lunedì 16 marzo 2020

Frutti non-de-noartri

by Robo
Vivendo nella provinciale Romagna non capita spesso di vedere frutta esotica. Certo ci sono le banane, gli ananas e il trio delle feste papaia-mango-avocado ma vien da pensare che a parte questi ultimi non vi sia altro in giro.
Vien da pensare che tutto il mondo sia in fondo una grande Romagna, in cui si mangiano mele, pere, arance, uva, fragole/pesche/cocomeri d'estate, castagne in autunno.
Poi giri un po’ in rete, approfondisci un minimo e ti rendi conto che non é proprio così: certo i frutti che si trovano in Occidente sono praticamente in tutto il mondo anche perché ad altri conviene venderceli, ecco quindi che agrumi, uva e pere vengono anche dal Sudafrica o dal Cile, ma i paesi dei tropici, nelle Americhe o nel sud-est asiatico, hanno i loro big. Talvolta quello che per noi é una curiosità per loro é il frutto nazionale.
Molti di loro hanno sapori peculiari per cui é necessario un periodo di acclimatazione gustativa. Alcuni dicono che dipende dal fatto che siamo abituati fin da piccoli ad attribuire a una data forma un dato sapore (tipo la forma di mela sa di mela, sapesse di arancia ci metterebbe in difficoltà) e spesso questi frutti hanno sapori ibridi tanto che la descrizione degli stessi richiama necessariamente a quelli che conosciamo (tipo: "é una via di mezzo tra X e Y con un po’ di Z"); parrebbe anche che alcuni abbiano realmente dei profili aromatici spiazzanti per noi, ma questi 2 aspetti tracimano l'uno nell’altro. Esiste un terzo problema per una diffusione internazionale, spesso i frutti esotici sono molto delicati e ciò ne inficia la serbevolezza o shelf life, parametro che é diventato sempre più importante visti i commerci internazionali. Certo si potrebbero sciroppare ma avete mai sentito la differenza tra un ananas appena sbucciato è uno in lattina? Sembrano 2 cose diverse, inoltre ne deve valere la pena...economica.

Quindi da dove partire? Ho deciso di utilizzare un metodo altamente codificato, si chiama in gergo "alla boia d'un vigliác... ché boia", a parte questo ho deciso di evitare i frutti esotici famosi già citati come pure cocco e datteri che mangiamo poco ma conosciamo tutti
Su questa base partirei dalla Carambola


Se io avessi pensato ad un frutto con una forma accattivante per farlo mangiare ai bambini l'avrei pensato così. Si mangia tutto e anche la consistenza dicono sia gradevole: sugosa se il frutto é maturo e se la cultivar é quella giusta. Ricordiamoci che ora diamo per scontato che addentando una mela non ci allappiamo la lingua alla morte ma di ciò dobbiamo ringraziare la selezione varietale perché non è sempre stato così.
Sulla scia dei frutti accattivanti l'altro pezzo da 90 é il frutto del drago o Pitaya di cui si mangia la polpa tempestata di minuscoli semi edibili. Ne esistono diverse cultivar con 3 tipologie di base:
la gialla dicono sia la più saporita ma certamente la rossa é la più invitante (per me).
La pitaya é partita dal Centro America e ora è diffusissima in Malaisya ma si può trovare nelle metropoli del nord del mondo.
Al terzo posto metto i frutti della passione che in realtà non sono così spettacolari ma lo é il loro fiore, la passiflora che, almeno in foto, penso l'abbiamo visto un po’ tutti 

Ce ne sono tanti e bellissimi e tutti danno frutti commestibili, alcuni hanno un interesse commerciale e sono chiamati maracuja e granadilla. La differenza non é del tutto standardizzata ma si può dire che la maracuja é violacea, più piccola e dolce e la granadiglia giallastra, grande e più aspra. Di entrambe si mangia la mucillagine interna che contiene i semi (a me l'accoppiata semi-gelatina non attrae molto)

In Colombia il frutto nazionale é la banana passionfruit o curuba 


Adesso passo a una descrizione a gruppi. Come succede per i frutti locali anche per gli esotici si mangiano diversi frutti apparentati tra loro e spesso, ma non sempre, tale parentela è evidente alla vista.
Succede anche da noi, così mele, pere, pesche, susine, albicocche e ciliege sono tutte rosacee con le ultime 4 più vicine tra loro rispetto alle prime 2 e lo si può anche capire dal tipo di frutto. La mela e la pera sono pomi, ossia falsi frutti che ormai lo sanno anche i sassi che il vero frutto é il torsolo mentre le restanti sono drupe, ossia frutti col nocciolo (seme) centrale.

