domenica 17 giugno 2018

AL DI LA' DEL TEMPO E DELLO SPAZIO

L’uomo e’ un animale irrequieto.
Non ci accontentiamo proprio di vivere il nostro tempo, ci sentiamo intrappolati in una esistenza troppo lineare che porta dalla culla alla tomba, e finiamo per domandarci costantemente che futuro ci aspetta o come sarebbe andata se avessimo compiuto scelte differenti.
Lontani anni luce dalle pragmatiche filosofie orientali che concepiscono il presente come l'unica realta’ possibile, siamo curiosi di saper cosa c’e’, ci sara’ o c’e’ stato, dietro al famigerato "Angolo". E’ la nostra natura ribelle, che cerca di liberarsi dalla schiavitu’ di schemi e ritmi troppo rigidi. Immaginiamo percio’ che il suddetto "Angolo" sia grande abbastanza per nascondere l’intera nostra esistenza passata e futura, od infiniti mondi alternativi al nostro e che si riesca, un giorno, a darci una sbirciatina.
E la scienza, figlia nobile della nostra atavica curiosita’, cercando affannosamente di spiegare tutto, ci illude che questo “tutto” sia davvero gia’ a portata di mano.
Le teorie filosofiche di Giordano Bruno, i buchi neri, la relativita’, la quarta dimensione, la teoria delle stringhe : a piccoli passi ci avviciniamo alla meta.
Per nostra fortuna la fantasia corre molto piu’ veloce della realta’.
E si muove su due dimensioni : il tempo e lo spazio.

 Il tempo 

Scienza e fantascienza sono riusciti a definire almeno quattro modi per viaggiare nel tempo:

 L’animazione sospesa 

Gia’ nell’ottocento alcuni scrittori avevano intuito quale fosse il modo piu’ sicuro e semplice di viaggiare nel tempo : addormentarsi per poi risvegliarsi anni dopo nel proprio futuro.
Minima fatica, massimo risultato.
Ti perdi “solo” un pezzetto di vita, ma potrebbe essere un danno accettabile per sfamare la nostra insaziabile curiosita’.
E’ quello che accade a Rip van Winkle nel racconto di Washington Irwing del 1819, che si addormenta per vent’anni sotto un albero, risvegliandosi poi alla fine della guerra (nella fattispecie quella d’indipendenza americana) che nel frattempo lo ha privato di moglie ed amici.
Anche il protagonista de “Il risveglio del dormiente” (1899) di H.G.Wells, dopo un sonno lungo ben 203 anni, viene riconsegnato ad un mondo irriconoscibile ed ostile.
Di sospensione vitale (in questo caso tramite erbe dalle misteriose proprieta’) e conseguente viaggio nel futuro si parla anche nel romanzo di Emilio Salgari : “Le meraviglie del duemila” del 1907.
Questi primi esempi di romanzi fantascientifici, oltre al puro intrattenimento, avevano l’obiettivo di fungere da monito per una societa’ che gli autori vedevano cambiare troppo rapidamente.
Il sonno criogenico e’ ancora l’unico sistema concreto e praticabile che abbiamo ipotizzato per riuscire a sfidare le leggi della natura e del tempo.
Sara’ utile in futuro per affrontare i lunghi viaggi interstellari, come e’ gia utile ora per rendere credibili i films di fantascienza.
Come ogni sistema, ha pero’ ha i suoi rischi.
In “Pandorum” (2009) di Christian Alvart, ad esempio, il precoce risveglio di parte dell’equipaggio di una astronave interstellare crea un caotico miniuniverso dove passato e presente finiscono per coesistere con effetti devastanti.
In “Iceman Cometh” (nelle due versioni del 1989 e del 2014) un guerriero samurai ed il suo acerrimo rivale precipitano in un ghiacciaio e si risvegliano duecento anni dopo per continuare la loro sfida.
In “Demolition man” (1993) e’ il turno di Silvester Stallone e Wesley Snipe, rispettivamente nei ruoli di poliziotto e criminale, di riproporre gli stessi schemi narrativi.
Questo sistema pero’ puo' essere utilizzato per viaggiare in una unica direzione : il futuro.
In “Stati di alterazione” di Ken Russel (1980) invece, il protagonista (William Hurt),  richiuso per un esperimento in una capsula di deprivazione sensoriale, subisce una regressione fisica e psichica che lo trasforma in un uomo primitivo : e’ un anomalo viaggio temporale, dove il tempo si modifica solo per lui.


