Hong Kong: ore 8,30
Mr Chen si guarda allo specchio.
Come tutte le mattine prova vari sorrisi, cercando quello che risulti il piu' credibile.
Non si sente particolarmente in sintonia con il resto del mondo, e la causa e' un piccolo dolore che lo tormenta dalla sera precedente, e che gli ha reso il sonno terribilmente leggero ed intermittente.
La cosa che gli sta crescendo dentro, giorno dopo giorno, e che fa ormai parte della sua vita, si e' risvegliata e afferma la sua esistenza con stilettate impietose.
E soprattutto fa male.
Ma bisogna accontentarsi perche' il dovere chiama, come gli ricorda improvvisamente il pulsare dello smartphone nella tasca dei jeans.
Il dott. Chen manda giu' in fretta due pillole bianche, si liscia i capelli all'indietro con due palmi di gel, afferra il lungo camice appeso ad un gancio a forma di dragone, ed esce finalmente ad affrontare la giornata.
Forli': stessa ora (piu' o meno)
Fabio si sveglia elettrizzato.
Anche lui ha dormito poco, ma per tutt'altri motivi.
La domanda e' sempre quella : esiste davvero questo fiume fantasma?
Questa e' stata la prima cosa strana che lo ha colpito : in un universo alla deriva di pigrizia ed inettitudine, la traccia di questa ombra topografica ogni tanto appare nitida, quasi messa li apposta perche' qualcuno la noti prima o poi, come un indizio per una eterna caccia al tesoro, e Fabio, da sempre intrigato da questi giochetti enigmistici, si e' fatto catturare, senza la minima protesta.
Dresda : ore 9Helga la gattara, curva sotto il peso del suo zaino di novant'anni, stretta in un tabarro verde oliva che ha segnato tutti i passi della sua esistenza, si muove decisa (piu nelle intenzioni che in una sua effettiva concretizzazione) verso i pochi gradini che la porteranno alla sua abitazione.
Il solito magrebino che si e' abilmente mimetizzato con l'ambiente per concludere tranquillamente in propri affari, le sorride sornione.
I pochi gradini risvegliano impietosamente la lombalgia che la affligge da troppo tempo, quasi da sempre per quel che le e' permesso ricordare, e che, come un metronomo impietoso, scandisce il ritmo dei propri passi, ognuno un dolore, tutti verso la meta agognata della sua comoda poltrona.
Appoggia i due pesanti sacchetti della spesa (preferisce avventurarsi nei supermercati alle prime ore del mattino perche' odia le file e comunque ormai dorme davvero poco), e comincia a pensare a come far passare il resto della giornata.
USGS (United States geological survey)
Uffici di Reston, Virginia : ore 9,30Bill Mckenzie, la bocca ancora impastata di caffe' e donuts, si siede davanti allo schermo lampeggiante.
I suoi 140 chili stretti nella polo color lavanda, oscillano ad ogni movimento in piccole onde di grasso. Osserva i puntini luminosi che vagano in apparenti schemi casuali, in realta' segnando rotte e percorsi a lui ben conosciuti:
Quella che guarda quasi divertito e' una simulazione, il suo piccolo videogioco personale, mentre lo schermo a fianco, per fortuna ora decisamente immobile, trasmette dati in tempo reale sulla situazione sismica del territorio della California.
Dalla parte opposta, vicino ad una grande foto della sua famiglia (la moglie sorridente che sembra sua sorella tanto gli somiglia in peso ed espressione, vicino al figlio dodicenne che già cresce bene in tutti i sensi), ha posizionato un piccolo grafico incorniciato.
Bill "the bear" McKenzie (Bill il plantigrado, la cui mente semplice ha imparato saggiamente a cercare di non complicarsi inutilmente la vita), non sa se crederci, non sa in generale a cosa credere, ma la cosa lo diverte, gli sembra giusta, e va bene cosi'.
