PRIMA DI TUTTO...ESCHER
Escher |
M.C. Escher, il famoso incisore e grafico
olandese, con i suoi giochi ottici regolati da schemi matematici, le sue
costruzioni impossibili entro cui l’azione si sviluppa in spirali
infinite, suggerisce invece che il movimento possa anche comprimersi in un'unico istante, come un quadro che si muove al suo interno, finendo per creare quasi
un ibrido tra le due suddette forme artistiche.
Will Eisner |
Gianni de Luca |
Will Eisner lo ha spesso usato sia in Spirit, sia nelle sue graphic
novel (di cui e’ considerato l'antesignano con il suo "Contratto con
Dio”),
Gianni de Luca invece ne fa il suo segno distintivo in molte sue trasposizioni a fumetti di tragedie Shakespeariane).
Frank Miller nel suo Elektra Lives Again lo cita apertamente, in Promethea di Alan Moore e J.H.Williams III (autore che meriterebbe un post a parte), qui sotto, i personaggi si muovono come su di un nastro di Moebius.
Il fumetto comico, Asterix per esempio, sfruttando situazioni
perennemente sopra le righe, usa ampiamente questa tecnica
in tutte le sue forme col grande vantaggio di non doversi mai
preoccupare di risultare realistico.
Qui accanto: un'azione che occuperebbe almeno 4 vignette, compressa in una sola.
Gianni de Luca invece ne fa il suo segno distintivo in molte sue trasposizioni a fumetti di tragedie Shakespeariane).
Frank Miller nel suo Elektra Lives Again lo cita apertamente, in Promethea di Alan Moore e J.H.Williams III (autore che meriterebbe un post a parte), qui sotto, i personaggi si muovono come su di un nastro di Moebius.
Elektra lives! |
Promethea |
Asterix e i Britanni |
perennemente sopra le righe, usa ampiamente questa tecnica
in tutte le sue forme col grande vantaggio di non doversi mai
preoccupare di risultare realistico.
Qui accanto: un'azione che occuperebbe almeno 4 vignette, compressa in una sola.
Ancora Asterix |
ANARCHY IN USA
La lunga onda punk che invade il fumetto americano
negli anni ottanta, opera una importantissima rivoluzione soprattutto sulla
scrittura e sui temi trattati, usando la parte grafica, nella maggior parte dei
casi, come mera chiave d'accesso ai gusti di un pubblico piu' vasto
possibile.
Per uno come Alan Moore per esempio,
l'immagine deve essere al servizio del testo, mai il contrario. Infatti il
tratto pulito di Dave Gibbons in Watchmen gli e' utile per recuperare il rigido
schema a griglia del fumetto classico, entro cui operarne una completa
riscrittura.
Dark Knight returns |
Tutta la British Invasion (british per modo di
dire, perche' Miller e' americano), in fondo e' basata sul recupero di vecchi
supereroi della Golden e della Silver Age (a parte Batman, Sandman per esempio
era un character di Kirby e Simon, tutti i protagonisti di Watchmen sono
personaggi della Charlton Comics, la Doom Patrol e Animal Man di Morrison hanno
le loro origini negli anni sessanta), con l'intenzione di ampliarne ed
approfondirne umanita' e psicologia, fino a dargli lo spessore di veri e propri
personaggi da romanzo.
E’ questa la svolta epocale che, da una
parte permette al fumetto americano di diventare finalmente adulto, e
dall'altra, tramite il palese marchio di autorialita' delle opere, si fa
espressione dell'urgente necessita' da parte degli autori, di rivendicare il
diritto di proprieta' intellettuale, e conseguente esclusivita', della propria
opera.
La millenaria battaglia per veder riconosciuto il
proprio status di autore completo, che negli anni ha visto in prima linea
grossi calibri del fumetto come Will Eisner, sembra giungere finalmente
alla sua piu' positiva conclusione con la nascita della Image.
Essa fu la prima grossa casa indipendente americana,
nata nel 1992 per opera di Rob Liefeld (il cui seppur breve successo
rimane uno dei piu' inspegabili enigmi della storia del fumetto) e Tod
Mcfarlane, reduce dalla sua piccola rivoluzione grafica compiuta su Spiderman.
Il periodo in cui tentarono l'impresa era particolarmente proprizio : l'industria fumettistica americana stava attraversando la sua fase piu' redditizia, e gli autori potevano cosi' provare ad essere finalmente gli unici usufruitori del successo dei propri personaggi.
Il periodo in cui tentarono l'impresa era particolarmente proprizio : l'industria fumettistica americana stava attraversando la sua fase piu' redditizia, e gli autori potevano cosi' provare ad essere finalmente gli unici usufruitori del successo dei propri personaggi.
Il tempo, insieme agli indubbi meriti
dell'operazione (soprattutto commerciali), ne evidenziera' purtroppo anche i
limiti artistici e creativi, limitandosi in fondo solo a reiterare vecchie formule
appesantendone enormemente i contenuti. Di tutto cio' ora rimane ben poco, solo
Savage Dragon sempre scritto e diretto dal solo Eric Larsen, caso piu' unico che raro di collana scritta e disegnata sempre dallo stesso autore.