La macchina del tempo 

Ben piu’ comodo (ed affascinante) e’ viaggiare nel tempo tramite un mezzo di trasporto.
Sedersi di fronte ad una selva di manopole, luci stroboscopiche e pulsanti colorati, impostare una data, e percorre le autostrade temporali in qualunque direzione si desideri . questo e' davvero "cool"!
Il primo ad immaginare l’utilizzo di un apparecchio temporale e’ stato Edward Page Mitchell, misconosciuto ma seminale autore di racconti fantastici, nel racconto “L’orologio che andava indietro nel tempo” del 1882.
Ma la piu’ famosa crono-astronave e’ pero’ quella che utilizza il protagonista del breve romanzo di H.G.WellsLa macchina del tempo” pubblicato circa dieci anni dopo.
La sua immagine piu' iconica ci e’ stata consegnata dall’omonimo film di George Pal del 1960 con Rod Taylor : una specie di hovercraft monoposto munito di leve e cronometri.
Il suo profilo deliziosamente art deco’ ha ancora un suo fascino, come sanno bene Sheldon e gli altri protagonisti di "Big Bang Theory".
Nel film di George Pal il protagonista e’ Wells stesso, che in una successiva versione, “L’uomo venuto dall’impossibile” di Nicholas Meyer con Malcolm McDowell del 1979, insegue nel tempo addirittura Jack lo Squartatore, fuggito con un prototipo della sua invenzione.
Nel 2002 si giro’ un remake della storia originale per la regia di Simon Wells, pronipote del famoso scrittore : e cosi’ il cerchio si  chiudeva.

L’opera di Wells e’ la proiezione futuribile e distopica di cio’ che l’autore aveva sotto gli occhi : la nascita dell’industrializzazione, della suddivisione in classi del genere umano, del governo dei pochi sui molti.
La storia dei diafani e decadenti Eloi e dei barbari e vendicativi Morloks e’ l’ennesimo avvertimento per il genere umano di chi vede lontano nel tempo, anche se solo attraverso il filtro della fantasia. Ben piu’ moderne ed accattivanti sono altre due famose macchine del tempo : il Tardis del “Doctor Who” e la Delorean di “Ritorno al futuro”.
Doctor Who e’ un vero e proprio Signore del Tempo, uno degli ultimi sopravvissuti di una razza di alieni immortali provenienti dal pianeta Gallifrey, che utilizza una astronave spazio-temporale senziente, camuffata da cabina della polizia, per viaggiare nello spazio e nel tempo a suo piacimento. Il, per ora, anonimo Dottore (“Doctor...who?” gli chiede immancabilmente chi lo incontra sul suo cammino), e’ il protagonista della serie televisiva piu’ longeva della storia.
Trasmessa dalla televisione inglese quasi ininterrottamente dal 1963, consta, ad oggi, di ben 36 stagioni in cui si sono alternati 13 dottori interpretati da altrettanti protagonisti.
L’idea per riuscire a rinnovarsi mantenendo inalterato lo schema iniziale e’ molto semplice : ogni tanto il Dottore muore e si rigenera, cambiando faccia, stile ed attore.
E dopo anni di egemonia maschile, finalmente, l’ultimo in ordine di programmazione sara’ per la prima volta una donna.

