LE MERAVIGLIE
Marvels! |
Come Flex Metallo e' stato per la DC comics tra le
altre cose, anche una una splendida e nostalgica cavalcata nella sua storia
editoriale, cosi’ fu per la rivale Marvel la miniserie “Marvels!”,
pubblicata nel 1994 , in cui lo scrittore Kurt Busiek, utilizzando come io
narrante il fotografo Phil Sheldon, in un cambio di prospettiva gia'
sperimentato nel suo capolavoro Astro City, segue passo dopo passo,
fotogramma per fotogramma, tutti gli episodi piu’ significativi della storia dei
supereroi della casa delle idee, fin dalle loro prime apparizioni in pubblico
nel 1939 (nel caso specifico la torcia umana originale), fino al 1974 con la
morte di Gwen Stacy.
Filtrate dalla lente del suo obiettivo, egli segue, e noi con lui, le vicende di queste
nuove meraviglie, prima con stupore e paura, poi con curiosita' professionale, infine con affascinata ammirazione.
Dopo esserci affacciati al loro mondo da semplici
spettatori o vittime da salvare, ora, noi uomini
comuni, ne siamo diventati finalmente i veri protagonisti.
E questo e’ un tema che ricorrera’ spesso
negli anni successivi.
La miniserie "Damage Control" per esempio, segue le
gesta di una squadra d’emergenza che interviene dopo ogni cataclismatico
scontro tra super per rimettere in ordine le cose.
Il bellissimo "Gotham Central" invece (che ha posto le
basi per l'omonima serie televisiva), affronta il caotico mondo di Batman dal
punto di vista della squadra investigativa agli ordini del commissario Gordon.
"Pulse" di Bendis, e’ invece uno sguardo sulle
dinamiche di una redazione giornalistica, spesso alle prese con supernotizie.
Ma tornando a Marvels, l'altro suo merito e' quello
di aver lanciato il disegnatore Alex Ross, che con il suo inconfondibile stile
pittorico, pieno di colori smaglianti e personaggi tridimensionali,
rianima uno schema grafico forse ormai fin troppo piatto e prevedibile.
Alla disperata ricerca di nuovi filoni redditizi,
pur sempre cercando comunque di mantenersi entro confini riconoscibili
dal grande pubblico tradizionalista, la DC nel 1989 inaugura con “Gotham by
gaslight” (storia di un Batman vittoriano disegnato da un intrigante Mike
Mignola), la collana Elseworld, in cui versioni alternative di Superman e soci
si muovono in remoti passati o lontani futuri.
Kingdom Come |
Ovviamente non e’ casuale che l'idea
nasca subito dopo l'uscita del Dark Knight di Miller, prima vera
escursione visionaria in un possibile distopico futuro, e che a sua volta
si rifa' ampiamente alle classiche storie alternative di cui pullulava la
Silver Age.
L'uscita nel 1996 della mini "Kindgom Come" (pubblicata
nella suddetta linea editoriale e che racconta lo scontro tra i vecchi
supereroi, ancora legati da regole morali e la nuova generazione piu’ cinica e
crudele) scritta da Mark Waid, e dipinta ancora una volta da Alex Ross,
consacra definitivamente quest'ultimo come una delle poche vere novita' di
quel periodo, almeno dal punto di vista grafico, ed apre la strada ad una
moltitudine di epigoni tra cui Clayton Crane, Gabriele Dall’Otto e Simone
Bianchi.
L'UOMO DEI SALAMI
Partiamo da lontano.
Il fumetto, tecnicamente parlando, si puo’
considerare il punto di raccordo tra l’immagine fissa di un’illustrazione o di
un quadro, e quella in movimento del cinema o della televisione.
JHWilliams-Sandman Overture |
Ha sempre cercato di mutuare ed amalgamare stili e
tecniche di entrambi, invidiandone un po' la purezza e
la liberta’, fino a trovare un proprio modo di esprimersi.
Un esempio a tal proposito e’ J.H.Williams III, che
mixa alla perfezione la ricchezza espressiva di un quadro d’autore, con
l’efficace dinamismo narrativo di un cortometraggio.
La tecnica cinematografica piu’ difficile da
riprodursi in un fumetto e’ sicuramente il piano sequenza (affascinante pezzo
di bravura magistralmente usato da Hitchcock e Brian de Palma e recentemente in
Birdman e True detective), e questo perche’ l’occhio in un fumetto deve per
forza seguire schemi vincolati ai limiti della pagina e delle singole vignette.