Sorride e stacca un altro pezzo di donut.
Carrizo Plain, California : ore 10Anche oggi sara' una giornata di inutile attesa, prevede Capo Ahote, gironzolando dentro l'hangar tra pezzi di elica arrugginita e bidoni di carburante mezzi vuoti.
La perenne ansia in cui vive da sempre, calza a pennello col nome che si e' scelto (Ahote significa "uomo inquieto" nella lingua dei nativi americani), e che gli sembrava decisamente piu' evocativo del suo prosaico John Lecombe.
Due anni prima, quando partori' la sua folle idea di organizzare visite guidate in aereo sulla faglia di Sant'Andrea, immaginava frotte di turisti accorrere all'allettante idea di un viaggio memorabile per ammirare quella lunga ferita di milletrecento chilometri che separa la California in due fette quasi gemelle, come un Mose' con le acque del Mar Rosso, e che dall'alto si rivela in tutta la sua maestosa mostruosita'.
Ormai e' palese il fallimento dell'operazione.
Da quando ha aperto, solo una ventina di persone hanno risposto al suo richiamo (piccole famigliole schiamazzanti e qualche bachelor party), insufficienti per coprire le spese sostenute.
Il suo sangue Quechan, diluito dai molteplici tentativi di integrazione ma pur sempre vitale, ogni tanto gli sussurra di disseppellire l'ascia di guerra per sfogare le proprie frustrazioni. Per fortuna e' sempre la sua parte piu' civilizzata a prevalere, che oggi gli sussurra di approfittare della bellissima giornata che si profila all'orizzonte.
All'inferno, pensa, perche' no? cerchiamo di usare al meglio gli ultimi litri di carburante che sono rimasti.
Afferra il casco munito di go-pro nuovo fiammante ( la sua ultima dispendiosa follia), salta sul piccolo biplano, accende il motore e lo ascolta fare le fusa con un brivido di piacere.
Dintorni di Forli':ore 10,30"..si parla di questo fiume fantasma, che dovrebbe scorrere da Forli' a Ravenna, Utis credo venisse chiamato, che significa violento, impetuoso, in un antico dialetto celtico, o qualcosa del genere.
Se ne scorgono tracce tra piazza Santa Chiara fino a via Trentola. Mi ricordo che da piccolo ci giocavamo utilizzandole come piste da biciclette, piccoli canali che si riempivano di acqua durante le piogge piu' intense, ora strozzati tra isole di cemento e terreni incolti, e non piu' distinguibili.
-----------Fabio ha parcheggiato vicino ad una macchia di pini, e con in mano un mazzo fotocopie stropicciate, si avvia deciso verso il nulla.
Ricorda le due chiacchiere fatte con quel vecchio in una osteria di paese, qualche mese fa, che gli furono decisamente piu' utili di mille notizie digitali, in fondo molto meno affidabili della sana memoria popolare.
ll borsone gli pesa sulla spalla sinistra, ma l'utilita' del suo contenuto glielo rende piu' sopportabile.
Affondando sconsolato uno stivale nel fango, prosegue nella sua avventura.
Hong Kong : stessa oraUna lunga schiena nuda fitta di tatuaggi aspetta il dott. Chen sul lettino ambulatoriale.
Il paziente e' gia stato preparato dalla sua solerte infermiera ( solerte e ben pagata, pensa distrattamente), e lo attende in silenzio. L'aria intrisa di incenso e vapore oggi lo opprime, come tutto d'altronde. Decide percio' di concedere al suo sorriso professionale, visto che il cliente non ha ancora girato la testa a guardarlo, di vacillare per un attimo.
"Konnichiwa!". Il paziente, un alto dirigente di una importante multinazionale di cui non ricorda minimamente il nome (sia il suo che quello della ditta per cui lavora), tenta un inchino rituale, cosa che da sdraiato gli riesce ovviamente malissimo.
