by Robo
Ho avuto amici. Umani o no.
Questa é una carrellata di quelli più importanti.
Avrò parole di affetto per tutti, e se citeró presunti difetti sarà per rendere un quadro sintetico della persona. Tutto ció non per una necessità di captatio benevolentiae ma perché credo che i giudizi che ci servono non vengono dagli altri ma da noi stessi. Vado per ordine temporale di conoscenza:
1) Mia sorella, la Beba, é stata la mia prima amica e lo è ancora. Ci vediamo poco ma entrambi sappiamo di poter contare sul reciproco aiuto, servisse (speriamo non serva). Ho inventato una sequela di nomignoli, che non renderò pubblici, con cui chiamarla; daltronde faccio la stessa cosa con tutti i miei, pochi, familiari. É nata 7 anni dopo di me, ma abbiamo frequentato per tanto tempo la stessa compagnia di amici. Siamo andati anche in disco assieme con quegli amici. Ho conosciuto tutti i suoi morosi; é partita piano, poi ne ha passati parecchi. L'ultimo spero sia quello giusto... ... ma poi perchè? Dove é sta scritto che una donna debba trovare l'anima gemella per essere felice? Magari la Beba può star bene anche con un moderato turnover di "uomini abbastanza ma non compiutamente giusti".
giovedì 24 dicembre 2015
domenica 20 dicembre 2015
E ORA...
Volendo usare quei toni altisonanti che ci piacciono tanto, si potrebbe iniziare con :
..rullo di tamburi..
L'Universo Marvel e' morto!
(come fosse una creaturina, lo immaginiamo che palpita, soffre e gioisce).
La domanda successiva sarebbe sicuramente : "Fino a quando?".
Per poco, confessano alla Marvel stessa, c'e' da pagare il mutuo..
Ma in effetti per ora e' proprio cosi, e dobbiamo farcene una ragione.
Con esso si e' estinto anche quello Ultimate e cioe' Terra 1610 in contrapposizione con la nostra che e' la numero 616, di cui essa era l'immagine distorta (anche se l'intenzione iniziale era di farne una versione semplificata per teen-agers, dopo ha preso strade molto meno rasserenanti. Ad es. il Reed Richards Ultimate e' cattivissimo) come negli specchi da luna park, in quella visione multiversale della realta' che ha radici ben note.
Partiamo da qui.
Nata dalla mente di Michael Bendis, tra gli altri, nel lontano 2003, l'operazione Ultimate era l'ennesimo tentativo di recuperare lettori persi per strada, ma sempre comunque fedeli alle proprie icone, cercando di svecchiare idee e personaggi, con la sostanziale differenza rispetto agli altri esperimenti, che questo si rivelo' un successo, merito soprattutto di piccoli gioiellini come gli Ultimates (i Vendicatori di quell'universo) di Mark Millar, che hanno fatto da stampo per la versione cinematografica del piu' famoso supergruppo Marvel, l'Ultimate Spiderman dello stesso Bendis (uno dei pochi super morti, e non resuscitati a tempo di record, ma invece sostituito da Miles Morales, un melting pot vivente super-politically correct, ragazzo afro-amero-latino-portoghese), e gli Ultimate X-Men, sempre di Millar.
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Stefano frigieri vive a Modena dove fa L'agente di commercio nel settore farmaceutico. Scrive da sempre, ma solo da poco ha provato a farlo a livello professionale. Un suo racconto ha vinto il concorso giovane Holden come miglior racconto inedito, e questo glia ha spalancato le porte dell'editoria e gli ha permesso di pubblicare il suo primo libro. Spera non sara' anche l'ultimo.
domenica 6 dicembre 2015
BREVE VIAGGIO IN GIAPPONE (TURISTICO E NON)
PRIMA TAPPA (ciò' che mi sembra di aver capito)
Il Giappone mi ha sempre
intrigato.
E' un paese distante anni luce dalle nostre convenzioni ed abitudini,
forse impossibile per noi da capire fino in fondo, avvolto nella nebbia come la perduta Shangri-la, e che riesce cosi' a conservare una sua fascinazione.
Nella tipica mentalita' isolana i giapponesi portano alle estreme conseguenze l'amore che ogni popolo ha per il proprio paese d'origine, considerandolo il piu' bello del mondo, l'unico per loro realmente vivibile, salvo poi emozionarsi come bambini quando, viaggiando all'estero armati di reflex, scoprono che esistono tante altre curiose meraviglie da scoprire.
E forse e' proprio questo pensano del resto del mondo: che sia una semplice curiosita'.