Ma ci sono illustri eccezioni.
Gasoline alley e’ una delle strip piu’ longeve della
storia (dal 1918 ad oggi), in cui i personaggi sono invecchiati con i propri
lettori, e dove l’autore, Frank King, si e’ sempre sentito libero di
sperimentare. E qui e’ proprio la griglia in cui e’ divisa la pagina a dare il
senso dello scorrere del tempo.
Molti artifizi cinematografici li troviamo
nell’opera del gia' citato Winsor McCay, in cui in poche vignette, rende il
movimento di una ipotetica camera da presa, che segue azione e personaggi.Little Nemo |
Piu’ recentemente Joe Sacco, forse il piu’ importante reporter a fumetti, racconta il giorno della battaglia della Somme durante la prima guerra mondiale, seguendone ora per ora lo svolgimento, dalla mattina fino a tarda sera, in una lunga ripresa di ben sette metri di lunghezza. Ingombrante ma efficace.
Joe Sacco (un frammento) |
Un’altra tecnica mutuata dal cinema di cui spesso il fumetto, soprattutto comico, si serve, e’ l’uso del cosiddetto Dolly, cioe' una telecamera montata su di una gru, utilizzata per le panoramiche dall’alto.
E qui entra in scena Jacovitti.
Se esistesse un oscar del fumetto, il buon Jac
meriterebbe sicuramente quello alla carriera, anche solo per la coerenza.
Il suo inconfondibile stile grafico e narrativo ha
caratterizzato tutte le sue opere, dagli esordi negli anni trenta fino alla sua
morte nel 1997, e, a parte una storia seria sulle cinque giornate di Milano
pubblicata agli inizi, ha dedicato il suo talento visionario e surreale
unicamente a fumetti di taglio comico. Piu' che a Disney, i suoi salami con le
gambe, le sue battaglie grottesche ed iperrealiste, fanno pensare ai cartoni
di Tex Avery o a quelli della Warner.
Kamas-ultra |
La morte e la violenza sono presenti nei suoi fumetti, ma cosi' trasfigurate e in
pose volutamente eccessive dal renderle piu' accettabili.
Le sue femmine dai grandi nasi nascondono
sempre una loro sessualita', che
esplose nella rilettura del Kamasutra realizzata in coppia con Marcello
Marchesi.
Ma Jac e' famoso anche per le sue panoramiche, e qui
torniamo all'uso del Dolly.
Le sue scene di massa sono in realta' un'insieme di
vignette legate tra loro solo dallo spazio in cui sono raccolte e da un tema in comune, per cui anche se
l'occhio si muove dall'una all'altra, il tempo non scorre. Ed e' questo che fa
il Dolly : permette uno sguardo d'insieme, su di una ipotetica piazza
sottostante, stando comodamente seduti su di una terrazza ad ammirare il panorama.
Jacovitti |
Giove Toppi |
Tra i suoi ispiratori, il fumettista toscano Giove Toppi coni suoi scorci di vita balneare pubblicati sul giornale fascista "Il brivido" nel 1938.
E' un dato di fatto che "Lisca di pesce" (cosi' si firmava a pie' pagina), rimarra' famoso non solo per il vendutissimo Diario Vitt, per Cocco Bill (antesignano di tutti i films spaghetti western), per Zorry Kid e mille altri stravaganti personaggi (salami compresi), ma anche, e soprattutto, per le sue panoramiche.
Notare nell'immagine a fianco che il taglio diagonale dei balloon serve per dare una profondita' tridimensionale alla scena.
E' IL MARKETING, BELLEZZA!
Chuck |
Chuck Rozansky e' un brizzolato ipertatuato
ex-hippie, che non ti stupiresti di vedere aggirarsi con bandana da pirata e
sciabola tra i denti.
Estetica a parte, con i suoi 4 megastore a Denver, i
suoi 5 milioni di albi pronti per essere comprati, ed un fatturato di 3 milioni
di dollari anno, e' probabilmente il piu' grosso mercante di fumetti del
mondo intero.
E' talmente influente, o talmente ricco, che e'
riuscito a far pubblicare un numero di Spiderman che in copertina regge il suo
logo tra le mani.