Chen gli appoggia una mano sul dorso per sottolineare gentilmente l'inutilità' del gesto, ed osservando la testa di Oni che occhieggia tra le scapole, riconsidera il ricordo che ha della sua professione. Ma in fondo cambia poco, ognuno ha diritto di fare tutti gli errori che crede.
Fatti i convenevoli di rito (come sta? tutto bene? e la famiglia?), apre un cassetto alla sua destra ed estrae un piccolo astuccio in pelle contenente i suoi strumenti di lavoro. "Coraggio, pensa, tra sole tre ore si va in pausa pranzo..".
Ma chissa' perche', la cosa non gli e' di alcun sollievo.
Dresda : ore 11,30Alpha, Beta, Gamma, Teta e Delta (i loro nomi sono il frutto di antiche reminiscenze di studi classici), dopo avere fatto festa a cibo e coccole con un concerto di fusa perfettamente sincronizzate, si sono acciambellati in un morbido groviglio sul vecchio divano sfondato.
Anche Helga si e' preparata un piatto di minestra calda (mangia presto, ormai e' una consuetudine), ed ora si e' accesa un sigaro sottile, la sua personale coccola quotidiana.
Fuori ha ripreso a nevicare tra i raggi di un sole sbiadito, e spifferi gelidi si intrufolano tra le fessure degli infissi gonfi di umidita' facendo scricchiolare tutto, comprese le sue giunture.
Gli anni sono quello che sono, ed e' gia molto riuscire ancora ad essere autonomi senza bisogno di ricorrere all'assistenza sociale.
Allora perche' quella piccola lacrima che gli scivola via veloce tra le rughe?
Carrizo Plain : ore 11,45John (al diavolo quegli stupidi soprannomi folcloristici!), esegue una manovra elegante sopra la pianura bruciata che scivola via come uno sfondo da luna park.
E' una bellissima giornata di sole invernale, limpida e quieta, e sembra quasi facile lasciarsi dietro ansie e frustrazioni, dimenticare tutto e galleggiare come in un enorme utero fatto di soffici nuvole e docili correnti ascensionali, che egli accompagna con maestria, lungo una rotta che conosce ormai alla perfezione.
Improvvisamente avvista il mostro.
La faglia.
Chilometri di tessuto cicatriziale, un profondo taglio slabbrato nella carne della terra che espone le sue viscere senza pudore, e che si perde verso
l'orizzonte come un canale marziano.
"Bellissimo..", pensa John Lecombe, ed egoisticamente sorride al pensiero di essere uno dei pochi fortunati a cui e' stata concessa questa apocalittica e meravigliosa visone.
Quasi si sente, sotto la crosta ribollente, il pulsare di energie represse, pronte a scatarrare la propria ira su questa umanita' colpevole ed inetta.
"Non esageriamo..-continua nel suo soliloquio interiore- La natura non giudica nessuno, e' solo una grande bestia addormentata che a volte semplicemente e' meglio non disturbare..".
Dintorni di Forli' : ore 12Fabio, dopo essersi fatto strada per svariati minuti in una impenetrabile selva dantesca che gli ha fatto totalmente perdere cognizione di tempo e spazio, finalmente sbuca in una piccola radura.
Un giovane airone cinerino lo osserva con stolida indifferenza, poi apre improvvisamente le grandi ali in una fuga annoiata.
Fabio sorpreso dall'apparizione, barcolla all'indietro, ed il peso del grosso borsone lo trascina in una breve caduta giu' per un dirupo nascosto dai rami.
Il tutto e' successo troppo rapidamente per dargli il tempo di un pensiero, per cui si trova disteso faccia in giu' nella polvere senza quasi rendersene conto. La caduta ha sollevato un putiferio di ali e schiamazzi di protesta, levandogli di colpo quella fastidiosa sensazione di solitudine che lo aveva fino ad allora accompagnato.
Solleva la testa e si guarda intorno.