Il primo gruppo é quello dei lychee-parenti. Il lychee é il frutto cinese più famoso ed é quello che credo tutti abbiamo assaggiato nei ristoranti cinesi, 

A me non ha mai fatto impazzire ma ho il dubbio fosse sciroppato perché ho letto che non si conserva per più di 3 giorni a temperatura ambiente (certo ci sono i trasporti refrigerati), poi non bisogna dimenticare che ci sono diverse cultivar: parimenti come da noi é diverso mangiare una pera kaiser rispetto a una Williams.
I lychee-parenti hanno una buccia rigida che va infranta per estrarre una polpa dolce che circonda i semi (tecnicamente un arillo): ecco una cosa che mi pare frequente tra i frutti tropicali é che certe volte ci vuole un tutorial per imparare a mangiarli mentre molta della nostra frutta invece la addenti e basta.
C'é ne tanti tra i lychee-parenti, faccio una selezione:
Il rambutan che é il suo cugino più appariscente

Il mamoncillo che mi ispira, non so perché, simpatia, 

A Puerto Rico (ma con un nome diverso) é il protagonista di una annuale festa, un po’ come la festa della ciliegia a Vignola
Poi quello che srazza: l'ackee che é partito dall'Africa per diventare il frutto nazionale della Giamaica.

Va raccolto maturo altrimenti é tossico (ti manda al creatore) e vengono consumati cotti gli arilli che sostengono i semi neri


La seconda famiglia è quella delle annone. Sono frutti molto diffusi in tutti i tropici e usate anche trasformate; sono per quel che ne capisco, un esempio calzante di frutto molto conosciuto nel mondo ma da noi praticamente ignorato. Condividono tutte un aspetto, a mio parere, poco invitante e bisogna evitare i semi che sono tossici.
La Cherimoia o custard apple é coltivate anche in certe zone della Calabria e dicono sia molto buona: io non le ho mai viste né assaggiate ma secondo Mark Twain (e non solo lui) era il frutto più buono del mondo

La sugar apple, diffusissima

La graviola o guanabana o soursoup, buona eh però con dei fitochimici da non sottovalutare (cura del cancro o parckinson indotto?). Certamente non invitante

La Atemoya é un ibrido tra la prima e la seconda annona citate sopra,

Alcune cultivar hanno 25 gradi brix. La misura dei gradi brix nella frutta individua più o meno il contenuto di zucchero e quindi vuol dire che l'atemoya é molto, molto dolce. Considerate che un'uva molto zuccherina arriva a 22 gradi brix ed é il valore più elevato raggiungibile dalla nostra frutta


Le guava, 
Dico "le" come direi le mele perché è un frutto molto diffuso e di cui ci sono tante cultivar. L'India é il maggior produttore mondiale con poco meno di 20 milioni di tonnellate e pensate che l'India produce all'incirca tante guava quante banane e l'India é il maggior produttore al mondo di sua maestà la banana. Certo fuori dai tropici di guava ce n'é poca mentre la banana é (dopo il pomodoro) il frutto più consumato al mondo, ma nel campionato locale se la giocano.
Viene chiamata guava anche la feijoia o acca o etc. che dicono che "fa tanto bene..."

La guava é uno dei pochi frutti tropicali che si può mangiare con la buccia anche se é preferibile tagliarlo piuttosto che addentarlo perché i semi sono molto duri, comunque sul web ci sono i tutorial, anche in italiano

Poi arriva il gruppo dei grossi-frutti-coriacei-che-si-mangiano-tanto-crudi-che-cotti.
Da noi la frutta cotta é per i vecchi, al massimo per i dolci mentre per "mangiare la frutta" si intende sostanzialmente mangiarla cruda; la frutta nelle preparazioni salate è roba da chef. Per inciso le banane da cottura, i platani, siamo solo noi a non conoscerle.
Altrove invece ci sono frutti come gli Aterocarpus che spesso sono usati cotti, e talora, come nel caso del frutto del pane, possono costituire la base dell’alimentazione locale, quando di solito tale ruolo é interpretato da altri vegetali (di solito radici ricche di amidi) o da prodotti di origine animale.
Il frutto del pane viene spesso arrostito ed é più o meno come mangiare patate

La star del gruppo però é il jackfruit o giaca, il frutto più grosso del mondo. I più grandi possono essere lunghi 90 cm, pesare fino a 65 km e possono uccidere cadendo, é già successo. Sono così pesanti che non crescono sui rami ma direttamente dal tronco principale

Dentro é come il maiale e non si butta via niente. I semi vengono cotti e mangiati e così i cenci fibrosi (rags, non so come tradurli altrimenti),

