sabato 28 febbraio 2015

Medio(cre?)

by Robo

Un uomo mediamente realizzato. Partito da un'infanzia felice, pregna di amore ed attenzioni genitoriali, si era avventurato in un'adolescenza che lo aveva sorpreso per durezza, con strascichi anche nella successiva età, la gioventù. 
Uscirne non era stato affatto semplice ma l'età adulta gli aveva dato l'opportunità di leccarsi le ferite, di riprendersi, di ricostruirsi. Poi erano venute in suo soccorso le sicurezze di un rapporto affettivo stabile.
A quel punto le fragilità della prima giovinezza erano come scomparse, si erano ritirate in angoli bui della memoria. Sfumate come vissute da un'altre persona. Il lavoro, nei suoi alti e bassi, era divenuto il centro della sua esistenza. Le alterne fortune non gli avevano più intaccato l'autostima come sarebbe accaduto in gioventù, trovava nella consorte un porto sicuro che gli consentiva di recuperare le forze e riprendere il mare dell'attività.

Il sicomoro Candeliere - Silver Lake (Los Angeles)

domenica 22 febbraio 2015

Etologia dell'Ambulatorio (anzi della sua sala d'attesa). L'informatore parte 4


 Piccolo manuale di sopravvivenza per i neo-informatori.

 Cari colleghi,
 se il mondo e' una jungla, la sala d'attesa dell'ambulatorio di un qualunque medico di base ne e' il suo nucleo pulsante, l'occhio del ciclone dove una calma apparente, piu' spesso e' caos palese, nasconde le insidie piu' insidiose, gli ostacoli piu' ostacolosi, insomma tutto cio' che la vita ti butta addosso durante un'intera esistenza concentrato in pochi metri quadrati, e che volente o nolente, dobbiamo imparare a gestire per sopravvivere.
Il dubbio se il premio finale, una misera ipotetica prescrizione, valga tutta la fatica spesa per ottenerlo, e' fonte di continui dibattiti interiori ed discussioni senza fine tra generazioni di colleghi, ma e' meglio non pensarci.

Le mie formiche

by Robo

Da bambino scorrazzavo con i miei coetanei nel vasto giardino "di dietro" del condominio. Le case Fanfani di Forlì non sono modello di eleganza e non risaltano certo per finiture, ma quella in cui sono nato e cresciuto aveva (ed ha tutt'ora) una zona verde posteriore parecchio estesa che, allora, non era neppure recintata nelle singole proprietà e non era stata ancora deturpata dalle autorimesse in lamiera. In quei luoghi, in una rimembranza pallida dello stato di natura, noi bimbi viaggiavamo in gruppi. 
Avró avuto 7-8 anni e già dimostravo un particolare interesse per gli animali. Le pratiche dei miei coetanei, torturatori di lucertole, mi disgustavano; barbari senza cuore. 

Le lucertole le avvertivo in qualche modo affini a me, avevano occhi vispi, potevi quasi leggerci la paura, o almeno così mi pareva; non potevo guardare mentre infierivano sulle malcapitate. Gli invertebrati, invece, catturavano la mia attenzione senza pormi alcun problema...adesso direi etico. C'erano tante formiche, cominciai ad interessarmi a loro.

giovedì 19 febbraio 2015

Nessuna notte è infinita (l'informatore atto terzo).

by Robo

É stata una giornata impegnativa. Sono andato su e giù per la Romagna. Ho cenato e dopo 2 orette scarse se fatta l'ora di andare a letto.
Non mi preoccupo mai prima del sonno ma so, per esperienza, che se l'attività lavorativa ha superato alcuni invisibili confini che conducono dalla difficoltà alla durezza estrema la notte, per me, porta scompiglio e non consiglio.

domenica 8 febbraio 2015

Questioni di gambe

by Robo



Due strane creature, di certo tra le più inusuali che si incontrano percorrendo le vie della foresta finirono per trovarsi, diciamo, faccia a faccia. Quella che proveniva da sinistra rizzó il capino per meglio vedere in chi si fosse imbattuta, mentre l'altra, che transitava da destra allungó un'antenna per cercare di carpire informazioni chimiche su chi gli sbarrava la strada. Sembrò loro di specchiarsi l'un l'altra: entrambe avevano un corpo allungato sostenuto da una doppia fila di corte zampette; in cima il capo era munito di lunghe antenne mobili. Ma era come se uno specchio deformasse alcuni particolari.

sabato 7 febbraio 2015

L'informatore (ancora)

Ispirato da Stefano (vedi post L'informatore) ho narrato un collage di mia realtà. Non è aulico affatto ma è ciò che succede davvero.
Robo

Sono trafelato. É tardi. Devo vedere questo medico poi ne ho un'altro a Cesena, poi una prenotazione "imperdibile" a Savignano, poi se ce la faccio mi fiondo a Forlì, poi... poi...
Entro. Saluto: "Buongiorno". Lo dico sempre, mi fa sentire più a posto essere formalmente cortese. "Uufh, eccone un altro..." una persona presente non riesce a trattenere il disappunto.
Io mi avvio verso il libercolo delle prenotazioni, lo afferro e lo stacco delicatamente dal braccio dell'attaccapanni cui è appeso tramite uno spago; poi vado a sedermi.

Mentre sfoglio lo faccio con gesti ampi, tengo la penna alzata per dare una qual certa solennità al mio fare, come per calcare sul fatto che sono lì in virtù di un diritto regolato, cosa vera peraltro. In caso di contestazioni sono pronto ad addurre le ragioni dell'ufficialità: "sono regolarmente prenotato secondo le regole sancite dal SUO medico".
Stavolta mi pare non ce ne sarà bisogno: "strano", penso, "di solito questo è un ambulatorio rognoso".

giovedì 5 febbraio 2015

L'informatore

Lo vedo laggiù’ in fondo, tra due lunghe file di macchine parcheggiate, figura sbilenca incappucciata da una corona di candidi capelli che scintillano nella luce del tramonto. Arranca in precario equilibrio tra una grossa borsa sulla destra e un equivalente enorme sacchetto strapieno sulla sinistra, si muove con stanchezza verso la meta, che solo lui conosce, ma che, si vede anche da lontano, brama e desidera come un Ulisse la sua Itaca dopo mille odissee. Anche per me e' stata una giornata pesante , ma qualcosa in quell'omino curvo sui propri pensieri mi stringe il cuore e comunica un bisogno di contatto umano che mi spinge ad avvicinarmi. Per cui lo raggiungo in pochi passi, e gli batto un dito sulla spalla con estrema cautela, scuotendolo dai mille profondi pensieri in cui si e' avvolto.