Li vicino tra mucchi di foglie morte da secoli, appare nettamente un piccolo avvallamento, che continua indisturbato in mezzo alla vegetazione per alcuni metri. Alzandosi e cambiando radicalmente la prospettiva, la cosa si definisce piu' nettamente : e' un canale, che scorre ai suoi piedi, e il cui inizio e fine si perdono nella boscaglia.
Sembra proprio che finalmente abbia trovato il suo fiume fantasma.
Apre eccitato il borsone e comincia ad estrarne il contenuto disponendolo in ordine sul terreno : il suo fedele I-pad, un piccolo quaderno a quadretti, pennarelli ed evidenziatori multicolori, un martello ed una vanga, ma soprattutto un mazzo di pioli in metallo, su ognuno dei quali ha inserito un piccolo cip per seguire sulla "padella" il percorso che delimiteranno, e costruire la sua mappa personale.
Afferra il primo piolo, e lo conficca nel terreno con una precisa martellata.
Hong Kong : ore 12,30Al dott Chen trema leggermente la mano.
Il dolore si e' fatto davvero insopportabile e rende difficile anche la piu' semplice operazione.
Ma oggi ogni cosa sta diventando complicatissima.
Mentre fuori la citta' annega nel proprio incenso tossico, il suo piccolo mondo etereo fatto di ceri scintillanti e vapori profumati sembra provenire da una dimensione parallela.Il pensiero di vivere in una situazione privilegiata, almeno apparentemente, per un attimo gli fa ritrovare la concentrazione adatta.
Apre l'astuccio nero, ed estrae una ventina di aghi che brillano nel palmo della sua mano.
Il terzo paziente della giornata, una donna sulla trentina leggermente abbronzata, lo sta aspettando.
Dresda : stessa ora"...era una notte scura e carica di strani presagi.
Io e mia sorella eravamo rimaste sveglie fino a tardi sdraiate sul tetto di casa nostra, perse in mille discussioni inutili, una scusa come un'altra per restare vicine, entrambe bisognose di affetto e calore umano.
Un'aria gelida le spingeva davanti a se, come un cane da pastore con il suo gregge di pecore belanti.
----------Helga, la vecchia signora, sorride.
I ricordi, anche se orrendi come questo, portano sempre con se qualcosa di leggero, che ancora le procura brividi piacevoli.
Helga e' stanca e comincia ad assopirsi, ma l'atmosfera vibra, gravida di aspettative.
In volo sopra la faglia : ore 12,45E' facile governare l'aereo in giornate come questa, limpida e tranquilla.
John, stacca un morso di cioccolato, il suo pranzo di oggi, mentre fila via veloce in un corridoio di nuvole bianche.
Non ha parenti Capo Ahote, ne' affetti a cui tornare, tutto si e' perso nel tempo tra delusioni e fallimenti. Genitori scomparsi, una moglie che lo ha abbandonato alla propria follia.
Rimangono lui e la natura, l'unica che non lo ha mai tradito, che non gli ha mai chiesto o rinfacciato nulla.
E che ora scorre sotto di lui, monotona e famigliare.
La faglia, il deserto.
Per questo sente con precisione che qualcosa non torna, che manca un tassello importante per completare il quadro generale. Ovvio, si rende improvvisamente conto con un certo disagio, non ci sono i soliti uccelli ad accompagnarlo, non c'e' proprio nulla lassu', se non lui ed il suo aereo.
Come fosse stato tutto cancellato via dalla lavagna azzurra del cielo.
Da qualche parte vicino a Forli': ore 13Circa un'ora dopo, Fabio si gira a contemplare il lavoro fatto.
In mezzo ad una lieve nebbia, si scorge la fila di pioli che, ad intervalli regolari, spuntano dal terreno.
Sullo schermo dell'I-pad corrispondono ad una linea di lucine intermittenti, che cominciano a delineare qualcosa di piu' preciso, dove prima c'era il nulla.