Gli arilli, la parte intorno ai semi, sono l'unica cosa che si può mangiare cruda ma il frutto deve essere maturo

Si trovano degli usi persino per il lattice appiccicoso che é più abbondante nel frutto immaturo: come adesivo o stucco vegetale. Sotto una sezione con tutti i costituenti la polpa del frutto

Il jackfruit é anche il frutto nazionale di Sri Lanka e Bangladesh
Il più profumato (si fa per dire, puzza) e saporito del gruppo é il marang (o terap o etc.), del quale dicono che gli arilli ricordino una cremosa banana 

I sapote. Le sapotacee sono un gruppo vegetale in cui rientrano diversi frutti tropicali ma, come spesso accade, il nome vernacolare sapote o zapote viene usato anche per piante non direttamente imparentate ma che mostrano un certo grado di "sapoticità" (la parola é di derivazione azteca é significa più o meno frutto dolce).
Il frutto nazionale di Cuba é il mamey sapote,
É un frutto di dimensioni medio grandi, maturo quando la polpa diviene rosso salmone. Ha alcuni estimatori occidentali ma se gli chiedi a cosa somiglia il sapore ti sparano così tante cose che io mi perdo
Sua parente é la sapodilla,

Non pensate però di andare in giro per il mondo è dire: "vorrei assaggiare una sapodilla", perché é conosciuta con una pletora di nomi che cambiano a seconda del luogo. Anche questo frutto trova diversi estimatori
Il terzo sapote vero é la star apple o cainito.

É considerato un frutto molto pregiato ma per diventare veramente buono deve maturare sull'albero e non tollera i trasporti, questo ne limita la disponibilità. Il frutto é per lo più viola ma esistono varietà verdi
Tra le altre sapote vere, il canistel

E l'abiu

Poi ci sono quei frutti che paion sapote ma non son tali. Uno é la casimiroa, anche chiamata white sapote per il colore della sua polpa.

É un frutto dolcissimo che si presta anche ad essere trasformato ma ha i semi che sono neurotossici e vanno evitati se non vuoi addormentarti a stomaco pieno, inoltre il frutto va sbucciato per bene perché alcune volte é amaro subito sotto la buccia
Un’altro sapote finto, ma finto finto visto che é un kaki é il black sapote. Io non lo mangerei nemmeno sotto tortura che già non sopporto il kaki classico, comunque ha i suoi estimatori
I meloni strani. Io odio i meloni, mi fanno schifo tutti: il cantalupo, il retato, il melone d’inverno, già l'odore mi respinge. Per me prosciutto e melone é fiele. Ciononostante sarei disposto ad assaggiare queste strane cose che sono i parenti esotici.
Il primo é il kiwano che é una delle poche fonti di acqua nel deserto del kalahari durante la stagione secca.

Lo fanno buono, l'interno gelatinoso verde avrebbe un sapore tra banana, cocomero e lime, certo i semi non sono molto invitanti ma immagino che un boscimane nella stagione secca non si faccia problemi...

Ma il fascino del suo parente del sud-est asiatico, il gac, é inarrivabile:


Inoltre é un frutto ricco di acidi grassi insaturi e di beta-carotene, e rientra di diritto tra i super frutti, se uno trova il coraggio di mangiarlo


La regina e il re.
La regina, nonché frutto nazionale thai é il mangosteen. Questo frutto ha dei flavonoidi specifici, gli xantoni, e qualche hanno fa, nella costante ricerca dei supercibi che caratterizza la società occidentale (Romagna esclusa) ci fu una campagna per cercare di trasformarlo nella panacea di ogni male. L’azienda che ci provò si chiamava Xango e aveva una struttura piramidale, insomma dei lupi. In foto é un frutto che sembra finto

A parte questo il frutto é molto apprezzato e pare abbia un sapore che é subito apprezzato anche dagli occidentali, senza nessun periodo di acclimatazione gustativa come spesso succede con molta altra frutta esotica. La buccia é coriacea e astringente mentre l'interno ha una sorta di spicchi dolci e fibrosi che costituiscono la parte edibile, anche i semi sono consumati cotti e pare siano molto buoni anche loro. Il problema per la diffusione del frutto é che, per giungere a maturazione, deve stare sulla pianta anche perché, una volta raccolto, questa si blocca. Un’attenzione che bisogna porre é quella di non macchiarsi durante l’apertura del frutto, perché la scorza ha capacità tintorie notevolissime e se ci si sporcano i vestiti non si riesce più a togliere la macchia.