Cerebus e' considerato il primo fumetto indipendente, interamente
autoprodotto, Bone di Jeff Smith l'esempio piu' famoso.
Era l'epoca pionieristica in cui l'enorme espansione del mercato, offriva a chiunque l'opportunita' di far conoscere la propria opera anche organizzando campagne pubblicitarie
on-the-road, viaggiando su camioncini scalcagnati e volantinando i
partecipanti alle varie fiere da bancarelle improvvisate.
Finalmente pero’ le vendite erano legate unicamente alla qualita’ del fumetto, e non solo a furbe operazioni di marketing.
QUADRI DA UN?ESPOSIZIONE
La British Invasion, insieme al suo spirito
iconoclasta (piu' o meno evidente : infatti ad esempio mentre Marshal Law e’ un
vero e proprio cazzotto sui denti, Sandman e' pura letteratura), offri' anche
un'ambiente ottimale per esprimere a chiunque volesse farlo il proprio bisogno
di sperimentare. E' un lento ma inesorabile allontanarsi dai
semplici tratti a matita, dai retinati e dai colori basici.
I primi timidi passi su questa strada li aveva gia'
compiuti il solito Jack Kirby, che in un numero dei Fantastici 4 del 1964, aveva
introdotto la tecnica del collage (poi ampiamente usate nella saga dei Nuovi
Dei). Grandi fotografie facevano da sfondo ai viaggi infragalattici dei 4.
Vent'anni dopo Dave Mckean (che aveva gia’ mostrato il suo talento pittorico in Arkham Asylum) iniziava sulle copertine di Sandman a fare di questa tecnica il suo marchio di fabbrica. Il passo successivo lo compi' la Epic, linea adulta della Marvel (come la Vertigo lo sara’ per la DC), quando pubblica quel viaggio allucinogeno che e' Stray Toasters di Bill Sienkievicz.
Disegnatore dal tratto non convenzionale, dopo il felice
connubio con Frank Miller con Elektra Assassin, partorisce la sua prima (e
ultima) opera in solo, costruendo un caleidoscopio di suggerimenti visivi e
narrativi, che a suo tempo trovo' il pubblico decisamente
impreparato ad affrontare questa lisergica maratona intellettualoide, ma che
rimane una esperienza stimolante per chiunque abbia "osato"
avvicinarvisi.
Vent'anni dopo Dave Mckean (che aveva gia’ mostrato il suo talento pittorico in Arkham Asylum) iniziava sulle copertine di Sandman a fare di questa tecnica il suo marchio di fabbrica. Il passo successivo lo compi' la Epic, linea adulta della Marvel (come la Vertigo lo sara’ per la DC), quando pubblica quel viaggio allucinogeno che e' Stray Toasters di Bill Sienkievicz.
Stray Toasters |
Con qualche anno di ritardo anche il fumetto, come
l’arte, entrava nella sua fase piu’ sperimentale.
L’unica sostanziale differenza fu che, se per l’arte
era una strada senza ritorno, per il fumetto furono una serie di episodi,
seppur intensi e con importanti conseguenze.
Kabuki |
In Italia in questo campo non siamo secondi a nessuno, anzi a volte arriviamo prima degli altri.
Nel 1983 tra le pagine di Alteralter,
prima rivista italiana tutta di racconti a fumetti e spin off del piu'
famoso Linus (che ancor oggi raccoglie il meglio delle strip
mondiali), spunta una piccola strana gemma.
E' un inserto chiamato Valvoline Motorcomics, e sembra un minicatalogo di arte moderna.
Dentro si respira aria futuristica (Depero e Balla in testa), ed e' frutto del coraggio un po' incosciente di un gruppo di universitari bolognesi che frequentavano il Dams negli anni settanta, durante quel magnifico e fecondo periodo di grande fermento culturale, in cui la parola d'ordine era "alternativo", a volte senza preoccuparsi bene a cosa. Nasceva il Male, che mentre faceva satira politica promuoveva geni stravaganti come Pazienza e Scozzari, e Frigidaire che cercava di occupare invece lo spazio della rivista culturale.
E' un inserto chiamato Valvoline Motorcomics, e sembra un minicatalogo di arte moderna.
Dentro si respira aria futuristica (Depero e Balla in testa), ed e' frutto del coraggio un po' incosciente di un gruppo di universitari bolognesi che frequentavano il Dams negli anni settanta, durante quel magnifico e fecondo periodo di grande fermento culturale, in cui la parola d'ordine era "alternativo", a volte senza preoccuparsi bene a cosa. Nasceva il Male, che mentre faceva satira politica promuoveva geni stravaganti come Pazienza e Scozzari, e Frigidaire che cercava di occupare invece lo spazio della rivista culturale.