Fabio si ferma.
Non sara' come aver scoperto le sorgenti del Nilo, ma nel suo piccolo e' una grande vittoria.
Se solo riuscisse a spiegare quell'ansia che gli sta montando dentro, ad ondate sempre piu' invasive.
E' iniziato tutto mezz'ora fa, si e' insinuato subdolamente tra i suoi nervi facendoli vibrare di un allarme insistente e apparentemente immotivato.
Poi capisce.
Il silenzio.
Tutto intorno a lui regna un silenzio totale, come in un mondo congelato che aspetti l'inevitabile apocalisse col fiato sospeso.
Appoggia una mano a terra, colto da un improvviso sospetto, e sente sotto i palmi una leggera pulsazione.
E allora? Cosa c'e' di strano? La terra e' viva, magari ora sta solo russando, come un'enorme animale in letargo. Sorridendo per rassicurarsi, estrae l'ennesimo piolo dalla borsa e lo pianta deciso nel terreno con un rapido colpo di martello.
Il mondo si sposta.
Prima impercettibilmente, poi con una forza che lo fa barcollare.
Non e' un terremoto, e' qualcosa di diverso, di piu' atavico. Qualcosa che si mette in sincronia con la sua ansia, come se il suono che proviene dalle ventre della terra avesse creato dentro di se un immagine, un disegno che ora preme per uscire.
Il martello gli sfugge di mano, e mentre inizia a perdere l'equilibrio, sente che quella vibrazione sta diventando viva, e' carne e sangue da qualche parte nel suo corpo.
Si appoggia all'ultimo piolo piantato, e sente una leggera scossa che lo fa cadere in ginocchio.
Dal quel freddo pezzo di ferro parte un fulmine blu cobalto, una scarica energetica che si perde nella nebbia, scorrendo da piolo a piolo, in una catena ininterrotta, viva e crepitante.
Una cosa ormai e' certa, la sente dentro le viscere : la bestia si sta svegliando.
Tenta di alzarsi in piedi, poi intravede in lontananza qualcosa di enorme e fluido che si avvicina rapidamente.
Non fa in tempo a chiedersi di cosa si tratti, che una colonna d'acqua lo investe in pieno.
Hong Kong : stessa oraChen si riscuote dopo alcuni (minuti? secondi?) momenti di completo black-out, che lo hanno lasciato stordito e disorientato.
La realta' e' ancora tutta li' intorno a lui, immobile.
Si stropiccia gli occhi e guarda la schiena nuda che giace ancora immobile sul lettino. Dalle scapole al bacino gli aghi da agopuntura tracciano una riga perfettamente verticale.
Non ricorda di avere fatto nulla del genere, e soprattutto quello schema non corrisponde a niente che abbia studiato.
Poi nota una aura azzurrognola che aleggia tra le punte metalliche facendole risplendere.
E sente il riverbero di un'eco lontana, di qualcosa appena passato che ha lasciato un segno indelebile sul mondo.
Soprattutto si e' appena accorto che il dolore e' scomparso, e con lui, ne e' sicuro in un modo che lo sorprende, l'origine dei suoi mali pare come essersi assopita, in quello che, sente nel profondo, assomiglia tantissimo all'inizio di una guarigione.
Si lascia andare per la prima volta ad un vero sorriso, cullato da un mare interiore finalmente calmo e carico di aspettative.
Dresda : stessa oraHelga si e' immobilizzata sopra la sua poltrona, mentre l'intero universo sembra vibrare intorno a lei.
Quegli stessi gatti che ora, immobili sul divano, la stanno fissando tutti insieme.
Cinque paia di occhi che brillano nella penombra.
I suoi angeli custodi sono come in attesa di qualcosa.