Il re é il durian, il frutto più puzzolente del mondo, anch'esso originario del sud-est asiatico. É tanto puzzolente che in alcuni hotel ci sono specifici cartelli che ne vietano l’introduzione, così come non si può portarlo sui mezzi pubblici. É un frutto che sta all'opposto del mangosteen: se quest'ultimo é facile da apprezzare il durian mette in difficoltà gli occidentali: in primis puzza, pare di cipolle marce (ma io non ho la minima idea di che fetore possano avere le cipolle marce), poi pare sia proprio la polpa a farlo quindi l'assaggio e particolarmente difficoltoso: mangereste una merda pur sapendo che é la cosa più buona del mondo?
Questo é sua afrosità il durian:



La parte edibile sono i lobi burrosi
Ha una grande diffusione nel sud-est asiatico pur essendo un frutto scomodo da mangiare (per via della scorza coriacea) e ci sono occidentali innamorati del suo sapore così complesso che fanno veri propri viaggi gustativi, come se la buccia spinosa e il fetore fossero una prova da superare per accedere al paradiso, quasi un'ordalia.
Una cosa certa é che ci sono molte varietà e che la differenza di sapore (e odore) tra una e l'altra può essere notevole, così come la consistenza della parte edule


Quelli restati fuori. Probabilmente miriadi ma ho dovuto far selezione e sono andato a naso.
Mi é restato il santol che é un frutto che può essere consumato crudo o utilizzato in ricette e che ha le dimensioni e, in qualche modo, ricorda anche nel sapore una pesca,

É un frutto localmente molto disponibile in Thailandia e nelle Filippine con diverse cultivar
Si può mangiare sia la polpa arancione scavandola con un cucchiaino (non la pelle) che la polpa centrale bianca attorno ai semi. Pare che l'ingestione dei semi (accidentale? perché sono un po’ grossini) sia causa di diverse ostruzioni e perforazioni intestinali con conseguente necessità di chirurgia addominale.
Il wax jambu o wax apple é un'altro frutto interessante che, a dispetto del nome ha forma e sapore più di una pera con una consistenza della polpa abbastanza morbida.

Al centro c'é il seme avvolto in batuffolo di fibre, edibile anch'esso ma privo di sapore. Ci sono svariate cultivar con colore della buccia e della polpa più o meno intenso
Il jocote é un piccolo frutto caraibico che assomiglia ad un'oliva colorata

A El Salvador, in America centrale si tiene un festival del jocote
La Monstera deliciosa é una bella pianta parente della calla

Sviluppa frutti allungati considerati molto buoni, a patto che siano ben maturi. L'aspetto non invoglia e c'é da lavorare ma si ottiene una ricompensa

La jabuticaba é un frutto brasiliano simile a una grossa bacca scura delle dimensioni di una piccola susina

La cosa notevole é la crescita dei frutti direttamente sul tronco che dona all'albero un aspetto peculiare
É consumato localmente e sul sapore ho letto di tutto: da che sa di uva a che ha un sapore cangiante da guava a lichee col passar dei giorni
Lo snake fruit o salak é il frutto di una palma
Si sbuccia con le mani e si mangia la polpa che é suddivisa in arilli tipo quelli dell'aglio, solo che, al centro, c'é un seme nero. La consistenza é croccante tipo mela e il sapore complesso, sia dolce che asprigno. Ci sono molte cultivar alcune particolarmente pregiate.
Non so perché ma di tutta la lista é il frutto che mi attrae di più e, se un giorno andrò in Indonesia, cercherò il salak pondoh o il salak bali o il salak padang sidempuan.

Appendice: cos'é un frutto.
Sono frutti il pomodoro, la melanzana, i baccelli dei legumi e i chicchi dei cereali (cariossidi= frutti senza polpa adesi al seme); la fragola e l'ananas no! É vero ma suona strano solo perché nel linguaggio comune un frutto é un vegetale dolce sennò é una verdura.
La parola frutto in biologia ha un significato più preciso e indica il risultato della trasformazione dell'ovaio dopo la fecondazione, ma solo di quello e in tale definizione pomodoro & friends rientrano perfettamente. Se qualcos’altro, oltre all'ovaio, si trasforma allora il risultato non é un frutto ma CONTIENE il frutto.
Nella fragola i veri frutti sono i puntini gialli mentre la polpa rossa è il risultato dell'ingrossamento del ricettacolo sostegno di un'infiorescenza. Nell'ananas anche una parte del fusto della pianta si modifica e diventa succulento.



La conoscenza è sapere che un pomodoro è un frutto, la saggezza sta nel non metterlo in una macedonia”
Miles Kington

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