venerdì 16 ottobre 2015

carnivori e Carnivori

by Robo


Incipit  

Io sono non-carnivoro e tutti quelli della mia famiglia hanno ridotto  il consumo di questo alimento fino, talora, ad annullarlo. Ma il mio percorso evolutivo, il mio metabolismo e il mio intestino raccontano una storia diversa: sono parte di una schiatta di scimmioni glabri che devono introdurre obbligatoriamente 20 amminoacidi, 2 acidi grassi essenziali e varie vitamine (spt per la C siamo legati al consumo di vegetali freschi) e che possono disporre di varie fonti fibroso-amidacee e proteiche. La carne rientra nelle eventualità della nostra dieta. Possiamo farne a meno per il ferro, che, con difficoltà, assorbiamo da altre fonti ma per la vitB12 é dura. Non tanto per un carnivoro pentito che puó averne accumulato riserve per decine di anni, ma per l'infanzia e la gravidanza se, oltre alla carne, si escludono tutti gli altri alimenti di origine animale (latticini, uova, pescato) si fa un azzardo, anzi probabilmente una cazzata.
Gli eschimesi che non consumano vegetali ottengono la vitC (e altre) consumando il fegato crudo di foche e cetacei e probabilmente sostituiscono l'effetto delle fibre vegetali con il consumo in toto delle prede comprese parti sostanzialmente indigeribili (tendini, cartilagini). Tra loro e le diete vegane di alcuni popoli dell'India c'è un abisso che dimostra la nostra adattabilità alimentare.

Questo breve preambolo un po' personale mi serve per parlare di altri Carnivori, quelli con la C maiuscola,  quelli che definiamo così per convenzione tassonomica motivata, nel senso che hanno adattamenti di base atti alla predazione ed al consumo di carne ma, nel tempo, l'evoluzione ha portato alcuni di loro ad allontanarsi dal piano primario. I felini, lupi e cani, orsi, donnole e affini, procioni e affini, le moffette americane, le manguste, le foche e le otarie sono parenti. Discendono da comuni progenitori poco definiti, i Miacidi, che svilupparono una dentatura specializzata alla predazione: canini affilati ma soprattutto carnassiali ben sviluppati, i cosiddetti denti ferini (il primo molare inferiore ed il quarto premolare superiore). Tutti i loro discendenti, anche quelli che hanno receduto, parzialmente o completamente, da una dieta prettamente carnea mantengono, almeno vestigialmente, questa caratteristica.



Storia naturale dei carnivori e dei.... Carnivori 

Da ciò che si è detto penso sia ovvio che la corrispondenza tra quelli con la minuscola e quelli come la maiuscola è solo parziale. In un bioma i "brucatori" sono necessariamente presenti se c'è materiale vegetale, ma dove ci sono i consumatori primari, prima o dopo arrivano anche i secondari, quelli che se li mangiano. Dopo la scomparsa dei dinosauri i mammiferi si sono trovati davanti una prateria di nicchie ecologiche da occupare e si sono mossi rapidamente, aumentando di dimensioni, sviluppando nuove forme corporee, inventandosi nuovi modi di approvvigionarsi di cibo vegetale e nuovi modi di approfittare di questa abbondanza di carne quadrupede. 
I primi ad assurgere al ruolo di carnivori (notare la minuscola) dominanti sono stati i mesonichidi, che in poco tempo svilupparono forme grossolanamente simili a lupi o orsi odierni, ma senza denti carnassiali veri e propri. Qualche riproduzione interessante: 





Stiamo parlando di animali che non hanno lasciato discendenti odierni e che faremmo un po' fatica ad inquadrare nelle nostre categorie attuali. Qualche tempo dopo alcuni ungulati artiodattili (sulla stessa linea che portò alle mucche, per capirci, ma più vicini come parentela ad ippopotami e cetacei) cominciarono a nutrirsi di carne, sicuramente di quella dei cadaveri, e qui ci troviamo di fronte ad una di quelle svolte evolutive che è difficilmente digeribile se non dilatiamo nel tempo profondo la fissità zoologica che ci restituisce il nostro sguardo limitato. Comunque arrivano le cosiddette pecore-lupo tra cui uno dei più grossi carnivori della storia, Andrewsarchus Mongoliensis, di cui è stato ritrovato un cranio incompleto di 83 cm di lunghezza. Si suppone fosse un gigante con zoccoli e non artigli in cima alle falangi.