Dopo un primo momento di paura, scende in lei una calma quasi lenitiva, e chiude gli occhi per assaporarla. Sembra che le sia stato tolto dalle spalle il pesante mantello degli anni vissuti, e si sente piu' leggera.
Apre gli occhi sorridendo e nota dietro di loro la figura famigliare della propria sorella, morta mille anni fa in quella notte terribile, che le fa un cenno come di invito.
Cosi' Helga la gattara si lascia cullare da quel suono, da quell'immagine vera e tangibile che la accompagna nella sua dolce caduta verso la sua nuova vita.
Il ronzio ora e' cessato.
Tutto giace in un bellissimo silenzio. I gatti sono usciti in fila da uno spiraglio della finestra, in mezzo alla neve, verso il resto della loro esistenza.
Helga giace serena, ancora avvolta nella coperta.
Sempre in volo : stessa oraIl biplano scarta senza preavviso verso destra.
Dal basso sta salendo una enorme nuvola di polvere giallo ocra, che avvolge rapidamente ogni cosa.
"E' finita...-pensa con un filo di rassegnazione- Finito tutto, preoccupazioni, ansie, dubbi e paure.
Al diavolo, ora che cominciavo ad abituarmici...".
Poi, veloce come era apparsa, la nuvola sparisce, rivelando qualcosa di surreale, come in un gigantesco gioco di prestigio.
La faglia e' scomparsa.
Una cosa immensa, impossibile, eppure inequivocabile.
La lunga cicatrice si e' come riassorbita, lasciando lievi tracce qua e la, segno evidente della sua rapida e completa guarigione.
La testa di John comincia a pulsare di domande inespresse, di dubbi e paure ancestrali, ed una profonda sensazione di disagio lo fa tremare visibilmente, tanto da rendergli impossibile continuare a volare.
Fa atterrare il piccolo biplano quasi senza neanche pensarci, e finalmente, a motore spento, sulla pista ora invasa da nuvole di tumbleweed che si rincorrono frenetici, si concede il lusso di smettere di tremare.
Poi si toglie il casco e nota che la telecamera che vi aveva installato sopra e' rimasta accesa per tutto il tempo, registrando ogni cosa.
Per un momento, un solo magnifico momento, un sorriso cancella ogni ansia e terrore. Chi al mondo oggi possiede una prova visiva di cio' che e' successo? Ma soprattutto : quanto saranno disposte le varie emittenti televisive a spendere per averlo?
Forse finalmente e' arrivato il tempo del riscatto, pensa.
Qualcosa di buono nella sua piccola vita.
--------------------------------- ---
"...il drago scivola veloce sotto la pelle del mondo, diventa i suoi nervi pulsanti, vasi sanguigni e linfa vitale.
Il grande serpente primevo, Ouroboros l'eterno, Pyto figlio e guardiano di Tiamat dea sumerica di tutto il creato,
Jormungandr il possente figlio di Loki che avvolge il mondo nelle sue spire protettrici.
Simbolo di circolarita', di rinascita e trasformazione., per i giapponesi e' l'origine dei terremoti, maree od inondazioni. Il suono che produce quando risvegliato, e' una immensa vibrazione, una frequenza sonora che puo' anche diventare salvifica e curativa quando si sincronizza con quella delle cellule, degli atomi fino ai livelli piu' basali dell'esistenza.
Un'immensa onda peristaltica che ovunque si muove corregge, pacifica, modifica..".
-tratto da "The power of the snake"; ed. Newton Compton. 1990" ..alcuni credono che l'intero pianeta sia attraversato da una griglia di linee energetiche, sui cui snodi civilta' millenarie, piu' o meno conosciute, hanno costruito i loro templi mistici, i loro monumenti esoterici per attingere a questa fonte inesauribile di potere.
Sono le Ley Lines, o linee del drago..".
