giovedì 19 febbraio 2015

Nessuna notte è infinita (l'informatore atto terzo).

by Robo

É stata una giornata impegnativa. Sono andato su e giù per la Romagna. Ho cenato e dopo 2 orette scarse se fatta l'ora di andare a letto.
Non mi preoccupo mai prima del sonno ma so, per esperienza, che se l'attività lavorativa ha superato alcuni invisibili confini che conducono dalla difficoltà alla durezza estrema la notte, per me, porta scompiglio e non consiglio.

Oggi è stato uno di quei giorni. Quei giorni in cui mi sono sentito un criceto che corre, restando immobile, su di una rotellina. Quei giorni in cui il rapporto ponderato tra soddisfazione e frustrazione vede quest'ultima netta vincitrice. Ho trovato medici assenti con prenotazioni "difficili", quelle che, se le perdi, le ritrovi solo dopo un mese se va bene, e non ti viene concesso il recupero.
Astio palpabile negli ambulatori che, per quanto vi sia abituato, ancora mi colpisce se anche tutto il resto è andato male.
Poi il capo mi ha comunicato i dati, mediocri, del mese e del trimestre, e, in una giornata così, il gap tra impegno prodotto e risultato ottenuto lo vivo intimamente come ingiusto ed inaccettabile. Insomma mi sono mancate solo le cavallette.
Tornato a casa volevo sfogarmi un po' con la mia amata moglie, che vederla è l'unica cosa positiva in giorni come questo, ma non ho potuto.
Le cose erano andate male anche a lei: un paziente maleducato, uno scontro con un collega, la prospettiva di un nuovo coordinatore che tutti prospettano come un fiero rompicoglioni. Ho dovuto tacere ed ascoltare. Tacere ed ascoltarla; non ci si può sfogare in due contemporaneamente.
Poi la cena, poi il divano e la tv. Lei si è addormentata ed io sono restato solo col mio i-pad scassato.

Seguo, di norma, una mail list sull'esaurimento delle risorse e cerco di dire cose sensate per quanto io sia un ignorante nel settore; mi occupo di (far) vendere farmaci. Ma il filo della discussione lo tenevano alcuni personaggi un po' estremisti che mi hanno fatto scattare il "sì-ma" mood.
Ne è uscita una lunga discussione che alla fine mi ha stressato ancora di più, avrei fatto meglio a cercare sul web un paio di tette.
Dicevo: si fa l'ora di nanna. Sveglio e faccio alzare la moglie. Scale, camera da letto, denti e nanna. Lei nanna, io veglia. Provo a pensare alle cose che mi piacciono in ordine sparso. Allora dormo? Dormo?....Sveglio. Ma mi sono addormentato o no?
I dubbi vengono sedati dal led della sveglia, sono le 4,15.
Ok, ho ancora due ore di sonno se ci riesco, se non ci riesco è durina.
I soggetti gradevoli li ho già utilizzati qualche ora prima. Allora mi avvicino e mi accoccolo a mia moglie e passo ai "pensieri creativi". Per me la realtà è sostanzialmente noiosa così mi risulta gradito condirla di previsioni improbabili, di arricchimenti fantastici, e ciò in diversi campi, dalla tecnologia agli avvenimenti sportivi, talora anche nella mia vita. Qualche volta mi lancio in franche creazioni di storie, innescate da una visione televisiva ispiratrice e ne tesso la trama come avessi un ago ed un filo nella testa.
A quell'ora mi aiuta a non incontrarmi troppo da vicino, che da solo, al buio, nel silenzio rotto solo dal respiro di mia moglie, non ti puoi dire cazzate, e rimettere in discussione sogni, risultati ed ambizioni può non essere piacevole.
Ce la potrei anche fare, potrei passare 2 orette con me stesso e il mio bulirone interiore, tanto non dormo più, se non fosse che il pensiero del lavoro mi coglie: dovrei dormire per essere efficiente e riposato, ma non ci riesco. In passato mi sarei incazzato e sarebbe stato peggio.
Mia moglie non posso svegliarla; poverina, lavora più di me ed ha più necessità di me di ore di sonno.
Devo solo restar calmo e immaginare, star calmo e costruire una storia che mi accompagni fino al mattino...
"Tirutirulà-tirutirulì", suona la sveglia. Mia moglie allunga una mano e la spegne. Prima che si alzi e vada in bagno le dico: "ti amo tesoro". Fortunatamente, nessuna notte è infinita.

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