Nella tipica mentalita' isolana i giapponesi portano alle estreme conseguenze l'amore che ogni popolo ha per il proprio paese d'origine, considerandolo il piu' bello del mondo, l'unico per loro realmente vivibile, salvo poi emozionarsi come bambini quando, viaggiando all'estero armati di reflex, scoprono che esistono tante altre curiose meraviglie da scoprire.
E forse e' proprio questo pensano del resto del mondo: che sia una semplice curiosita'.
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Stefano frigieri vive a Modena dove fa L'agente di commercio nel settore farmaceutico. Scrive da sempre, ma solo da poco ha provato a farlo a livello professionale. Un suo racconto ha vinto il concorso giovane Holden come miglior racconto inedito, e questo glia ha spalancato le porte dell'editoria e gli ha permesso di pubblicare il suo primo libro. Spera non sara' anche l'ultimo.
venerdì 27 novembre 2015
Le dimensioni contano
by Robo
Sì, contano.
E per gli animali cambiano le regole.
Provate a pensare ad un campo erboso: per un ruminante delle dimensioni di una mucca parliamo di un pascolo. Erbe di varie specie, che finiscono tutte nella sua pancia, lei cammina letteralmente sul suo cibo, un po' come se noi lo facessimo su un asfalto ricoperto di prosciutto, o di rigatoni a seconda dei gusti.
Ora prendiamo un topo, più piccolo di una mucca di un fattore 30.000, 20 grammi contro 600 kg. Per il roditore il pascolo è un bosco di arbusti alti più di lui. Non li mangia ma può nutrirsi dei semi e degli insetti. Può nascondersi nelle buche del terreno e può essere predato. La mucca non può nascondersi ma non può neppure essere predata, almeno qui.
Un insetto come una formica è più piccolo di un topo di un fattore 4000 e per lei il bosco di arbusti è una foresta di alti alberi. Un terreno accidentato in cui può trovare di tutto per il sostentamento della propria colonia, ma anche tanti pericoli.
E' un esempio banale tanto per mostrare che le dimensioni contano, perché consentono di accedere a nicchie ecologiche diverse anche restando nello stesso identico posto. Questa cosa è tanto valida che topi e ratti possono occupare lo stesso prato o, più probabilmente, la stessa cascina, a fronte di una differenza dimensionale di un fattore 10; ovviamente per il topo non è salutare incrociare il ratto.
Sì, contano.
E per gli animali cambiano le regole.
Provate a pensare ad un campo erboso: per un ruminante delle dimensioni di una mucca parliamo di un pascolo. Erbe di varie specie, che finiscono tutte nella sua pancia, lei cammina letteralmente sul suo cibo, un po' come se noi lo facessimo su un asfalto ricoperto di prosciutto, o di rigatoni a seconda dei gusti.
Ora prendiamo un topo, più piccolo di una mucca di un fattore 30.000, 20 grammi contro 600 kg. Per il roditore il pascolo è un bosco di arbusti alti più di lui. Non li mangia ma può nutrirsi dei semi e degli insetti. Può nascondersi nelle buche del terreno e può essere predato. La mucca non può nascondersi ma non può neppure essere predata, almeno qui.
Un insetto come una formica è più piccolo di un topo di un fattore 4000 e per lei il bosco di arbusti è una foresta di alti alberi. Un terreno accidentato in cui può trovare di tutto per il sostentamento della propria colonia, ma anche tanti pericoli.
E' un esempio banale tanto per mostrare che le dimensioni contano, perché consentono di accedere a nicchie ecologiche diverse anche restando nello stesso identico posto. Questa cosa è tanto valida che topi e ratti possono occupare lo stesso prato o, più probabilmente, la stessa cascina, a fronte di una differenza dimensionale di un fattore 10; ovviamente per il topo non è salutare incrociare il ratto.
sabato 7 novembre 2015
La conquista dell'aria
by Robo
Di tutti i cambiamenti ce ne sono stati alcuni che hanno aperto nuovi mondi, letteralmente.
Quando alcuni pesci divennero tetrapodi e di quando alcuni dinosauri impararono a volare si trovarono davanti praterie evolutive. Gli animali marini si giovano della spinta idrostatica per minimizzarla ma se cominci a camminare sulla terra con la gravità devi farci i conti, seriamente. Se poi vuoi volare allora le strutture devono essere affinate a livelli mai visti prima.
Se si pensa che la conquista dell'aria è il risultato di meccanismi assolutamente non coscienti e senza fine ultimo si resta un po' storditi. Si capisce anche perché viene così facile cercarlo, un fine.
Di tutti i cambiamenti ce ne sono stati alcuni che hanno aperto nuovi mondi, letteralmente.