 La Delorean (DMC-12) non e’ solo l’unico modello costruito e prodotto dalla Delorean Company, piccola compagnia automobilistica di Detroit, in soli 9200 esemplari dal 1981 al 1983, ma e’, forse soprattutto, la vera protagonista della trilogia di Robert ZemeckisRitorno al futuro” (1985-1990).
Qui per la prima volta viene esemplificato  uno dei piu’ grandi rischi dei viaggi nel tempo; il paradosso temporale.
Marty McFly (Michael J.Fox) e doc Emmett Brown (Christopher Lloyd) incontrano ed interagiscono con le versioni piu’ giovani, loro e dei loro genitori, finendo per rischiare di cambiare il loro futuro.
Se proiettiamo la Teoria del Caos, piu’ conosciuta come Effetto Farfalla (”I sistemi fisici dinamici si modificano esponenzialmente rispetto alle condizioni iniziali”) in una dimensione temporale, il disastro diventa inevitabile.
Alcuni studiosi affermano che non e’  possibile interagire con i noi stessi piu’ giovani (o piu’ vecchi), dato che la stessa materia non potrebbe occupare lo stesso spazio, ed entrambe imploderebbero al primo contatto, come si ipotizza in “Timecop” del 1994 di Peter Hyams con Jean-Claude Van Damme.
Altri invece ritengono che questo varrebbe piu’ per la fisica che per la biologia, visto che il nostro io giovane sarebbe molto diverso da quello piu’ anziano.
Teniamo buona quest'ultima ipotesi, per non rovinarci il divertimento.
Infatti e' proprio quando la fantasia si libera dalle pastoie della plausibilita’ che inizia lo spettacolo.
Nel fumetto “Chrononauts” di Mark Millar (gli scrittori di comics si fanno molto meno scrupoli) in un futuro dove i viaggi nel tempo sono diventati uno show televisivo, due intraprendenti ed incoscienti crononauti, infischiandosene bellamente dei paradossi, creano un regno personale depredando il passato ed il futuro di ricchezze e conoscenza.
Braccati dalla polizia temporale, scatenano una guerra globale utilizzando ogni tecnologia militare conosciuta : dalla falange macedone fino ai missili termonucleari.
Per evitare il rischio del paradosso, anzi per contenerlo e controllarlo secondo i propri scopi, basta compiere operazioni chirurgiche mirate come succede nella saga di Terminator” (1984) di James Cameron, o in “L’esercito delle 12 scimmie” (1995) di Terry Gillian.
Si puo’ cambiare il futuro, ma solo usando mooolta attenzione.
In “Timecrimes” (2007) invece, Nacho Vigalondo cerca di rispettare rigidamente la “Teoria di Novikov”, che afferma sia impossibile cambiare avvenimenti gia accaduti : infatti, per quanto il protagonista si affanni a cercare di porre rimedio ai paradossi che ha creato viaggiando indietro nel suo passato, ci pensera’ il Tempo stesso, come una vera e propria unita’ senziente, a rimettere tutto in ordine.
In “Time express”, serie televisiva del 1979, e’ un treno che viaggia nel passato a far rivivere ai suoi passeggeri alcuni episodi della loro vita.
In “Vojagers!” miniserie statunitense del 1982, e’ invece l’Omni, misterioso oggetto a forma di bussola, che permette al pirata settecentesco Phineas Bogg insieme al suo giovane partner Jeffrey Jones, di esplorare epoche lontane.
In ”Time bandits” (1981) di Terry Gilliam, e' il turno di una mappa magica tramite la quale una banda di nani ladruncoli  depredano il passato ed il futuro.
Un po’ meno bella visivamente ma molto piu’ elaborata dal punto di vista scientifico, e’ la macchina del tempo che compare nel film indipendente “Primer” di Shane Carruth (2004) : una semplice scatola collegata ad un complicato meccanismo che permette hai due giovani intraprendenti scienziati che l'hanno creata  nel loro garage (come ogni startup che si rispetti) di viaggiare indietro nel tempo.
Dopo essere stati rinchiusi al suo interno per 6 ore, escono nel passato quando la scatola e’ stata accesa.
Un esperimento scientifico, utile anche per arricchirsi come nella migliore tradizione del genere, che finisce per far piombare i due in una ragnatela di paradossi che distrugge le loro vite.
Il ritmo lento e privo di spettacolarizzazioni, rende l’operazione quasi una docufiction sul tema.

