by Robo
Vivendo nella provinciale Romagna non capita spesso
di vedere frutta esotica. Certo ci sono le banane, gli ananas e il trio
delle feste papaia-mango-avocado ma vien da pensare che a parte questi
ultimi non vi sia altro in giro.
Vien da pensare che tutto il mondo sia in fondo una grande Romagna,
in cui si mangiano mele, pere, arance, uva, fragole/pesche/cocomeri
d'estate, castagne in autunno.
Poi giri un po’ in rete, approfondisci un minimo e ti rendi conto
che non é proprio così: certo i frutti che si trovano in Occidente sono
praticamente in tutto il mondo anche perché ad altri conviene
venderceli, ecco quindi che agrumi, uva e pere vengono anche dal
Sudafrica o dal Cile, ma i paesi dei tropici, nelle Americhe o nel
sud-est asiatico, hanno i loro big. Talvolta quello che per noi é una
curiosità per loro é il frutto nazionale.
Molti di loro hanno sapori peculiari per cui é necessario un
periodo di acclimatazione gustativa. Alcuni dicono che dipende dal fatto
che siamo abituati fin da piccoli ad attribuire a una data forma un
dato sapore (tipo la forma di mela sa di mela, sapesse di arancia ci
metterebbe in difficoltà) e spesso questi frutti hanno sapori ibridi
tanto che la descrizione degli stessi richiama necessariamente a quelli
che conosciamo (tipo: "é una via di mezzo tra X e Y con un po’ di Z");
parrebbe anche che alcuni abbiano realmente dei profili aromatici
spiazzanti per noi, ma questi 2 aspetti tracimano l'uno nell’altro.
Esiste un terzo problema per una diffusione internazionale, spesso i
frutti esotici sono molto delicati e ciò ne inficia la serbevolezza o
shelf life, parametro che é diventato sempre più importante visti i
commerci internazionali. Certo si potrebbero sciroppare ma avete mai
sentito la differenza tra un ananas appena sbucciato è uno in lattina?
Sembrano 2 cose diverse, inoltre ne deve valere la pena...economica.
Quindi da dove partire? Ho deciso di utilizzare un metodo altamente
codificato, si chiama in gergo "alla boia d'un vigliác... ché boia", a
parte questo ho deciso di evitare i frutti esotici famosi già citati
come pure cocco e datteri che mangiamo poco ma conosciamo tutti
Su questa base partirei dalla Carambola
Se io avessi pensato ad un frutto con una forma accattivante per
farlo mangiare ai bambini l'avrei pensato così. Si mangia tutto e anche
la consistenza dicono sia gradevole: sugosa se il frutto é maturo e se
la cultivar é quella giusta. Ricordiamoci che ora diamo per scontato che
addentando una mela non ci allappiamo la lingua alla morte ma di ciò
dobbiamo ringraziare la selezione varietale perché non è sempre stato
così.
Sulla scia dei frutti accattivanti l'altro pezzo da 90 é il frutto
del drago o Pitaya di cui si mangia la polpa tempestata di minuscoli
semi edibili. Ne esistono diverse cultivar con 3 tipologie di base:
la gialla dicono sia la più saporita ma certamente la rossa é la più invitante (per me).
La pitaya é partita dal Centro America e ora è diffusissima in Malaisya ma si può trovare nelle metropoli del nord del mondo.
Al terzo posto metto i frutti della passione che in realtà non sono
così spettacolari ma lo é il loro fiore, la passiflora che, almeno in
foto, penso l'abbiamo visto un po’ tutti
Ce ne sono tanti e bellissimi e tutti danno frutti commestibili,
alcuni hanno un interesse commerciale e sono chiamati maracuja e
granadilla. La differenza non é del tutto standardizzata ma si può dire
che la maracuja é violacea, più piccola e dolce e la granadiglia
giallastra, grande e più aspra. Di entrambe si mangia la mucillagine
interna che contiene i semi (a me l'accoppiata semi-gelatina non attrae
molto)
In Colombia il frutto nazionale é la banana passionfruit o curuba
Adesso passo a una descrizione a gruppi. Come succede per i frutti
locali anche per gli esotici si mangiano diversi frutti apparentati tra
loro e spesso, ma non sempre, tale parentela è evidente alla vista.
Succede anche da noi, così mele, pere, pesche, susine, albicocche e
ciliege sono tutte rosacee con le ultime 4 più vicine tra loro rispetto
alle prime 2 e lo si può anche capire dal tipo di frutto. La mela e la
pera sono pomi, ossia falsi frutti che ormai lo sanno anche i sassi che
il vero frutto é il torsolo mentre le restanti sono drupe, ossia frutti
col nocciolo (seme) centrale.