Coi fumetti ci si guadagna e ci si rovina, lo sa
bene Nicolas Cage.
Gli americani sono molto bravi a sfruttare le smanie
possessive del collezionista incallito, moltiplicando a dismisura l'offerta di
mercato.
Ad esempio in occasione del lancio della nuova serie
della Justice League, che in copertina riportava alcuni suoi componenti che
innalzavano una bandiera come nella famosa foto della conquista di Iwo Jima,
stampo' ben 53 copertine diverse, una per ogni stato americano, piu' quella a stelle e striscie.
Cover speciali, metalliche od olografiche,
variant a tiratura limitata, firmate, sigillate in buste nere da cadavere
per i numeri con le morti eccellenti.
E noi ci lasciamo sedurre volentieri da tutti questi
questi specchietti luccicanti.
Il CGC ne e' uno degli esempi piu' eclatanti.
La Certified Guaranteed Company e' una societa'
americana il cui compito e' quello di certificare il valore di mercato di un
determinato fumetto a seconda delle condizioni e della sua rarita', indi
incapsularlo in un contenitore trasparente sigillato e venderlo a prezzi
stratosferici. E l'acquirente deve semplicemente fidarsi. Un po' come fece
Giacomo Manzoni con la sua opera “Merda d’artista”, cosa c'e' effettivamente
dentro lo sanno solo loro.
Anche perche se solo all’acquirente venisse voglia
di leggerlo o controllarlo, e rompesse i sigilli, ovviamente il
capitale che ha investito sparirebbe in una nuvola di fumo.
Ogni albo e' valutato secondo una scala di integrita'
a sette livelli che va da “fair” fino a “near mint” e il prezzo puo'
centuplicare lungo questo percorso.
Non e’ piu’ una questione di bellezza, anzi piu’
l’albo e’ brutto, piu’
ovviamente non ha venduto nulla e, risultando introvabile, costa un patrimonio.
Ma la follia raggiunge il suo acme con la Owl Card,
tramite cui si valuta il fumetto anche solo per il colore della carta (quella
usata nei vecchi albi americani degenera in fretta), dal bianco candido
dell'oggetto vergine al marrone scuro di quello lasciato a prendere polvere in
qualche cantina.
L'ABITO FA IL MONACO
Quattro modi di fare fumetto, quattro modi di
proporlo. Forse anche di viverlo.
Noi in Italia siamo riconoscibili soprattutto per
essere gli inventori del cosiddetto formato "bonelliano", che
identifica un modo di raccontare storie a piu' ampio respiro.
Pubblico fedele, popolare.
I francesi usano invece da sempre il cartonato da
libreria, molto piu' nobile e duraturo.
Un po' snob in verita'.
Gli americani hanno un unico formato, spillato a 16
pagine, a volte raccolto in volumi per i collezionisti.
Popolare ma molto curato. Grande attenzione al
mercato.
In Giappone si leggono i fumetti in ogni dove,
abbarbicati ai pali della metro, o sulle panchine in attesa. I manga sono
raccolti in volumoni giganti, stampati in una carta orribile, e
spesso buttati via dopo la lettura.
Pubblico appassionato ma fedele ai dettami buddisti
della impermanenza.
"MA E' PIU' FORTE HULK O LA COSA?"
Questa era una delle tipiche domande nelle
lettere dei lettori dei fumetti Corno anni sessanta.
Ma forse le vere domande sono : perche' Hulk e'
proprio verde? Come e' riuscito nel tempo ad avere un successo
cosi' inattaccabile?
In fondo e' soltanto un ragazzotto con una strana
abbronzatura, un carattere ingestibile, e due orrende braghe viola.
O piu' profondamente e' il riuscito mix di vari
archetipi horror (la mostruosita' incompresa di Frankenstein, la
bipolarita' schizoide del dott. Jeckyl e Mr. Hyde, la personificazione del
terrore dell'inverno nucleare come un Godzilla americano).
Sale il sole e Hulk si trasforma |
Nato grigio (all'inizio si trasformava solo di notte), poi in
seguito ha cambiato piu' volte colore non potendo rinnovare la propria
immagine in altro modo, ed e' diventato nel tempo verde (solo perche' il grigio
era tecnicamente poco gestibile) poi ancora grigio, per un piccolo periodo persino blu, infine rosso (ma volutamente mai con un colore che gli desse troppo specifiche connotazioni razziali).