Nel mondo la gloria é effimera e così, dopo qualche milionata da anni dall'ascesa dei Mesonichidi, assursero al ruolo di predatori in cima alla catena alimentare i Creodonti, non ancora Carnivori con la maiuscola, ma quasi visto che hanno i carnassiali anche se spostati un po' indietro: origine comune o convergenza evolutiva? I Creodonti non compaiono dal nulla, anch'essi come i Mesonichidi hanno ascendenze antiche che si perdono nelle nebbie della prima Terra senza dinosauri, ma hanno atteso nell'ombra il loro momento. Sotto una ricostruzione di alcune specie. 



Poi termina anche il regno dei Creodonti ed arrivano finalmente i veri Carnivori, quelli che per i quali noi abbiamo deciso di far coincidere un'attitudine alimentare con il nome del gruppo. La storia naturale si ripete sempre simile e mai uguale ed i nuovi arrivati (in realtà anch'essi in giro da parecchio ma occultati in nicchie poco spettacolari) assumono diverse forme e dimensioni: si irradiano. Possiamo distinguere diverse famiglie: i Felidi, i Canidi, gli Ienidi, gli Ursidi, i Mustelidi (martora, visone, lontra, tasso, ermellino, faina, donnola, puzzole, zorrille), i Mephytidae (moffette e tassi fetidi), i Procionidi (procione, coati, bassarischi, olingos e cercoletto), gli Erpestidi (manguste e suricati), i Viverridi (zibetto, genetta, civette delle palme, linsanghi, binturong) e il Fossa... che fa famiglia da solo. Queste hanno discendenti viventi, altre no. 
Ad un certo punto, alcuni Carnivori caniformi tornarono all'acqua e diedero vita ai pinnipedi: foche (foche antartiche, foche mediterranee, elefanti marini), otarie (leoni marini, otarie orsine) e Obenidi (trichechi)  
 -inciso: le otarie si distinguono dalle vere foche per avere delle piccole orecchie esterne e perché riescono a rigirare in avanti le pinne posteriori e quindi operare una sorta di camminata a 4 zampe laddove le vere foche sembrano degli enormi vermoni quando si spostano sulla terraferma; gli spettacoli con le foche nei circhi e nelle piscine sono spettacoli con...otarie- 

Noi che siamo un po' bimbominkia siamo interessati soprattutto ai grossi animaloni Carnivori che non ci sono più: i barburofelidi, le tigri dai denti a sciabola, le grandi iene estinte, gli orsi corridori col muso corto, i leoni giganti pleistocenici.  
I barburofelidi sono chiamati "false tigri dai denti a sciabola" perché pur non essendo direttamente imparentati con quelle avevano sviluppato la medesima impressionante ipetrofia dei canini superiori. Questo è un classico esempio di evoluzione convergente facilitata da un bauplan (piano corporeo) praticamente analogo tra i barburofelidi ed i veri felidi ed è successo diverse volte. Tale adattamento si ritiene legato alla predazione di animali di grande mole che sarebbero stati azzannati in profondità e poi sopraffatti dalle conseguenti emorragie. Sotto la prima immagine è di Barburofelis che detiene il record dei canini più lunghi mai ritrovati 



La seconda di Eusmilus, antico Carnivoro basale, che presenta analogo sviluppo della dentatura, in modo totalmente indipendente da quello dei Barburofelidi



Notate le flange nella mandibola per accogliere il profilo dei canini a bocca chiusa, questi denti sono in realtà scomodi e relativamente fragili e ne risulta un adattamento estremo per l'animale che diviene efficiente solo per taluni tipi di prede. É come usare un bazooka piuttosto che un moschetto: va benissimo per dei lenti carri armati, ma se sei circondato da veloci fanti diviene inutile. Eusmilus è vissuto circa 20 milioni di anni fa, il Barburofelis con i denti più lunghi almeno 10 milioni di anni dopo. Per ultimo è arrivato Smilodon, vero felino come il vostro micio, ed ha resistito fino a 10000 anni fa, incontrando anche l'uomo (cosa che, forse, non gli giovò). Le specie più grandi del genere, come Smilodon populator, erano animali grossi come tigri ma più massicci, in particolare nella parte anteriore del corpo. Rispetto ai felini odierni l'articolazione temporo-mandibolare consentiva una maggior apertura delle fauci (120 gradi).  