Il primo gruppo é quello dei lychee-parenti. Il lychee é il frutto
cinese più famoso ed é quello che credo tutti abbiamo assaggiato nei
ristoranti cinesi,
A me non ha mai fatto impazzire ma ho il dubbio fosse sciroppato
perché ho letto che non si conserva per più di 3 giorni a temperatura
ambiente (certo ci sono i trasporti refrigerati), poi non bisogna
dimenticare che ci sono diverse cultivar: parimenti come da noi é
diverso mangiare una pera kaiser rispetto a una Williams.
I lychee-parenti hanno una buccia rigida che va infranta per
estrarre una polpa dolce che circonda i semi (tecnicamente un arillo):
ecco una cosa che mi pare frequente tra i frutti tropicali é che certe
volte ci vuole un tutorial per imparare a mangiarli mentre molta della
nostra frutta invece la addenti e basta.
C'é ne tanti tra i lychee-parenti, faccio una selezione:
Il rambutan che é il suo cugino più appariscente
Il mamoncillo che mi ispira, non so perché, simpatia,
A Puerto Rico (ma con un nome diverso) é il protagonista di una annuale festa, un po’ come la festa della ciliegia a Vignola
Poi quello che srazza: l'ackee che é partito dall'Africa per diventare il frutto nazionale della Giamaica.
Va raccolto maturo altrimenti é tossico (ti manda al creatore) e vengono consumati cotti gli arilli che sostengono i semi neri
La seconda famiglia è quella delle annone. Sono frutti molto
diffusi in tutti i tropici e usate anche trasformate; sono per quel che
ne capisco, un esempio calzante di frutto molto conosciuto nel mondo ma
da noi praticamente ignorato. Condividono tutte un aspetto, a mio
parere, poco invitante e bisogna evitare i semi che sono tossici.
La Cherimoia o custard apple é coltivate anche in certe zone della
Calabria e dicono sia molto buona: io non le ho mai viste né assaggiate
ma secondo Mark Twain (e non solo lui) era il frutto più buono del mondo
La sugar apple, diffusissima
La graviola o guanabana o soursoup, buona eh però con dei
fitochimici da non sottovalutare (cura del cancro o parckinson
indotto?). Certamente non invitante
La Atemoya é un ibrido tra la prima e la seconda annona citate sopra,
Alcune cultivar hanno 25 gradi brix. La misura dei gradi brix nella
frutta individua più o meno il contenuto di zucchero e quindi vuol dire
che l'atemoya é molto, molto dolce. Considerate che un'uva molto
zuccherina arriva a 22 gradi brix ed é il valore più elevato
raggiungibile dalla nostra frutta
Le guava,
Dico "le" come direi le mele perché è un frutto molto diffuso e di
cui ci sono tante cultivar. L'India é il maggior produttore mondiale con
poco meno di 20 milioni di tonnellate e pensate che l'India produce
all'incirca tante guava quante banane e l'India é il maggior produttore
al mondo di sua maestà la banana. Certo fuori dai tropici di guava ce
n'é poca mentre la banana é (dopo il pomodoro) il frutto più consumato
al mondo, ma nel campionato locale se la giocano.
Viene chiamata guava anche la feijoia o acca o etc. che dicono che "fa tanto bene..."
La guava é uno dei pochi frutti tropicali che si può mangiare con
la buccia anche se é preferibile tagliarlo piuttosto che addentarlo
perché i semi sono molto duri, comunque sul web ci sono i tutorial,
anche in italiano
Poi arriva il gruppo dei grossi-frutti-coriacei-che-si- mangiano-tanto-crudi-che- cotti.
Da noi la frutta cotta é per i vecchi, al massimo per i dolci
mentre per "mangiare la frutta" si intende sostanzialmente mangiarla
cruda; la frutta nelle preparazioni salate è roba da chef. Per inciso le
banane da cottura, i platani, siamo solo noi a non conoscerle.
Altrove invece ci sono frutti come gli Aterocarpus che
spesso sono usati cotti, e talora, come nel caso del frutto del pane,
possono costituire la base dell’alimentazione locale, quando di solito
tale ruolo é interpretato da altri vegetali (di solito radici ricche di
amidi) o da prodotti di origine animale.
