martedì 14 aprile 2015

Bestiario dell'ambulatorio

by Robo

La mattina presto, con i fumi del sonno che ancora ottundono i miei sensi e la porta dei sogni ancora socchiusa mi reco in un ambulatorio.
Sono poco propenso al dialogo ma credo che presto le mie necessità professionali vinceranno la mia ritrosia. Per ora non ci riescono.
Saluto con un formale ed atono buongiorno e mi siedo. Il vociare confuso che mi circonda mi fa sentire come fossi in navigazione in un mare di vocali che si mischiano e sovrappongono; acque di una confusa semantica in cui la spuma dei flutti, che si sfuma nell'aria, é lo strascicare delle esse pronunciate alla romagnola.
Poi una voce femminile forza la mia attenzione:

"Prondo?" 

La Signora "Prondo?" é un personaggio abbastanza ricorrente. Di chiara origine anti-piemontese, ella lotta con difficoltà contro le vocali finali delle parole e confonde sistematicamente le consonanti occlusive dentali (T e D) oltre a operare intriganti trasformazioni fonetiche: psicologia-psicologa sono per lei impronunciabili e divengono pizzicologia-pizzicologa. Parole, queste ultime, che fanno pensare a professioniste del pizzicotto le quali, a fronte di un tariffario stabilito, ti afferrano aree di cute, le stirano e le rilasciano all'improvviso recandoti un risveglio della coscienza, un miglioramento della circolazione capillare o quant'altro.
La signora "Prondo?" é in grado di operare semplificazioni ad hoc nella pronuncia di alcune parole inutilmente ridondanti; l'esempio più rappresentativo di questa attitudine é la parola disinfettante che viene opportunatamente sintetizzata in "dzinfettà".


"Al so me quel che bsogna fé!" 

Questo signore qui, anzi più spesso questo vecchietto qui che, per amor di brevità chiameremo con l'acronimo Asmqcbf!, ha la soluzione semplice per tutti i mali dell'Italia, dell'Europa, del mondo e poco ci manca che non abbia anche l'idea geniale per invertire l'inarrestabile aumento dell'entropia dell'universo.
Parte affermando un luogo comune tipo "gli'ha rubé tot-gnaquel" per captare la benevolenza degli astanti e poi si appropria del discorso e prosegue spaziando dalla politica del lavoro all'economia alla fine analisi sociologica. Con risposte efficaci per ogni questione.
Per cui le tasse si fanno pagare a tutti mettendoli in galera e buttando via la chiave, l'immigrazione si risolve affondando i barconi, i partiti bisogna abolirli e l'Italia risolverebbe tutti i suoi problemi se...qui, di solito, Asmqcbf! si confonde un po' e dice cose un po' oltre il comune consenso tipo "...se tornasse Lui" (nella forma di Mussolini o Stalin a seconda dell'allineamento ideologico basale del soggetto).
Un po' quindi sbraca e perde la benevolenza della folla ambulatoriale per cui deve recedere su posizioni più moderate.
Ne esiste la variante "supersimpatico" che inizia facendo battute che fanno ridere solo gli over 75 e finisce per dire che per risolvere il problema del terrorismo islamico bisognerebbe buttare delle bombe atomiche, ma se entra un Sikh lo confonde con un musulmano (scena cui ho assistito).
C'é, quindi, da sperare che Asmqcbf! non abbia mai la famosa valigetta col pulsante rosso perché le sue categorizzazioni sono un po' fallaci e oltretutto le esplosioni termonucleari sono, di loro, poco selettive.


"Ma lei che é dottore..."

 La signora "ma lei che é dottore..." é una che non si fida molto del suo, di dottore. E chiede a te cose cui non puoi-non sai-non vuoi rispondere. Per cortesia io abbozzo sempre risposte generali, trattenendomi dall'espormi troppo e rimando per un'opinione informata al suo medico. Evito di fare lo gnorri o il superiore perché quando ogni tuo interlocutore puó essere un potenziale rompicoglioni un po' di disponibilità é funzionale, oltre che segno di cortesia.


"Non capisco perché il suo tempo ha più valore del mio".