Se questa cosa della convergenza evolutiva ancora non vi ha convinto arriva in nostro aiuto Thylacosmilus, un marsupiale del pliocene dell'america del sud. In questo continente i mammiferi placentati, a parte i pipistrelli non erano mai giunti e i marsupiali residenti avevano occupato le nicchie ecologiche equivalenti, rimanendo in totale isolamento fino alla formazione dell'istmo tra le 2 Americhe, circa 3 milioni di anni fa. Thylacosmilus si era evoluto da animali simili a opossum, non era un felino, non era un Carnivoro, la linea dei suoi antenati si era staccata da quella dei placentati 160 milioni di anni fa, nel Giurassico. Eppure, ecco il cranio di Thylacosmilus



O Dio ha un piano articolato e ricorsivo oppure le possibilità dell'adattamento corporeo sono un teatro che, avendo sufficiente tempo, viene esplorato in ogni pertugio e spesso ci si ritrova in tanti nel medesimo posto.  
Le iene sono animali fantastici cui, intuitivamente, tendiamo ad attribuire una condizione da canide degenerato, e non dite che non è così! A questo contribuiscono il verso simile ad una risata sguaiata (vuoi mettere con un ululato?), lo scarso sviluppo del posteriore che le rende niente affatto eleganti e la fama di mangiacadaveri. Invece sono animali intelligenti e sociali, con gruppi retti da femmine dominanti (il cui clitoride è sviluppato quasi quanto un pene maschile), capaci di caccia attiva, e che si fanno fregare la preda, appena uccisa, dai leoni più spesso che il contrario. In passato c'è stato un genere, ora estinto, che ha partorito iene grandi come tigri: Dinocrocuta. In questi grandi animali, si pensa, si sia espressa ai massimi livelli una capacità presente anche nelle iene attuali, quella di rompere le ossa con i denti ferini per mangiarne il midollo. Ah...poi le iene risultano essere più vicine ai gatti che ai cani e ciò si evincerebbe da una particolare struttura della bolla timpanica che condividono solo con i felidi.  



Gli orsi sono animali solitamente molto amati, sarà che tutti da bambini abbiamo avuto un orsetto o visto Balù  ballare nel "Libro della giungla" della Disney. Sono una particolare variazione sul tema Carnivori, non sono specializzati come i felidi, ed all'agilità dei canidi hanno preferito la stazza. A parte un caso particolare, l'orso bianco, possono mangiare un po' di tutto e la loro dieta mostra una prevalenza di vegetali (non nel periodo in cui i salmoni risalgono i fiumi!). Possono essere veloci per brevi tratti ma non sono specialisti della corsa, hanno il culo grosso. In un recente passato, nel nord-America, c'è stato un orso un po' diverso: Arctodus Simus. Un orso con le gambe più lunghe e col muso strano, più corto e, in un certo qual modo, più simile a quello dei felidi. Aveva anche un morso più forte delle specie attuali, probabilmente per rompere le ossa ed era, presumibilmente, un corridore migliore. Si è capito, da uno studio isotopico sulle ossa, che la dieta di questi orsi era prevalentemente carnivora: se da caccia attiva o appropriazione di carcasse, resta difficile da dire. 


 Il leone odierno è quello africano (anche se esiste una poco conosciuta e numericamente esigua sottospecie indiana) ma non è sempre stato così. I nostri antenati ebbero il loro da fare con i grossi leoni delle caverne europei ed nelle americhe è vissuto, più o meno nello stesso periodo, il più grosso di tutti i felidi, Panthera Atrox. Una sorta di leone gigante senza criniera, molto più alto dei sui parenti africani, coevo degli smilodonti americani e degli orsi corridori. Un bel trittico; tutti estinti nella grande scomparsa della megafauna del periodo quaternario.



Quelli Pentiti...

Anche se sono Carnivori con la maiuscola, alcuni di loro hanno rinnegato i loro avi, sposando il vegetarianesimo. Il più famoso di costoro é un orso: il panda gigante. Animale iconico per antonomasia, si nutre solo di germogli di bambù, dieta che sarebbe ristretta anche per un erbivoro di lungo corso. Questo adattamento é stato così estremo che il pandone ha sviluppato un falso pollice che gli facilita la prensione del cibo

Altro pentito è il panda rosso. Ora si pensa non siano parenti i due panda. Il più grosso è un'orso, il più piccolo non si sa bene dove metterlo. All'inizio lo si è posto tra i procionidi, ora gli si è creata una famiglia ad hoc, cosa che si fa per tagliare la testa al toro quando non ci si trova d'accordo. Comunque se si dovesse costruire artificialmente un animale fuori scala in quanto a carineria, costui sarebbe identico al minore dei panda:


Tra i pentiti può starci anche il cercoletto o Kinkajou. Un procionide del sud-America che si nutre per il 90% di frutta e per il restante di fiori e foglie. Ha coda prensile, cosa rara tra i Carnivori, ed in cattività è molto longevo. Il suo aspetto strano e difficilmente qualificabile (sembra una via di mezzo tra una scimmietta e una tupaia) lo ha reso desiderabile come animale domestico e, benché il suo commercio sia proibito, Paris Hilton ne ha uno.