Piu' spesso ha mutato anche attitudine ed occupazione : da mostro stupido a mostro intelligente, buttafuori e gangster a Las Vegas (con il nome di Joe Fixit), agente del governo, membro dei Vendicatori, sovrano di mondi subatomici o extragalattici, da una delle sue due regine (entrambe tragicamente decedute), ha avuto recentemente un figlio che lo odia a morte, ed un'infanzia non proprio idilliaca per i frequenti episodi di abusi famigliari del padre sulla madre.
Piu' spesso ha mutato anche attitudine ed occupazione : da mostro stupido a mostro intelligente, buttafuori e gangster a Las Vegas (con il nome di Joe Fixit), agente del governo, membro dei Vendicatori, sovrano di mondi subatomici o extragalattici, da una delle sue due regine (entrambe tragicamente decedute), ha avuto recentemente un figlio che lo odia a morte, ed un'infanzia non proprio idilliaca per i frequenti episodi di abusi famigliari del padre sulla madre.
Hulk blu |
La prima serie fu cancellata dopo solo sei numeri, forse il
pubblico non era ancora abituato a vedere un mostro come protagonista assoluto
di un fumetto, ma, dopo alcune apparizioni come antagonista dei Fantastici 4
e Spiderman, questo dice la leggenda, una lettera di una scolaresca che
dichiarava di aver assunto il golia verde a mascotte, convinse Lee e Kirby
delle potenzialita’ del personaggio, tanto da dargli una seconda,
fortunatissima, possibilita’.
Joe Fixit |
E’ anche vero che, per nulla togliere al genio dei vari Kirby e
soci, l’epoca in cui nacquero Hulk e Spiderman, era un terreno in gran parte
ancora vergine per qualunque idea stravagante spuntasse in testa all’autore di
turno (e per amor di verita’ gia’ allora molti supereroi Marvel erano copie di
quelli DC), molto piu’ difficile ora risultare originali.
E comunque per concludere, che si sappia : Hulk e' decisamente piu' forte della Cosa.
Prossimamente : I capitoli perduti.
Gli altri post:
Little Shop of Comics - Prima parte
Little Shop of Comics - Seconda Parte
Little Shop of Comics - Terza Parte
Little Shop of Comics - Quarta Parte
Little Shop of Comics - Quinta Parte
Little Shop of Comics - Appendice: Un ventennio di fumetti
Little Shop of Comics - Appendice: Propaganda.
Non so più che dire. Mi limito ad un bello-bello.
RispondiEliminail capitolo su hulk voleva rispondere in parte alla tua curiosita' sulla genesi di un determinato successo. Anche se e' difficile generalizzare.
RispondiEliminaPuntata dopo puntata sempre più interessante, è un piacere leggere e trovare dritte e suggerimenti da approfondire! Complimenti Steve!
RispondiEliminaHulk deve ringraziare molto Peter David, arrivato a fine anni ottanta. Dieci anni o forse di più della sua gestione lo hanno completamente rilanciato dopo gli anni di Bill Mantlo, Herb Trimpe, e Sal Buscema (non tremendo come Trimpe e soprattutto Migrom ma che ha fatto come quasi sempre solo i compiti). Il personaggio è diventato cangiante, con personalità multiple; ha toccato le corde della psicoanalisi, dell'ironia, del fantasy, del giallo, della spystory... ed ha lasciato una specie di "nuovo paradigma" per gli autori successivi. Potevano fare praticamente quello che volevano.
RispondiEliminaMolti poi non l'hanno fatto bene, basti pensare alla noiosissima faccenda del cambio del colore o la moltiplicazione degli Hulk, cosa assolutamente tediosa ma che evidentemente rende dal punto di vista commerciale negli USA. Però Hulk è come rinato.
Alcuni personaggi riescano sempre a rinnovarsi Hulk, Devil, Batman), nel bene o nel male, altri come Superman o Spidey invece no ( a parte qualche eccezione tipo Back in Black nella run di Straczynski, una botta di vero dolore). Probabilmente questi ultimi sono troppo ingabbiati nel loro ruolo, vincolati dalla loro immagine e dalle aspettative nei loro confronti a doversi comportare entro schemi chiusi. Hulk e' piu' selvaggio e primordiale, percio' piu' libero anche di cambiare attitudine e comportamento. ma questo in parte trattero' nell'ultimo cap.
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