Il frutto del pane viene spesso arrostito ed é più o meno come mangiare patate
La star del gruppo però é il jackfruit o giaca, il frutto più
grosso del mondo. I più grandi possono essere lunghi 90 cm, pesare fino a
65 km e possono uccidere cadendo, é già successo. Sono così pesanti che
non crescono sui rami ma direttamente dal tronco principale
Dentro é come il maiale e non si butta via niente. I semi vengono
cotti e mangiati e così i cenci fibrosi (rags, non so come tradurli
altrimenti),
Gli arilli, la parte intorno ai semi, sono l'unica cosa che si può mangiare cruda ma il frutto deve essere maturo
Si trovano degli usi persino per il lattice appiccicoso che é più
abbondante nel frutto immaturo: come adesivo o stucco vegetale. Sotto
una sezione con tutti i costituenti la polpa del frutto
Il jackfruit é anche il frutto nazionale di Sri Lanka e Bangladesh
Il più profumato (si fa per dire, puzza) e saporito del gruppo é il
marang (o terap o etc.), del quale dicono che gli arilli ricordino una
cremosa banana
I sapote. Le sapotacee sono un gruppo vegetale in cui rientrano
diversi frutti tropicali ma, come spesso accade, il nome vernacolare
sapote o zapote viene usato anche per piante non direttamente
imparentate ma che mostrano un certo grado di "sapoticità" (la parola é
di derivazione azteca é significa più o meno frutto dolce).
É un frutto di dimensioni medio grandi, maturo quando la polpa
diviene rosso salmone. Ha alcuni estimatori occidentali ma se gli chiedi
a cosa somiglia il sapore ti sparano così tante cose che io mi perdo
Non pensate però di andare in giro per il mondo è dire: "vorrei
assaggiare una sapodilla", perché é conosciuta con una pletora di nomi
che cambiano a seconda del luogo. Anche questo frutto trova diversi
estimatori
É considerato un frutto molto pregiato ma per diventare veramente
buono deve maturare sull'albero e non tollera i trasporti, questo ne
limita la disponibilità. Il frutto é per lo più viola ma esistono
varietà verdi
Tra le altre sapote vere, il canistel
E l'abiu
Poi ci sono quei frutti che paion sapote ma non son tali. Uno é la
casimiroa, anche chiamata white sapote per il colore della sua polpa.
É un frutto dolcissimo che si presta anche ad essere trasformato ma
ha i semi che sono neurotossici e vanno evitati se non vuoi
addormentarti a stomaco pieno, inoltre il frutto va sbucciato per bene
perché alcune volte é amaro subito sotto la buccia
Un’altro sapote finto, ma finto finto visto che é un kaki é il
black sapote. Io non lo mangerei nemmeno sotto tortura che già non
sopporto il kaki classico, comunque ha i suoi estimatori
I meloni strani. Io odio i meloni, mi fanno schifo tutti: il
cantalupo, il retato, il melone d’inverno, già l'odore mi respinge. Per
me prosciutto e melone é fiele. Ciononostante sarei disposto ad
assaggiare queste strane cose che sono i parenti esotici.
Il primo é il kiwano che é una delle poche fonti di acqua nel deserto del kalahari durante la stagione secca.
Lo fanno buono, l'interno gelatinoso verde avrebbe un sapore tra
banana, cocomero e lime, certo i semi non sono molto invitanti ma
immagino che un boscimane nella stagione secca non si faccia problemi...
Inoltre é un frutto ricco di acidi grassi insaturi e di
beta-carotene, e rientra di diritto tra i super frutti, se uno trova il
coraggio di mangiarlo
La regina e il re.
La regina, nonché frutto nazionale thai é il mangosteen. Questo
frutto ha dei flavonoidi specifici, gli xantoni, e qualche hanno fa,
nella costante ricerca dei supercibi che caratterizza la società
occidentale (Romagna esclusa) ci fu una campagna per cercare di
trasformarlo nella panacea di ogni male. L’azienda che ci provò si
chiamava Xango e aveva una struttura piramidale, insomma dei lupi. In
foto é un frutto che sembra finto
A parte questo il frutto é molto apprezzato e pare abbia un sapore
che é subito apprezzato anche dagli occidentali, senza nessun periodo di
acclimatazione gustativa come spesso succede con molta altra frutta
esotica. La buccia é coriacea e astringente mentre l'interno ha una
sorta di spicchi dolci e fibrosi che costituiscono la parte edibile,
anche i semi sono consumati cotti e pare siano molto buoni anche loro.
Il problema per la diffusione del frutto é che, per giungere a
maturazione, deve stare sulla pianta anche perché, una volta raccolto,
questa si blocca. Un’attenzione che bisogna porre é quella di non
macchiarsi durante l’apertura del frutto, perché la scorza ha capacità
tintorie notevolissime e se ci si sporcano i vestiti non si riesce più a
togliere la macchia.