Quando alcuni pesci divennero tetrapodi e di quando alcuni dinosauri impararono a volare si trovarono davanti praterie evolutive. Gli animali marini si giovano della spinta idrostatica per minimizzarla ma se cominci a camminare sulla terra con la gravità devi farci i conti, seriamente. Se poi vuoi volare allora le strutture devono essere affinate a livelli mai visti prima.
Se si pensa che la conquista dell'aria è il risultato di meccanismi assolutamente non coscienti e senza fine ultimo si resta un po' storditi. Si capisce anche perché viene così facile cercarlo, un fine.
domenica 18 ottobre 2015
IMMAGINI DAL TEMPO FLUTTUANTE
SASS PORDOI-2014. Il tempo virtuale
Appena scesi dalla funivia, come da un'astronave dopo un lungo viaggio siderale, si spalanca davanti ai nostri occhi famelici un immenso oceano di roccia bianca, onde cristallizzate in riccioli di pietra come spuma di mare, quel mare che in fondo era, 25 milioni di anni fa.Un mondo alieno, sospeso sul nulla.
Era quasi inevitabile fantasticare su cio' che in realta' e' durato solamente una manciata di minuti, il percorso da valle al cielo, nella cabina stipata di viaggiatori, che sembra davvero averci portato ai confini del mondo conosciuto.
Come tanti piccoli Dei Asgardiani, attraversiamo solennemente il Ponte dell'Arcobaleno e finalmente giungiamo in vista della Citta' Galleggiante, coronata da soffici nuvole, sotto un cielo di un azzurro che ferisce, e che spinge la vista a spingersi oltre il limite dell'orizzonte.
Piantato nel mezzo come una Torre di Guardia, c'e' il cono rovesciato del Piz Boe' con la sua piccola ferrata, che ti prende per mano e ti porta ben oltre i tremila, regno iperuranico finalmente raggiungibile per noi semplici amanti della montagna con qualche velleita' alpinistica.
La salita, purtroppo penalizzata dalla sua facilita', e' intasata da gitaroli dall'improponibile fisicita', ma finisce per essere in fondo meravigliosamente lenta.
Ci sentiamo un po' Bonatti, sperando che egli non cada dall'empireo dal troppo ridere, mentre arranchiamo tra speroni di roccia mille volte calpestati, ma ancora vergini nella nostra fantasia che continua a galoppare instancabile.
Giunti in cima, ci si trova improvvisamente al centro del Tutto : intorno e sotto il gruppo del Sella, la Marmolada, l'Alpe di Siusi, la val di Fassa e di Fiemme.
L'intero anfiteatro dolomitico giace ai nostri piedi, alla portata della macchina fotografica.
Ecco, qui sta l'inghippo.
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Racconti
Stefano frigieri vive a Modena dove fa L'agente di commercio nel settore farmaceutico. Scrive da sempre, ma solo da poco ha provato a farlo a livello professionale. Un suo racconto ha vinto il concorso giovane Holden come miglior racconto inedito, e questo glia ha spalancato le porte dell'editoria e gli ha permesso di pubblicare il suo primo libro. Spera non sara' anche l'ultimo.
venerdì 16 ottobre 2015
carnivori e Carnivori
by Robo
Io sono non-carnivoro e tutti quelli della mia famiglia hanno ridotto il consumo di questo alimento fino, talora, ad annullarlo. Ma il mio percorso evolutivo, il mio metabolismo e il mio intestino raccontano una storia diversa: sono parte di una schiatta di scimmioni glabri che devono introdurre obbligatoriamente 20 amminoacidi, 2 acidi grassi essenziali e varie vitamine (spt per la C siamo legati al consumo di vegetali freschi) e che possono disporre di varie fonti fibroso-amidacee e proteiche. La carne rientra nelle eventualità della nostra dieta. Possiamo farne a meno per il ferro, che, con difficoltà, assorbiamo da altre fonti ma per la vitB12 é dura. Non tanto per un carnivoro pentito che puó averne accumulato riserve per decine di anni, ma per l'infanzia e la gravidanza se, oltre alla carne, si escludono tutti gli altri alimenti di origine animale (latticini, uova, pescato) si fa un azzardo, anzi probabilmente una cazzata.
Incipit
martedì 13 ottobre 2015
L'incontro (e qualche pensiero sparso)
1985-2015
Trenta anni dopo
Dopo la cena di classe della Sezione D
di Roberto
Arrivo. Sono partito a piedi qualche minuto prima delle 19, da piazzale della Libertà. Peró ho camminato rapido, così rapido che sono in anticipo. Ho pensato prima di partire: ma come mi vesto? Un casual voluto per non dare troppo peso psicologico all'avvenimento? Ma ormai ho tirato fuori i vestiti per andare al lavoro domani e mi metto quelli, l'età mi ha portato ergonomia, anche se i pantaloni bianchi sono un po' demodé, li avró solo io.