Nel campo dei comics forse uno dei piu’ famosi viaggiatori temporali con la sua brava crono-capsula, e’ Rip Hunter.
Apparso nel 1959 su “Showcase” n.20 per opera di Jack Miller e Ruben Moreira, fa parte di quella schiera di eroi/scienziati che proliferavano in quel periodo, e di cui sono illustri rappresentanti i Challenger of the Unknown, creati due anni prima da Jack Kirby, e Cave Carson, nato successivamente nel 1960 da parte di France Herron e Bruno Premiani.
Nel fumettistico supereroistico vengono spesso utilizzati i viaggi temporali per ampliare l'universo narrativo dei propri eroi : Superboy ad esempio visita spesso il futuro di cui diventa un personaggio di rilievo come membro effettivo della Legione dei Supereroi.
Questo variegati supergruppo del 30' secolo, venne creato nel 1959 da Otto Binder, Mort Weisinger e Al Plastino sulle pagine di Adventure Comics (importantissima e longeva testata D.C. che precede le piu' famose Action e Detective Comics), conquistandosi nel tempo completa autonomia editoriale.
Sono frequenti anche i supereroi del futuro, come ad esempio Booster Gold (sempre di casa D.C.), che hanno visitato il nostro presente e vi sono rimasti.
Anche lo Spiderman del futuro, Miguel O’Hara, personaggio che faceva parte del Marvel Universe 2099, una vera e propria linea editoriale lanciata dalla “Casa delle Idee”nel 1992. Creato da Peter David e Rick Leonardi, finisce nella linea temporale ufficiale a collaborare con Peter Parker (in realta’ lo Spiderman che incontra ha la mente del dott.Octopus, ma questa e’ un’altra storia).
Nelle storie degli X-Men il viaggio temporale e' una consuetudine oramai consolidata : dall'arco narrativo "Giorni di un futuro passato", all'arrivo di Alfiere poliziotto mutante del futuro, fino all'inserimento dei giovani mutanti delle origini nella continuity del presente Marvel.
Nel mondo D.C. il Reverse-Flash, l'antagonista di Flash che viene dal futuro,  provoca un'alterazione temporale che riscrive completamente la storia dell'universo supereroistico di Batman e compagni, con conseguenze che ad oggi non si sono ancora risolte.
Nei fumetti, e nelle loro versioni cinematografiche, d'altronde e' tutto e’ molto piu’ facile : a Superman basta far ruotare la Terra in senso inverso per tornare indietro nel tempo e salvare la vita a Lois Lane (“Superman:il film”del 1978).
Ad un super non si chiede necessariamente la plausibilita’ delle sue azioni, anche se qualcuno ci ha provato come James Kakalios nel suo libro: “La fisica dei supereroi”.
Ma in una futuribile societa’ ipertecnologica l’utilizzo della macchina del tempo potrebbe davvero diventare una normale routine lavorativa.
In “Loopers” (2012) di Rian Johnson ad esempio, il viaggio nel tempo diventa il modo utilizzato da killer professionisti per far sparire le proprie vittime, facendole sopprimere dai se del passato.
 Nel serial televisivo spagnolo “El ministerio del tiempo” (2015), una vera e propria forza di polizia infratemporale composta da personaggi che provengono da varie epoche, cerca di cotrollare i paradossi temporali.
Nel serial “Timeless” (2016), un criminale ruba una macchina del tempo e tenta di riscrivere la storia americana a suo vantaggio.
In “Source code” (2011) di Duncan Jones con Jake Gyllenhaal, una vittima di un attentato viene costretta a ripercorrere gli schemi mnemonici dei suoi ultimi otto minuti di vita, per scoprire il colpevole.
Se questo "rubare" un breve frammento temporale per i propri fini e’ qui frutto della tecnologia umana, sembra invece causato da un intervento diretto del destino quello che accade a Franca Potente protagonista di “Lola corre” (1998) di Tom Tykwer e a Bill Murray in “Ricomincio da capo” (1993) di Harold Ramis.
In entrambi i casi il ripetere ossessivamente lo stesso periodo di tempo serve ai protagonisti per ritrovare una piu' giusta direzione esistenziale.
Questo “pedagogico” viaggio nel tempo (passato e futuro) e’ simile a quello che compie Ebenezer Scrooge nel racconto “ Il canto di Natale” di Charles Dickens, attraverso l'incontro con i tre spiriti natalizi.