Il re é il durian, il frutto più puzzolente del mondo, anch'esso
originario del sud-est asiatico. É tanto puzzolente che in alcuni hotel
ci sono specifici cartelli che ne vietano l’introduzione, così come non
si può portarlo sui mezzi pubblici. É un frutto che sta all'opposto del
mangosteen: se quest'ultimo é facile da apprezzare il durian mette in
difficoltà gli occidentali: in primis puzza, pare di cipolle marce (ma
io non ho la minima idea di che fetore possano avere le cipolle marce),
poi pare sia proprio la polpa a farlo quindi l'assaggio e
particolarmente difficoltoso: mangereste una merda pur sapendo che é la
cosa più buona del mondo?
Questo é sua afrosità il durian:
La parte edibile sono i lobi burrosi
Ha una grande diffusione nel sud-est asiatico pur essendo un frutto
scomodo da mangiare (per via della scorza coriacea) e ci sono
occidentali innamorati del suo sapore così complesso che fanno veri
propri viaggi gustativi, come se la buccia spinosa e il fetore fossero
una prova da superare per accedere al paradiso, quasi un'ordalia.
Una cosa certa é che ci sono molte varietà e che la differenza di
sapore (e odore) tra una e l'altra può essere notevole, così come la
consistenza della parte edule
Quelli restati fuori. Probabilmente miriadi ma ho dovuto far selezione e sono andato a naso.
Mi é restato il santol che é un frutto che può essere consumato
crudo o utilizzato in ricette e che ha le dimensioni e, in qualche modo,
ricorda anche nel sapore una pesca,
É un frutto localmente molto disponibile in Thailandia e nelle Filippine con diverse cultivar
Si può mangiare sia la polpa arancione scavandola con un cucchiaino
(non la pelle) che la polpa centrale bianca attorno ai semi. Pare che
l'ingestione dei semi (accidentale? perché sono un po’ grossini) sia
causa di diverse ostruzioni e perforazioni intestinali con conseguente
necessità di chirurgia addominale.
Il wax jambu o wax apple é un'altro frutto interessante che, a
dispetto del nome ha forma e sapore più di una pera con una consistenza
della polpa abbastanza morbida.
Al centro c'é il seme avvolto in batuffolo di fibre, edibile
anch'esso ma privo di sapore. Ci sono svariate cultivar con colore della
buccia e della polpa più o meno intenso
A El Salvador, in America centrale si tiene un festival del jocote
Sviluppa frutti allungati considerati molto buoni, a patto che
siano ben maturi. L'aspetto non invoglia e c'é da lavorare ma si ottiene
una ricompensa
La jabuticaba é un frutto brasiliano simile a una grossa bacca scura delle dimensioni di una piccola susina
La cosa notevole é la crescita dei frutti direttamente sul tronco che dona all'albero un aspetto peculiare
É consumato localmente e sul sapore ho letto di tutto: da che sa di
uva a che ha un sapore cangiante da guava a lichee col passar dei
giorni
Si sbuccia con le mani e si mangia la polpa che é suddivisa in
arilli tipo quelli dell'aglio, solo che, al centro, c'é un seme nero. La
consistenza é croccante tipo mela e il sapore complesso, sia dolce che
asprigno. Ci sono molte cultivar alcune particolarmente pregiate.
Non so perché ma di tutta la lista é il frutto che mi attrae di più
e, se un giorno andrò in Indonesia, cercherò il salak pondoh o il salak
bali o il salak padang sidempuan.
Appendice: cos'é un frutto.
Sono frutti il pomodoro, la melanzana, i baccelli dei legumi e i
chicchi dei cereali (cariossidi= frutti senza polpa adesi al seme); la
fragola e l'ananas no! É vero ma suona strano solo perché nel linguaggio
comune un frutto é un vegetale dolce sennò é una verdura.
La parola frutto in biologia ha un significato più preciso e indica
il risultato della trasformazione dell'ovaio dopo la fecondazione, ma
solo di quello e in tale definizione pomodoro & friends rientrano
perfettamente. Se qualcos’altro, oltre all'ovaio, si trasforma allora il
risultato non é un frutto ma CONTIENE il frutto.
Nella fragola i veri frutti sono i puntini gialli mentre la polpa
rossa è il risultato dell'ingrossamento del ricettacolo sostegno di
un'infiorescenza. Nell'ananas anche una parte del fusto della pianta si
modifica e diventa succulento.
“La conoscenza è sapere che un pomodoro è un frutto, la saggezza sta nel non metterlo in una macedonia”
Miles Kington
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