questo lo ricordiamo, é successo poco fa; lo abbiamo visto mentre si inchiappettava, metaforicamente ma anche no, i suoi cugini Nehandertal, grossi e coglioni.(5)

Seconda pressione... un po' più lunga... stop! 

Pliocene, circa a metà, 3 ml di anni fa:  Grande scambio americano (6). Non é stato scambio di idee, è stata la fine di uno dei 3 grandi esperimenti di una fauna a mammiferi alternativa a quella mainstream; gli altri 2 sono l'Australia ed il Madagascar.

Ok, terza pressione...un bel po' più lunga...stop! 

Il massimo termico paleocene-eocene (55,8 ml di anni fa)(7): vabbé non se lo caga nessuno, troppo vicino al più cool degli eventi di estinzione della preistoria. Ma non passò così liscio per chi c'era, tanto che si riconoscono fauna e flora del prima e del poi.

Andiamo avanti... quarta pressione... stop! 

Eccoci a 66 ml di anni fa, lo strafamoso Limite K-T. "The end of dinosaurs", dicono; ma ne siamo proprio sicuri? (8)

Quinta pressione... Adesso teniamo premuto più del solito fino ad arrivare alla fine del Permiano (254,1 ml di anni fa)... stop!

Eccoci qua, d'innanzi a sua maestà "La madre di tutte le estinzioni", "The Great Dying", uno dei momenti nella storia del mondo in cui sembrò che la grande falce non avrebbe lasciato scampo alcuno, ma per fortuna non fu così.
Anche se il colpo inferto dal trappo siberiano fu possente e cambiò un po' i rapporti di forza tra 2 linee di antichi rettili che competeranno a lungo tra loro, gufandosi reciprocamente una bella catastrofe liberatrice di nicchie ecologiche! (9)

Ora proseguiamo, sesta pressione... stop! 

Stavolta abbiamo tenuto spinto così a lungo che il dito quasi ci si è addormentato.
In realtà abbiamo attraversato senza fermarci diversi punti topici della narrazione (ad esempio la conquista della terraferma da parte dei tetrapodi) ma abbiamo proseguito; avevamo premura di giungere sin qua, alla Grande esplosione del Cambriano. In particolare circa a metà del periodo (505 ml di anni fa), in un posto preciso che ne costituisce quasi un simbolo: gli scisti di Burgess con i loro fossili, nei quali lo sviluppo caotico della vita trova una sua pittoresca espressione (10).

Avanti ancora... settima pressione... lunghetta... stop! 

I primi esperimenti della vita pluricellulare, forse falliti, uccisi da una glaciazione, forse no. Sostiamo ad Ediacara, ma non è l'unico posto nel tempo profondo in cui avremmo potuto fermarci. Anche questo ha un valore simbolico, circa 600 ml di anni fa (11).

Ormai abbiamo il dito indice anchilosato, e ci sarebbero tante cose da andare a rivedere in questo viaggio a ritroso  a ritroso: la catastrofe dell'ossigeno, i fenomeni simbiontici tra  eubatteri e (probabilmente) archeobatteri che diedero il là alle cellule eucariote vegetali e fungine/animali, l'inizio della (micro) predazione, e... l'inizio.
Ma  dovremmo appiccicare il dito al pulsante rewind e più torniamo indietro più il film si fa confuso, criptico, come taluni capolavori di Michelangelo Antonioni, e pur "amando alla follia" Zabrinsky point non ce la sentiamo.

Facciamo solo un ultimo sforzo, torniamo indietro di una cinquantina di milioni di anni e... stop!

Ed eccola lì, tutta-tutta bianca-bianca: la Terra palla di neve...bellissima.
Eh! vallo a dire alle stromatoliti! (12)

--- §§§ ---

(1) L'estinzione della megafauna é quel fenomeno di rarefazione delle specie di mammiferi di grossa taglia che è avvenuto in tempi preistorici-protostorici in tempi compatibili con l'espansione degli uomini con un probabile ed importante contributo di questi ultimi.

(2)  Il problema del passaggio dalla non vita alla vita, che è questione problematica anche dal punto di vista ontologico, si avrebbe quando complesse molecole organiche cominciano a replicarsi all'interno di interfacce lipidiche. Probabilmente con l'aiuto catalizzante di substrati inorganici o di...Dio 
(3) Per molti milioni di anni la vita è stata unicellulare. La pluricellularità è una conquista relativamente recente. Il mondo, per la maggior parte del suo tempo è stato un brodino di cellule. 
(4)  Secondo le teorie dell'evoluzione stellare il sole, una volta esaurito l'idrogeno nel nucleo, espanderà i suoi strati esterni fino a divenire una gigante rossa. Durante  questa fase evolutiva, a fronte di un calo delle temperature della superficie solare, la nostra stella si farà man mano più vicina, così da rendere impossibile la vita sulla Terra. Fino a "mangiarsela". 
(5) Gli studi genetici hanno provato che noi Sapiens, i Nehandertal, li abbiamo trombati non solo in senso metaforico. C'è un po' di nehandertal in tutti noi (in alcuni più che in altri:-), ed anche un po' di Denisova, i terzi incomodi del pleistocene. Forse siamo l'unica specie emersa al tempo attuale di una comunità Homo più numerosa di quanto presupponevamo in passato e forse non del tutto scoperta.
(6) Per milioni di anni l'america del sud è stata un world apart ed aveva sviluppato una sua fauna peculiare con animali non riscontrabili altrove tra cui vi erano enormi uccelli predatori alfa (i Forusracidi), e i Notoungulati, forme che comprendevano "sosia" di rinoceronti, cavalli ed altri animali di altre zone del mondo. Tra l'altro la cosa affascinante è che ecosistemi simili  portano a forme simili, ma non identiche, con saltuarie sorprese (i canguri giganti al posto delle mucche, l'Indricoterium al posto delle giraffe, etc) 