Ahia! Questa é tosta.
É un po'che non ci vediamo, ma per me é deleteria. Lo é perché stimola la mia tendenza a spiegare le regole e mi espone alle contraddizioni più varie ed eventuali. Ad esempio mi é capitato una volta che una signorina, alla mia spiegazione che la regola prevedeva che un informatore passasse ogni 2 pazienti, mi rispondesse che questo era valido in orario di ambulatorio ma poiché il medico aveva cominciato un'ora prima il cartello appeso con tale dicitura perdeva validita.
L'avrei ammazzata. Quella troia.
Ma ho desistito e l'ho lasciata vivere.
Ne esiste la temibile versione extracomunitario che non capisce un cazzo o fa finta di non capire un cazzo, dove il mio tentativo didattico si scontra con monosillabi o grugniti.
Alla fine passo lo stesso, se mi alzo in tempo e mi approprio fisicamente dello spazio presso l'ingresso alla sala del medico.


"Ma perché il dottore non vi riceve quando non c'é ambulatorio"? 

Mi é stato detto così tante volte che ho perso il conto. Eh, col cazzo che viene qui per noi, "a gratis", ti verrebbe da rispondere. Ma ti trattieni e spieghi che non é fattibile per questo, quest'altro e quast'altro motivo ancora. Di solito è una domanda innocua ma puó essere un cavallo di troia per depotenziare il diritto costituito; alcuni che non riescono a sopportare il fatto che li precedi se ne escono con un piccato "il vecchio dottore X (che faceva diagnosi solo guardandoli-mia nota) riceveva i viaggiatori solo il giovedì pomeriggio tra le 15,45 e le 17,01!". Al ché pensi: "e che cazzo mi frega, era un'altro medico, ora sei qui e stai lì col tuo culo", ma non lo dici. Anche perché fosse per loro i medici dovrebbero riceverci solo il 29 febbraio e se in corrispondenza di un allineamento planetario totale nel sistema solare.


"Eh ma io lo so che i rappresentanti del farmaco non fanno nulla" 

questa frase, probabilmente pensata nei miei riguardi una milionata di volte mi é stata sparata in faccia di rado. Una di queste volta mi é rimasta indigesta. In quel caso il signor  "eh ma io lo so che i rappresentanti del farmaco non fanno nulla" era un camionista macedone. Ora, io posso capire che vedere un signore in giacca e cravatta che porta una borsa e fa chiacchiere e sorrisi con il medico possa far pensare ad un fancazzismo istituzionalizzato e stipendiato, ma non é più così da decenni. Posso anche pensare che fare un lavoro di merda sulla strada ti rende antipatici tipi fintamente ben vestiti che ti passano davanti dal medico. Però il fatto che il macedone col suo accento slavo, sicuramente vittima di continui luoghi comuni sulla voglia di lavorare o affidabilità, fosse prontamente portatore del qualunquismo che subiva, mi fece incazzare fuori scala.


"Ho la febbre" 

...con le sue molte varianti, esempio "ho telefonato al medico e mi ha detto di venire subito".
Non parrebbe soffrire troppo, é venuto con le sue gambe e non sembra prossimo al collasso, ma tant'é. La sala d'attesa lo disprezza più di quanto non faccia nei miei riguardi, ma sia io che loro dobbiamo cedere. La parola "Febbre", é tendenzialmente l'apriti sesamo delle porte degli ambulatori medici.


Lascio per ultima la signora, di solito una vecchietta gentile,

"servono anche loro". 

La vecchietta "servono anche loro" mi mette in una strana posizione emotiva.
Il mio senso di giustizia mi farebbe dire: "siamo più presenti che necessari" ma ovviamente mi trattengo. D'altra parte quel "anche loro" mi fa pensare alle disgrazie della vita, che non si possono evitare e bisogna imparare a sopportarle. Poi penso che é solo una traduzione dialettale che suona male come quando senti dire "quello là" invece di quel signore, perché la fonte é il "quel chi là" dialettale.
E rispondo grazie.

3 commenti:

  1. Anche le zanzare servono..e magari sono pure meno fastidiose:)
    Sarebbe carino fare un bestiario delle tipologie dei medici che si incontrano.
    Vedremo.
    Comunque ci tengo a puntualizzare che non c'e' opulenza che tenga (vedi mail introduttiva). Se un paziente e' stronzo, e' stronzo ovunque!

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  2. A questo punto per Par Condicio ci vorrebbe un paziente che dicesse la sua sugli informatori!

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  3. In realtà questa selezione é appunto una... selezione. Mica tutte le tipologie umane dipinte nel post sono necessariamente sgradevoli. Alcune lo sono per forza, altre sono solo pittoresche. Gli ambulatori dei medici di base sono ambienti particolari in cui si vedono cose che non facilmente si possono osservare altrove. Ma questa cosa non voleva essere una carnevalata di stronzi, ma solo di specificità umane incontrate in più di 3 lustri di lavoro.

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