venerdì 10 aprile 2015

LITTLE SHOP OF COMICS (parte prima)

by Steve
 
IL RE IN GIALLO
 
Nel 1895 un simpatico bambino pelato con i dentoni ed un lungo camicione giallo sul quale  prendevano magicamente forma i propri pensieri sgrammaticati, faceva capolino dalle pagine  del New York World, (il giornale di Joseph Pulitzer, si, proprio lui). Yellow kid era il nome del bimbo, Hogan's Halley quello della striscia in cui si muoveva, Richard Outcault il suo autore.
I lettori americani, mentre si divertivano  per le facezie del monello (prima solo  comparsa, poi subito protagonista assoluto  della striscia), iniziavano anche a  conoscere il variegato mondo di un ghetto di periferia, ma soprattutto prendevano  confidenza con quel nuovo modo di leggere e raccontare storie e situazioni, riducendo  drasticamente i tempi di lettura, e nutrendo l’occhio e la mente di immagini colorate ed informazioni.
Il primo balloon della storia del fumetto  moderno e' pronunciato da un pappagallo  proprio in una tavola della suddetta strip  nel 1896 e riporta la frase: "Sic em  towser!",  ("Attaccalo cagnone!" ). Come dire : se noi discendiamo dalle scimmie,  Superman invece discende da un pennuto. Non so a chi e' andata peggio. In realta' l'idea di fumetto in quanto mezzo e fine per raccontare storie sequenziali nasce quasi settant'anni prima ad opera dello svizzero Topffer con i suoi sketches di vita  famigliare, o forse ancora piu' indietro con i pannelli dei cantastorie itineranti. Ma ora le storie disegnate sono finalmente alla portata di un pubblico ben più' vasto di quello delle sagre di paese.

Invece si puo' riportare come esempi di  balloon ante litteram i filatteri, cartigli usati per far pronunciare frasi bibliche a  protagonisti di rappresentazioni con fini  educativi.
Ma che il fumetto parli o si lasci  semplicemente guardare, e' comunque una  piccola rivoluzione culturale, un mezzo  globalizzato di narrativa a 360 gradi, utile politicamente per fare satira sociale, o  letterariamente per riuscire a raggiungere  qualunque persona con qualsivoglia
livello  di scolarizzazione.

 
IL MAIALINO DI TEZUKA
 
Rane e conigli lottatori di sumo
Uno dei temi ricorrenti nel complesso e variegato mondo del fumetto e' sicuramente  l'antropomorfismo, cioe' l'umanizzazione  dell'animale per fini satirici o  semplicemente ludici, di cui il modello piu' alto e' "La fattoria degli animali" di George Orwell. Uno dei primi esempi di questa tendenza, appare in Giappone durante il dodicesimo secolo, ad opera di un monaco buddista che creo' una serie di rotoli  raffiguranti animali che si comportano come esseri umani.
Siamo agli albori dei manga. Ia parola verra' poi definitivamente riconosciuta come significato di una specifica rappresentazione grafica solo durante il
diciannovesimo secolo quando, tra il 1814 e il 1849
vengono pubblicati i 13 quaderni di schizzi del maestro Hokusai  (quello della"Grande Onda"), raffiguranti studi  grafici sul movimento, con
persone ed animali  colti nelle situazioni piu' bizzarre (Manga significa :"disegno senza scopo").

Mentre in America Walt Disney porta la suddetta  antropormorfizzazione alla sua espressione più'  artistica e matura, Tezuka, in Giappone inizia a modernizzare il concetto di manga, amalgamando   mirabilmente la sua venerazione per il maestro  americano con tutte le tematiche  che la propria cultura gli suggeriva.
Il mondo del dio dei manga e' in perenne  equilibrio tra la tragedia e la commedia (e in questo rispecchia in pieno la societa'
giapponese). Spesso per riportare equilibrio  in una situazione che si
e' fatta troppo  drammatica, memore della lezione disneyana  Tezuka inserisce prontamente il suo Hyoutan Tsugi. Questo maialino stilizzato (letteralmente  zucca rammendata), che a volte sostituisce  la testa del protagonista oppure saltella  qua e la sulla scena, sta a sottolineare che non bisogna prendere troppo sul serio cio' che sta accadendo, e che in fondo e' solo un fumetto.

 

LA VITA, L'UNIVERSO E TUTTO QUANTO
 
Nel 1914 il magnate americano William  Randolph Hearst fonda il King Features  Syndacate, ponendo in pratica le basi per il lancio ed il conseguente sviluppo di tutto il fumetto moderno, supereroistico e non. Sulle pagine delle riviste da esso distribuite nell'arco di quasi trentanni,  sono passati tutti i piu' importanti personaggi a fumetti di quel periodo glorioso : Agente x-9, Cino e
Franco, l'Uomo Mascherato, Mandrake,  Flash Gordon e, soprattutto il Principe Valiant.
Si puo' tranquillamente affermare che personaggi, storie e disegnatori nati in quegli anni hanno influenzato tutte le  generazioni future. Ad esempio un ragazzotto di nome Jack  Kirby , che iniziava
proprio allora a  coltivare  le proprie brame adolescenziali nutrendosi giornalmente di pane e  striscie, ne rimase affascinato per  sempre.


Valiant/Demon
E qualcosa in specifico me lo conferma.