La trasmigrazione delle anime e dei corpi 

 Il metodo della trasmigrazione delle anime e’ utilizzato nel serial “Travelers” del 2016.
Agenti spazio temporali vengono mandati nel passato nel corpo di alcune persone attentamente selezionate, pochi minuti prima della loro morte.
E’ pero’ molto piu’ semplice, narrativamente parlando, trasmigrare direttamente il corpo, senza l’utilizzo di macchinari, buchi neri o sonni criogenici : un momento sei nella tua epoca, un momento dopo lontano nel passato o nel futuro.
Questo semplice ma efficace espediente narrativo viene usato per la prima volta da Mark Twain nel suo “Un americano alla corte di Re Artu’” (1889), uno dei primi viaggi temporali della letteratura.
 Fu successivamente sfruttato a piu’ riprese, visto che non necessita di ipotesi scientifiche piu’ o meno plausibili : ci si concentra piu' sul "cosa" (succede) che sul "come" (succede).
Limitandosi al massimo a poche semplici giustificazioni, come ad esempio l'uso della magia per trasportare nel presente una compagnia di ventura medioevale nel film francese “I visitatori” (1993) con Jean Reno.
Questo meccanismo (la shoccante interazione fra individui del passato e meraviglie del futuro) e’ stato sfruttato a piu’ riprese, come ad esempio nella miniserie “Outlaws” del 1986, dove a finire nel presente a fare i conti con aerei e macchine, sono un gruppo di cowboys.
Nel serial "22/11/63" tratto dall'omonimo romanzo di Stephen King, il protagonista finisce nel passato tramite un misterioso ed insipegato varco temporale, e tenta di impedire l’assassinio di J.F.K.
Nel manga “Thermae romae” (poi trasformato in film nel 2012) si viaggia a piacimento tra
passato e futuro semplicemente tuffandosi in una vasca termale.
In “Peggie Sue si e’ sposata” (1986) di Francis Ford Coppola, la protagonista dopo una caduta sviene e semplicemente si risveglia nel proprio passato.
I suoi infruttuosi tentativi di cambiare la storia (altra applicazione della teoria di Novikov), le fanno rivedere positivamente le proprie scelte.
In “Questione di tempo”, di Richard Curtis del 2013, il potere di viaggiare nel tempo e’ un dono di famiglia, trasmesso di generazione in generazione, e le modifiche al passato per correggere il proprio futuro, una routine quotidiana.
Quantum leap” (In viaggio nel tempo) e’ un serial televisivo statunitense del 1989 durato per cinque stagioni in cui uno scienziato scambia temporaneamente il proprio corpo con quello di un personaggio del passato che viene nel frattempo rinchiuso in una indefinita “zona di stasi”.

Il buco nero 

In quegli enormi spazi di massa ipercompressa che sono i buchi neri, le leggi fisiche che governano la nostra esistenza subiscono sostanziali modifiche.
Se un'astronave vi si avvicinasse, il tempo al suo interno si dilaterebbe rispetto ad quello di un osservatore esterno.
Al suo ritorno, quando il tempo ritornasse a scorrere uguale per entrambi, avrebbe percio' compiuto un vero e proprio viaggio temporale.
Oltre il cosiddetto “orizzonte degli eventi” (il limite oltre il quale non e’ piu’ possibile opporsi alla forza attrattiva del buco nero) la velocita’ di fuga dell'oggetto diventa molto vicina a quella della luce e non e' piu' possibile opporvisi.
E cio' che si troverebbe al suo interno e' fonte di mille teorie, tra cui l'esistenza di un vero e proprio "Wormhole" spazio-temporale.
Nel serial tedesco “Dark”(2017) questa ipotesi e’ gia’ una realta’ : un incidente nucleare crea una wormhole all’interno di una grotta sotto la centrale atomica, determinando cosi’ un passaggio per andare avanti e indietro tra presente e passato.
Con le inevitabili disastrose conseguenze.
Nel serial “Kronos” del 1966/67 due scienziati si addentrano tra le pieghe del tempo tramite un tunnel spazio/temporale, una specie di wormhole ante litteram.
Il nome del progetto scientifico (Tic/Toc) e l’immagine del tunnel stesso deliziosamente retro’ (e’ una specie di caleidoscopio), fotografano un’epoca dove la fantasia ancora non era imbrigliata dalla plausibilita’ ed aveva solo i limiti della fantasia.
In “Interstellar” (2014) invece tutto si fa piu’ rigoroso.
Lo spazio pentadimensionale in cui precipita Cooper attraversando il buco nero gli permette di controllare tempo e spazio ed interagire con la figlia ad anni-luce di distanza.
Gli alieni del film di Nolan (creatori del suddetto spazio), sono molto vicini al Monolito di “2001, odissea nello spazio” (1968).
Anche il protagonista del film di Kubrick, risucchiato in una specie di buco nero, finisce in una stanza fuori dal tempo in cui termina la sua esistenza attentamente sorvegliato dall'entita' di grafite che controlla da sempre l'umanita'.
Sulla stessa linea anche gli ottapodi di “Arrival”(2016) che hanno creato un codice che permette loro di superare le barriere temporali.


Queste affascinanti visioni su  nostri possibili domani ci convincono ancora di piu' che, prima o poi, si riuscira’ davvero a viaggiare nel tempo.
In un modo o nell’altro.