Brolli, Carpinteri, Igort e Mattotti, si nutrivano giornalmente di fumetto, cinema ed arte in ogni sua manifestazione, e nei loro
lavori si respirava tutto questo. Purtroppo l'esperimento avra' la durata di vita di un'effimera (solo 7 numeri), non cosi' per fortuna la carriera di alcuni suoi protagonisti,
alcuni dei quali hanno avuto nel tempo pienamente riconosciuto il loro valore ( Mattotti
in testa).
Se c’e’ un autore la cui carriera e' un vero e proprio paradigma del perenne bisogno di cercare nuove espressioni artistiche, come un vero e proprio Picasso del fumetto, quello e’ senza alcun dubbio Alberto Breccia.
Mattotti-the raven |
Carpinteri |
Se c’e’ un autore la cui carriera e' un vero e proprio paradigma del perenne bisogno di cercare nuove espressioni artistiche, come un vero e proprio Picasso del fumetto, quello e’ senza alcun dubbio Alberto Breccia.
Il maestro argentino, dopo gli inizi contrassegnati
da un tratto pulito ed essenziale, dopo aver ampiamente utilizzato le
tecniche di chiaroscuro nelle storie di Mort Cinder (una specie di ebreo errante)
e di collage per i suoi racconti sui miti di Cthulhu, dopo aver rivoluzionato il
suo stile con esplosioni di colore e ritratti grotteschi da disegno
infantile nella sua rivisitazione del mito di Dracula, verso la fine della sua
carriera ha completamente abolito la parte grafica, preferendo affidarsi
unicamente all'utilizzo dei materiali piu' vari.
Breccia - Il cuore rivelatore |
Grant Morrison e' una delle piu' significative teste
di ponte che l'Invasion ha posto in terra americana, e che con il proprio
successo, ha garantito nel tempo un flusso continuo di nuovi invasori, con
calibri pesanti come Garth Ennis e Mark Millar.
Scrittore ostico, nel 2009 e' uscito un tomo
di ben 356 pagine con l'ambizione di spiegare le mille sfaccettature della
trama di "The Invisibles", tanto la sua opera e' complessa ed
inafferrabile.
In Doom Patrol invece ha trasformato un
normale fumetto anni sessanta su un gruppo di superfreak emarginati, in
un'opera dadaista, che vive di personaggi impossibili, come Danny the street,
una strada senziente e transessuale.
Il suo lavoro, insieme a quello di Moore su Swamp
Thing e di Delano con Hellblazer, ha fatto la fortuna della linea Vertigo.
Ma il vero compendio di cio' che
"L'invasione" si proponeva di fare, ed ha fatto, e' sicuramente il
suo Flex Mentallo.
Flex Mentallo |
nelle pagine pubblicitarie dei fumetti di quel periodo la sua tecnica miracolosa per ottenere un garantito e rapido accrescimento muscolare, come serieta' faceva il paio con gli occhiali a raggi x.
Flex, l' uomo del mistero muscolare, nella versione supereroistica puo' alterare la realta' solamente flettendo i suoi bicipiti.
Nato sulle pagine di Doom Patrol, con i suoi pantaloncini leopardati, e' fin dalla sua rappresentazione grafica un personaggio volutamente sopra le righe.
La mini di 4 numeri a lui dedicata, ripercorre
fin dalle copertine l'intera storia del fumetto supereroistico
nelle quattro fasi classiche :
Flex che grida verso i lettori come il Flash della Silver Age, Flex
nello spazio come in un fumetto della EC, Flex come Dark Knight in un
cielo pieno di fulmini, Flex spezzettato in tante microvignette in
un'immagine ipermoderna.
Leggere Flex e’ come riguardare l'album di
foto di un vecchio amico, e ripercorrere tutte le varie tappe della sua vita, dalla nascita all’eta’
adulta, con un piccolo sguardo finale su un suo possibile futuro.
Flex e' la storia del fumetto americano, quella del suo autore, e un po' anche di noi lettori.
Flex e' la storia del fumetto americano, quella del suo autore, e un po' anche di noi lettori.
Della trama diro’ poco, solo che, e’ giusto lo si
sappia, i fumetti sono qui da sempre e lottano insieme a noi.
Stay tuned...
Gli altri post:
Little Shop of Comics - Prima parte
Little Shop of Comics - Seconda Parte
Little Shop of Comics - Terza Parte
Little Shop of Comics - Quarta Parte
Little Shop of Comics - Quinta Parte
Little Shop of Comics - Appendice: Un ventennio di fumetti
Little Shop of Comics - Appendice: Propaganda.
Stay tuned...
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Little Shop of Comics - Appendice: Un ventennio di fumetti
Little Shop of Comics - Appendice: Propaganda.
Quanta roba é passata sotto gli occhi dei lettori. Quanta da quanto ho smesso di leggere fumetti con la famelicità di un tempo. Ti fermi per un po' e le cose che avevi letto come avanguardie (The dark knight, Born again, Judge Dredd) sono vecchie di 20 anni. Quanti modi diversi di fare una vignetta... Quanti modi diversi di usarla per raccontare una storia...
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