Quelli proprio strani. Per primo qui ci mettiamo il Fossa, Criptoprocta ferox (nomen omen). L'unico Carnivoro del Madagascar. I suoi avi sono rimasti intrappolati in quest'isola piena di lemuri molti milioni di anni fa; per questo il Fossa é sempre incazzato ed ha attribuito ai lemuri la colpa dell'isolamento dal resto del mondo ed ha deciso di provare a mangiarseli tutti ;-)


Poi ci mettiamo il cane procione. In Giappone è un'animale del mito, chiamato Tanuki. La sua caratteristica di avere testicoli particolarmente sviluppati viene esagerata in modo scherzoso nelle sue rappresentazioni. É un canide poco aggressivo che va in letargo e spesso si finge morto se aggredito. Un animale strano che sembra un mix tra un procione ed una volpe:


Terzo classificato il Crisocione, una mansueta volpe sui trampoli. É alta al garrese fino ad 82 cm, come un alano, ma molto più esile. Ha spesso un'espressione strana nelle foto, molto contemplativa, quasi triste.


Quarto posto per lo Speoto, piccolo canide sudamericano che rassomiglia superficialmente ad un meticcio venuto male. È un attivo cacciatore di piccoli animali e, quando si muove in gruppo (a me é capitato di osservarlo allo zoo di Parigi) sembra di vedere una muta di botoli


Quinto gradino per l'Olinguito. É il più piccolo procionide vivente, non arrivando a pesare un chilogrammo da adulto. É anche stato individuato come nuova specie solo nel 2013 sebbene fosse conosciuto dagli abitanti delle zone presso quelle in cui l'animalino vive e i riproduce (fitte foreste del sudamerica). É "born to be pet", se ne addomesticano qualche esemplare e lo riproducono in cattività lo facciamo diventare l'animalino da compagnia del terzo millennio:


Ultimo il Binturong. É il più grosso dei viverridi. Non è facile farne una descrizione, anche perché i viverridi stessi non sono conosciuti in occidente e lui è il più strano di tutti. In inglese è talora chiamato bearcat, che un po' rende l'idea. Arboricolo e prevalentemente frugivoro, non disdegna di predare piccoli animali se ne ha occasione. Questo comunque è un binturong:



Special mention: il Ghiottone. Per una questione affettiva visto che il wolverine presta nome e carattere ad uno dei personaggi Marvel più amati. É comunque il più grosso ed aggressivo dei mustelidi terrestri, mangia tutto quello che può e uccide tutto quello che riesce ad uccidere. Il nome scientifico della sottospecie europea è significativo: Gulo gulo gulo = tre volte ghiotto (se però un dotato signore di colore vi insegue gridando "gulo!gulo!gulo!", sappiate che è improbabile che costui sia un naturalista entusiasta :-)



L'angolo del nerd 

Visto che parliamo di Carnivori ed anche di carnivori, se siete anche solo vagamente nerd vi sarete certo chiesti: "ma il morso? L'atto finale che finalizza l'evento predatorio... chi ce l'ha più forte? É possibile fare inferenze su quello di animali estinti?". Posto che anche voi vi facciate tali domande e che esse abbiano un peso importante nell'economia delle vostre giornate, sappiate che esiste almeno un lavoro scientifico che si è interrogato in tal senso. Questi ricercatori (mica bimbominkia!) hanno estrapolato un parametro, il BFQ (bite force quotient) che misura la forza del morso rapportata alla massa corporea, per fare confronti tra specie di dimensioni diverse. Alla fine del paragrafetto metto il link al lavoro ma qui vi faccio un sunto:

  1. I risultati si basano su una modellizzazione basata sui crani e sullo spessore delle inserzioni muscolari che risultano da questi e quindi non sono risultati "in vivo" (anche perché non é sempre facile convincere un animale a mordere un sensore con il massimo della propria forza), ma, basandosi su parametri scheletrici, permettono di inferire risultati su specie estinte di cui si disponga di crani fossilizzati; 
  2. I canidi hanno mediamente un BFQ maggiore dei felidi, questo in parte è dovuto al fatto che, nel confronto con questi ultimi, tendono ad avere una testa di dimensioni maggiori rispetto alla massa corporea; 
  3. Tra i canidi le specie che uccidono prede di maggiori dimensioni tendono ad avere un BFQ maggiore, a prescindere dal fatto che la caccia sia sociale. Per cui il record tra i canidi lo detiene il Licaone, che non lo penseresti a guardarlo, mentre gli animali solitari ed opportunisti come il Coyote, che caccia prede di piccole dimensioni, hanno un BFQ basso. 
  4. Tra i viventi il record spetta al Diavolo di Tasmania, ed i marsupiali hanno un valore di BFQ superiore ai placentati, forse lo sviluppo cerebrale più che raddoppiato, di questi ultimi, sottrae spazio utile ad inserzioni dei muscoli di adduzione delle mascelle;  
  5. Le iene che, come osteofaghe, si pensava avessero, un BFQ ai valori più alti sono invece superate da specie affatto osteofaghe. Il loro adattamento in tal senso non consisterebbe quindi in una maggior potenza assoluta del morso ma nell'avere strutture craniche in grado di sopportare la massima espressione della forza prensoria a livello dei carnassiali; 
  6. Sulla base dei parametri considerati il record tra i canidi lo detiene l'estinto Canis dirus che, per inferenza, era probabilmente un cacciatore sociale di prede di grande mole, mentre il valore più alto in assoluto lo registrerebbe il meraviglioso marsupiale australiano estinto Thylacoleo; 
  7. I carnivori con l'ipertrofia dei canini mostrano un BFQ più ridotto, ciò potrebbe essere relativo ad una modalità diversa del morso, senza la necessità di serrare forte le mascelle dopo la prensione e, vista la possente muscolatura del collo di questi animali specializzati, anche una partecipazione di gruppi muscolari esterni al capo nell'atto di impalare la preda.

Bite club: comparative bite force in big biting mammals and the prediction of predatory behaviour in fossil taxa

 -inciso: Thylacoleo é un esempio di "famolo strano". Un predatore delle dimensioni di un leopardo con incisivi (e non canini! Tipo il Nosferatu cinematografico) atti a vulnerare la preda e dotato di una singola ed ininterrotta lama dentaria posteriore robustissima.

Chiosa 

Per quanto io abbia scelto di non cibarmi di carne, nutro, se non si fosse capito, una particolare predilezione per i Carnivori ed anche per i carnivori di vari gruppi animali (rapaci tra gli uccelli, squali tra i pesci). Non so perché ci sia questa strana bivalenza in me, é come se una suora amasse i film porno ;-) Artigli, denti, armi di offesa in generale mi affascinano, tanto più quanto sono associati a musetti baffuti, pelo morbido ed occhi luminosi. Sì, perché la lunga storia evolutiva dei Carnivori ci ha portati anche a questo, a creature che uniscono un potenziale di morte ad una evidente  bellezza, talora notevolissima. Questi due aspetti si ritrovano in particolar modo, a mio parere nei felidi, e, più di tutti nella Tigre...

...e in Betty

5 commenti:

  1. Molto interessante!!
    Avevo letto che ancora non si è sucurissimi sull'utilizzo deglu scomodissimi (ma evidentemente fondamentali) denti a sciabola.

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  2. Si. Ho letto di tutto. Dall'Ipotesi che servissero per impalare le prede e lasciarle morire dissanguate a quella che la lunghezza dei canini consentisse loro di dislocare, con un morso dorsale, le vertebre cervicali; invece i grossi felini odierni cercano, almeno sulle prede di dimensione adeguata, un morso ventrale che soffoca letteralmente la preda.

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  3. Apprezzo e rispetto tantissimo lo sforzo immane e la profonda cultura che trasuda da ogni riga.
    Lo sai, non ti seguo del tutto su questi temi, come probabilmente tu sui miei, specifici e unfilino troppo didattici, ma ci provo , mi sforzo e in fondo ci arrivo, giuro.
    E ti amo uguale.
    Virtualmente s'intende.
    Anch'io prox un post peso!!
    Sisisi:)

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  4. Ottimo post che covava nell'ombra da qualche mese... come un carnivoro! Complimenti Robo! Ed ora aspetto anche Stefano che ha una cosa veramente bella bel cassetto (confesso.. ho sbirciato).

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  5. Siete gentili. Chiarisco che non sono un esperto ma un curioso. Queste cose mi piacciono ed ho una cultura che é un po' tipo un rumore di fondo e che sta alla base di certe affermazioni che faccio e che spero si capisca sono farina del mio sacco. Poi su questa rete poggio i dati che trovo per completarla. E mi tocca studiare. Non vedo l'ora di leggere il post di Stefano. L'ho visto tra le bozze ma non sbircio e il titolo mi intriga.

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