-sito web
"L'Universo e' una infinito concerto di suoni e vibrazioni. La Cimatica e' la scienza che studia il rapporto tra immagini ed onde sonore. Ad ogni suono, ad ogni specifica frequenza corrisponde appunto un'immagine, una rappresentazione visiva della realta' che si incrocia con la vita e con ogni suo piu' intimo aspetto come pensieri, ricordi, sogni..."
-tratto da "Strange science"; n. 250, anno xxv
---------------------- -----------------
Reston, Virginia : dalle 13,30 alle 13, 40Gli ultimi dieci minuti della vita di Bill Mckenzie sono stati piu' intensi, in quanto ad emozioni ed avvenimenti, dei 32 anni che li hanno preceduti.
Lo schermo alla sua destra (quello che fotografa la realta' sismica del territorio da lui controllato), e' improvvisamente impazzito, e pur non essendo collegato ad alcuna segnalazione sonora, e' come se nella sua testa fosse scoppiata una cacofonica terza guerra mondiale.
Quell'esplosione di colori lampeggianti, le righe pulsanti di led, il frenetico grattare degli aghi traccianti sulla carta millimetrata, gli hanno fatto dolere gli occhi e tremare il cuore, quasi si stesse sincronizzando con l'onda sismica di passaggio.
Alzando gli occhi alla disperata ricerca di un aiuto, vede i suoi colleghi sciamare per i corridoi sventolando frenetici cartellette di plastica come katane da samurai, in una sconsolata battaglia contro quell'ignoto che ha improvvisamente bussato alla loro porta.
Come altrettanto improvvisamente, dopo pochi minuti di puro caos, tutto torna bruscamente alla normalita'.
Lo schermo del computer ora riflette beffardo soltanto il suo sguardo allarmato, nel solito nero profondo che segnala la sua completa inattivita'.
E mentre le televisioni, davanti alle quali si sono riunite mandrie di impiegati alla disperata ricerca di un perche', cominciano a trasmettere allarmate breaking news su quello che e' successo, e che nessuno, per ora e forse mai, riesce a spiegare, Bill l'orso, cerca nel donut che gli era sfuggito di mano il suo aggancio alla normalita', la sua coperta di Linus e, trovatolo, se lo porta felice alla bocca, in un ansiolitico boccone di zucchero e glassa, che gli fa apparire sul viso un enorme sorriso.
Dintorni di Forli' : ore 14 circaFabio ha raccolto tutti i paletti che aveva utilizzato, e ora li ripone nel borsone.
Gli sembrava fosse la cosa piu' giusta da fare, anche perche' il fiume fantasma ha lasciato una traccia indelebile sul suo I-pad, e ormai non puo' piu' sfuggirgli.
Meccanicamente si spolvera il giubbotto impermeabile come per togliere fantomatiche gocce di acqua.
Sa ormai da qualche minuto che il suo indumento e' perfettamente asciutto, e cio' che gli e' capitato e' stato un classico momento di estraniazione dalla realta', forse strettamente legato al contatto che ha avuto con quella strana fonte energetica che lo ha attraversato (quella si', reale), come un'onda anomala.
Strappa la linguetta metallica da una lattina di birra, e si concede una meritata sorsata.
La Dreher e' orribilmente tiepida, ma riesce comunque a dargli un po' di sollievo.
Un triangolo di anatre solca il cielo come definitiva conferma del pieno ritorno alla normalita'.
Fabio prende il cellulare e compone freneticamente un numero famigliare.
"Pronto Rob? Non crederai mai a quello che mi e' successo..".
Due piccoli ringraziamenti:
Fabio, per lo spunto:
Paola per l'utilissimo editing.
Modena, Gennaio 2016
Auguro a tutti di essere perfettamente sincronizzati con la peristalsi del drago! Complimenti Steve, scrivi sempre meglio!
RispondiEliminaSono arrivato un po' tardi ma il racconto mi é piaciuto molto. Tante storie legate ad un fiume di antica energia risvegliato da un curioso roncadellese.
RispondiElimina