 Lo spazio  

Secondo la teoria del multiverso, ogni giorno ogni nostra scelta crea un mondo alternativo che convive con quello in cui si e' operato una scelta diversa.
E’ come se gli infiniti riflessi che determinano due specchi posti uno di fronte all’altro, non fossero perfettamente uguali, ma si distinguessero per piccole differenze.
L’esperimento (o paradosso) del gatto di Shroedinger, che ha lo scopo scientifico di trovare una correlazione tra le leggi che governano il macroverso (la fisica classica, che e’ rappresentata dal comportamento del gatto) e quelle del microverso (la fisica quantistica, che e’ rappresentata dal comportamento dell’isotopo radioattivo coesistente con il gatto nella scatola), ci consegna anche una affascinante ipotesi di realta’ alternativa: fino a che non si aprira’ la scatola non si sapra’ se l’isotopo e’ decaduto o no e se di conseguenza il gatto e’ morto o vivo, facendo per un istante coesistere le due possibilita’ e i due diversi mondi che ne conseguono.
Il gusto del paradosso diventa una ipotesi credibile utilizzando l’arma della narrazione.
In “Sliding doors” (1989) di Peter Howitt, il riuscire o meno a prendere la metropolitana, cambia radicalmente la vita della protagonista e le due versioni coesistono e si intersecano fino a convergere alla fine della storia in un percorso tutto nuovo.
In “Destino cieco” (1981) di Kiezlowski, sono ben tre le realta’ alternative in cui si dibatte il protagonista.
Come si vede dietro a dissertazioni  sul destino e sulla casualita’ si nascondono stimolanti ipotesi scientifiche.
La Teoria delle Stringhe, cercando di fondere ogni legge fisica conosciuta in un unicum omogeneo, fa intravedere un’ombra di plausibilita’ in quello che fino ad oggi era solo un affascinante plot narrativo : ogni elemento conosciuto sarebbe composto da filamenti di energia che vibrando in maniera diversa producono particelle simili ma diverse, esistenti in universi simili ma diversi.
E qui ancora una volta ci viene in aiuto il fumetto.
Per la D.C. Comics, il Multiverso e’ composto da ben 52 mondi e controllato dalla razza aliena del Monitors.
In ogni mondo vive una diversa versione dello stesso supereroe, e solo Flash, vibrando ad una velocita’ prossima a quella della luce, riesce a penetrare l’impalpabile velo che li separa.
Per la Marvel invece esiste addirittura uno specifico multiverso per l’Uomo Ragno (il "Ragnoverso"), in cui convivono, senza saperlo, molteplici versioni di Spiderman tra cui Spider Ham (il ragno-maiale) e Spider Gwen (versione ragnesca della prima ragazza di Peter Parker).
Qui sono gli Arcani le divinita’ cosmiche che controllano il multiverso, arrivando a distruggerlo a causa dei loro esperimenti : il Dott. Destino ne salvera’ una parte in un Mondo-patchwork da lui governato, come si vede nella mini serie “Secret Wars” (2015).
Nel serial americano “Fringe”, sono due i mondi che si affrontano in una battaglia per la supremazia.

Ben piu’ inquietanti sono i due films sul tema : “Triangle" e "Coherence".
Nel primo, un gruppo di naufraghi salgono su un misterioso transatlantico alla deriva, sul quale le loro azioni iniziano a ripetersi in un loop apparentemente infinito, facendo coesistere ogni versione di se in un vero e proprio caos multiversale.
Nel secondo, un imprecisato evento trasforma il multiverso in un unico mondo, una landa nebbiosa dove ognuno rischia di incontrare il proprio doppio.
Nel serial “The Oa”, e’ un complicato rituale di rumori e gesti che permette di attraversare le varie dimensioni.
In “Stranger things” una semplice barriera, superabile solo da una bambina superdotata, divide il nostro mondo dal cosiddetto “Upside-down”, arida ed oscura dimensione in cui vivono fameliche creature.
Nel film omonimo invece (“Upside down “ del 2012 di Juan Solanas) i due mondi (il sotto e il sopra) sono fusi in una unica realta’ e tenuti separati solo da una gravita’ invertita : ognuno puo’ liberamente passare dall’uno all’altro.

Il Multiverso diventa cosi' un'ottima e pratica soluzione al problema della sovrappopolazone.

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