Questo rapido processo evoluzionistico porta nel 1938 alla nascita del primo riconosciuto supereroe moderno : Superman. Siamo in piena Golden Age, e i personaggi stravaganti si sprecano. Molti supereroi all'inizio non erano per nulla super, ma spesso normali esseri umani con velleita' da giustiziere. Nani iperpalestrati (The
Atom), ex pugili vestiti da gatto (Wildcat), ragazzotti con pistola sparapungiglioni e sciami di api addomesticate al proprio servizio (Red Bee), o addirittura massaie tracagnotte che con mantello e casseruola sulla testa, si aggiravano nei vicoli del proprio quartiere a caccia di malviventi (Ma' Hunkle aka Red Tornado).



IL FUMETTO VA ALLA GUERRA

 Nel 1940 per l'America la guerra era alle porte, da qui la necessita' di concretizzare velocemente il bisogno di protezione che allora nasceva nel pubblico americano. Sta di fatto che, come d'altronde anche molti personaggi disneyani (Paperino in testa), tutti i nuovi supereroi nati dopo Superman furono opportunamente reclutati nell'imminente guerra contro l'asse. Che d'altronde aveva anch'essa i suoi supereroi.
Hawkman, Flash (quello con il posacenere in testa), Zio Sam della National Comics (poi DC); Submariner, Captain  America, Human Torch della Timely (ventanni prima della Marvel), unirono le loro forze per combattere
Hitler, e lo avrebbero ovviamente distrutto subito se un espediente (il Fuerer viene in possesso della magica lancia di Longino con la quale impedisce a qualunque supereroe di invadere la Germania), non ne avesse opportunamente limitato la sfera d'azione.

Censura!
Negli anni del maccartismo, l'onda lunga dell'intolleranza, del bigottismo e della paura del diverso (specie se in odore di comunismo), colpisce anche il mondo di carta. I membri della  Justice Society vengono messi sotto accusa e costretti a svelare le proprie identita' segrete (decenni prima di Civil War). Il loro rifiuto porta allo scioglimento del gruppo e alla sua temporanea scomparsa.
O almeno questa e' la spiegazione, data vent'anni dopo, della cancellazione della omonima testata nel 1951 dopo soli 57 numeri.
Una sexy Batgirl
Le ragioni molto probabilmente erano legate al calo delle vendite, comunque l'espediente risulto' molto  plausibile, vista l'aria che si respirava a quei tempi. Quello che invece e' storia e' l'avvento del Comic Code Authority, che sull'onda del libro "Seduction of the innocent" dello psichiatra Fredric Wertham (la trama in sintesi : i fumetti fanno male ai giovani),
impose rigide regole etico-moralistiche alle varie testate. In pratica niente sangue e, soprattutto, sesso, anche se ogni tanto qualcosa sfuggiva alle maglie della censura. Anni dopo anche Stan Lee cade sotto i colpi della censura quando un suo albo di Spiderman (il numero 67), che il ministero dell'educazione gli aveva commissionato per portare alla ribalta la piaga dell'uso degli stupefacenti, viene bloccato proprio perche' citava troppo esplicitamente il suddetto argomento (sic!). Stan non si scompose e pubblico' l'albo in questione senza il bollino di autorizzazione.
Fu un attacco soprattutto alla EC comics che, con le proprie pubblicazioni horror, pulp e fantascientifiche, allora stava dilagando.

E' curioso il caso italico di Tex, che spesso e' stato vittima di tagli o correzioni, cosa che nel tempo ha semplicemente fatto lievitare gli albi non censurati a prezzi improponibili.
Giustizia di mercato.
Prima:la donna, discinta, spara al cattivo

Dopo:la donna, coperta, guarda Tex che spara

UOMINI E PIPISTELLI

Batman e' probabilmente l'unico personaggio che ha saputo seguire le varie fasi evolutive del fumetto americano, mantenendosi sempre adeguato ed al passo coi tempi.
Forse merito della sua immagine polimorfica, sicuramente dell'abilita' dei suoi autori. 
Si possono facilmente riconoscere quattro fasi di sviluppo grafico del personaggio, corrispondenti grossomodo alle stesse quattro in cui si struttura la storia del mondo supereroistico : Golden, Silver, Bronze, Modern age.
Come un eclettico trasformista, egli cambia forma e colore a seconda del momento storico, degli interessi del pubblico, pur manenendosi sempre fedele alle proprie caratteristiche etico/comportamentali (con piccole eccezioni, ad esempio Batman normalmente  aborre le armi da fuoco, ma all' inizio a volte usava la pistola).
Quindi si va dal ragno grigio-nerastro e cornuto delle origini (il cupo giustiziere di Bob Kane, ben inserito nell'oscuro periodo a cavallo della guerra mondiale), passando per il cavaliere in blu della silver (e di tutto il suo caleidoscopico e psichedelico mondo di criminali multicolori, figlio dell'epoca dell'lsd e della fantasia al potere), attraverso gli anni settanta in cui si assiste alla trasformazione del mantello in vero e proprio  essere vivente (le ali protettive di Neil Adams e lo tsunami di tessuto di Kelly Jones, con il quale raggiunge la sua trasformazione definitiva in vampiro, seppure in una realta' alternativa), fino alla indistinta macchia di colore pollockiana nella versione di Grant Morrison e Dave McKean in  Arkham Asylum (che fotografa benissimo la voglia di innovazione degli anni ottanta/novanta). 
E forse questa sua duttilita' e' anche la ragione del suo immarcescibile successo.



(continua)...

Gli altri post:

Little Shop of Comics - Prima parte
Little Shop of Comics - Seconda Parte
Little Shop of Comics - Terza Parte
Little Shop of Comics - Quarta Parte
Little Shop of Comics - Quinta Parte

Little Shop of Comics - Appendice: Un ventennio di fumetti
Little Shop of Comics - Appendice: Propaganda.

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