Di Robo con la consulenza scientifica della dr.ssa Albonetti.
No, non si intende qui definire, con tale nome, una banale solanacea, un fusto sotterraneo (non radice!) con funzione di riserva di amido, un tubero bitorzoluto di diversi colori (ai tempi del suo ritrovamento andino, ora quasi sempre giallastro).
No... qui si intende la patata... quell'altra.
La patata... zona di accoglienza temporanea per l'organo copulatore maschile; e nella sua parte prossimale, quella adiacente il collo dell'utero che in essa protrude, una sacca a pareti collabite ed a fondo cieco.
Questa struttura, questa caratteristica anatomica per la quale, se si entra in essa da un lato dal medesimo bisogna uscirne (eccetto che per i bambini nel parto), la rende accogliente oltre che per noi, anche per una serie di patogeni opportunisti che ivi dimorano.
La patata tiene normalmente sotto controllo tale popolazione con l'aiuto di lactobacilli buoni specifici: i Döderlein.
Costoro competono con i potenziali cattivi per i substrati nutrienti e ne tengono sotto controllo il numero.
Ci sono circostanze, però, nelle quali un patogeno può avere la meglio su essi; le cause possono essere:
- Una loro diminuzione per eccesso di pulizia (sì ai lavaggi ma senza esagerare, meglio evitare le lavande e le detersioni troppo frequenti ed aggressive)
- Una carenza costituzionale delle difese anticorpali mucosali, le IgA, almeno così si pensa.
- I microtraumi conseguenti ad un rapporto
- Patologie concomitanti causa di calo delle difese locali
- Arrivo di ospiti parecchio aggressivi che trovano un ambiente "che non gli par vero che si sta così bene"
- Terapie antibiotiche ripetute.
Taluni sono antichi nemici della nostra che necessitano di contatti approfonditi con l'altra metà del cielo oppure sono stranieri opportunisti che possono provenire dal Lato B per contiguità anatomica (o come passeggeri).
Andiamo con le presentazioni.