 (7) Nel massimo termico paleocene-eocene si pensa che le temperature medie globali siano aumentate di 6 gradi in 20.000 anni. Ricordiamo che noi rischiamo di fare altrettanto in un tempo molto molto inferiore. 
 (8) In effetti gli uccelli sono dinosauri e sono sopravvissuti. Quindi non tutti i dinosauri si sono estinti al limite K-T
 (9) Non si è del tutto sicuri della causa della estinzione "più estintiva" della storia del mondo ma sicuramente l'immensa eruzione siberiana determinó il problema. Si dice che, a causa dell'incremento del calore e della CO2, molte acque divennero povere di ossigeno, innescando le condizioni per fermentazioni anaerobiche liberanti gas solforici in acqua ma anche nell'aria: "e la morte venne dal mare" si potrebbe titolare quel momento 
 Da quando esistono gli amnioti (che a dispetto dell'assonanza del termine non sono una comunità di ingenui paucidotati) due schiatte si sono alternate "al potere": Sauropsida, ossia tutto ciò che ha dato origine alle forme rettiliane e discendenti, quindi coccodrilli, serpenti, tartarughe, dinosauri, uccelli et similia, e Synapsida, ossia tutto ciò che sta sul cespuglio evolutivo che ha portato ai mammiferi, comprese tante cose sulle quali la categorizzazione aristotelica inciamperebbe di brutto. Ora i primi a fare gli sboroni sono stati i nostri antenati, i Pelicosauri (che noi indicheremmo come rettili certamente) poi i Terapsidi (che ci confonderebbero alquanto). In seguito alterazioni climatiche portarono in auge altri gruppi come i Coccodrillo-parenti ed i dinosauro-parenti, a loro volta tra loro più parenti che con i nostri antecessori. Infine, dopo che l'asteroide Chicxulub (aiutato dal periodo eruttivo dei trappi del Deccan che li aveva lavorati ai fianchi) estinse i dinos, i mammiferi-like ripresero lo scettro, uccelli permettendo. Quindi tutti noi mammiferoni  fortunati dovremmo ripetere ogni 6 ore: "grazie asteroide, grazie asteroide, ma non tornare più che una volta è bastata".

(10) Burgess shale é un dagherrotipo del mondo odierno. Una foto sbiadita e retró in cui gli attuali gruppi di animali pluricellulari iniziavano la loro corsa con(tro) il tempo più qualcuno che si é perso per strada, come i graptoliti. Con stars come Hallucigenia (Onichophora), Pikaia (Chordata, noi), Wiwaxia (che non si sa bene cosa fosse) e i magnifici dinocaridi. Ma perché proprio adesso la cosiddetta esplosiane cambriana? Perché ora il momento in cui la fantasia della natura ha spiccato il volo? (tipo un hyppie che vola da un balcone dopo essersi calato un acido!). L'ossigeno c'era già da un po', ma c'é chi dice che più o meno in quel periodo vi fu un aumento ulterore della sua concentrazione, fornendo lo sprint necessario agli esperimenti evolutivi, altri dicono che la fratturazione continentale in quell'era rese disponibili molti ecosistemi che favorirono la speciazione. Ma bene non si sà.  

 (11) Ediacara ed altri 2-3 siti simili rappresentano i primi esperimenti di pluricellularità. La differenza con le argilliti di Burgess sta nel fatto che qui non riconosciamo una familiarità nelle strutture, sembra una prova finita male, tipo: "ehi ragazzi! Perché non proviamo ha fare un biotopo con specie pluricelluri?". All'inizio c'é entusiasmo, poi qualcuno si stanca, qualcun'altro cambia idea ed alla fine non se ne fa niente. Bisogna aspettare parecchie altre milionate di anni prima di riuscire a metter su una squadra come si deve. Quindi poco di Ediacara sopravvisse, il perché non si sà, forse furono predati da appartenenti ai phyla del cambriano, forse scomparvero per altre cause. Comunque già verso la fine del periodo detto Ediacariano già si vedevano piccoli animaletti diversi chiamati "piccola fauna dura", i probabili ascendenti di quelli dell'esplosione di vita cambriana. 

(12) Abbiamo rischiato veramente tanto. I ghiacci si erano spinti fino all'equatore. Si era creato in effetto domino, un cane che si mangia la coda: l'avanzata dei ghiacci aumentava l'albedo della terra che rifletteva di più la luce solare creando i presupposti per un ulteriore avanzamento. Ma a quei probabilmente pochi sopravvissuti unicellulari arrivarono in soccorso i vulcani che spararono enormi volumi di anidride carbonica in atmosfera dando il via ad un poderoso e salvifico effetto serra. E così eccoci qua. 
Le stromatoliti che sono il risultato dell'attività di crescita di particolari tipologie batteriche dobbiamo ringraziarle perché sono state le principali responsabili della catastrofe dell'ossigeno, cioè l'inizio di un tipo di fotosintesi che utilizzando l'acqua come donatore finale di protoni liberò ossigeno. Catastrofe perché l'ossigeno si rivelò tossico per molti ma che diede anche vita, tra i sopravvissuti e tra chi non si era occultato ad esso, alla possibilità di operare la respirazione cellulare.
Quest'ultima a differenza della semplice fermentazione consente di estrarre più energia dai substrati (ciclo di Krebs).
C'è però chi dice anche che la Terra palla di neve, quasi annientando le stromatoliti liberò, in un certo qual modo, spazio a differenti esperimenti che portarono agli eucarioti e quindi, in definitiva, a noi glabri scimmioni loquaci.

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