Dunque arrivo al luogo dell'aperitivo. Per primo. Poi, uno dopo l'altro, pezzi più o meno recenti del passato saltano fuori, improvvisamente, come evocati dalla mia attesa: Gianluca Ramilli con Il diario dell''84-'85 perfettamente conservato, poi il Cecca, Fabio Cimattone, la prima delle ragazze, l'Ariella, Stefano Capitani, poi anche la Barbara Garavini.
Cecca a parte tutti più o meno visti, incontrati almeno una volta, frequentati, in questi 30 anni post-liceo.
Trenta anni dopo
Dopo la cena di classe della Sezione D
di Roberto
L'incontro (e qualche pensiero sparso)
Arrivo. Sono partito a piedi qualche minuto prima delle 19, da piazzale della Libertà. Peró ho camminato rapido, così rapido che sono in anticipo. Ho pensato prima di partire: ma come mi vesto? Un casual voluto per non dare troppo peso psicologico all'avvenimento? Ma ormai ho tirato fuori i vestiti per andare al lavoro domani e mi metto quelli, l'età mi ha portato ergonomia, anche se i pantaloni bianchi sono un po' demodé, li avró solo io.
Dunque arrivo al luogo dell'aperitivo. Per primo. Poi, uno dopo l'altro, pezzi più o meno recenti del passato saltano fuori, improvvisamente, come evocati dalla mia attesa: Gianluca Ramilli con Il diario dell''84-'85 perfettamente conservato, poi il Cecca, Fabio Cimattone, la prima delle ragazze, l'Ariella, Stefano Capitani, poi anche la Barbara Garavini.
Cecca a parte tutti più o meno visti, incontrati almeno una volta, frequentati, in questi 30 anni post-liceo.
venerdì 9 ottobre 2015
Vacanza col Camorra
1985-2015
In attesa della cena di classe della Sezione D
Trenta anni dopo
di Roberto
Sono amico di Fabio Camorani.
Siamo molto diversi: lui con sue idee chiare su se stesso e sul mondo, io con le mie idee poco chiare su me stesso e sul mondo. Ma mi ci sono sempre trovato bene. Non è che bisogna per forza essere simili per andare d'accordo. Inoltre trovo gradevole un suo certo umorismo un po' infantile basato sui nomi delle cose, sullo storpiarli, almeno è così quando siamo al liceo.
Frequento casa sua e conosco sua madre che, a impressione, non mi ritiene un fulmine di guerra, e conosco anche sua sorella che, a impressione, mi ritiene un coglione. Vabbé, spero sia solo impressione e poi le sorelle sono critici feroci dei compagni di classe, per loro natura.
In attesa della cena di classe della Sezione D
Trenta anni dopo
di Roberto
Memorie dalle retrovie #4: Vacanza col Camorra...
Sono amico di Fabio Camorani.
Siamo molto diversi: lui con sue idee chiare su se stesso e sul mondo, io con le mie idee poco chiare su me stesso e sul mondo. Ma mi ci sono sempre trovato bene. Non è che bisogna per forza essere simili per andare d'accordo. Inoltre trovo gradevole un suo certo umorismo un po' infantile basato sui nomi delle cose, sullo storpiarli, almeno è così quando siamo al liceo.
Frequento casa sua e conosco sua madre che, a impressione, non mi ritiene un fulmine di guerra, e conosco anche sua sorella che, a impressione, mi ritiene un coglione. Vabbé, spero sia solo impressione e poi le sorelle sono critici feroci dei compagni di classe, per loro natura.
lunedì 5 ottobre 2015
C'era una volta al liceo scientifico...
1985-2015
In attesa della cena di classe della Sezione D
Trenta anni dopo
di Roberto
"D".
Saró nella D. Come alle elementari. Speravo G, come alle medie. Alle medie stavo da Dio, non studiavo quasi nulla ed andavo bene lo stesso.
Ma dai! É solo una lettera dell'alfabeto, chissenefrega!
In attesa della cena di classe della Sezione D
Trenta anni dopo
di Roberto
Memorie dalle retrovie #3: C'era una volta al liceo scientifico...
"D".
Saró nella D. Come alle elementari. Speravo G, come alle medie. Alle medie stavo da Dio, non studiavo quasi nulla ed andavo bene lo stesso.
Ma dai! É solo una lettera dell'alfabeto, chissenefrega!
domenica 4 ottobre 2015
Le Frasi della Mariani
1985-2015
In attesa della cena di classe della Sezione D
Trenta anni dopo
In attesa della cena di classe della Sezione D
Trenta anni dopo
Settembre 2015: ricordando...
Ricordo infine che
un corpo si muove di moto rettilineo e uni...
perché un corpo si muove di moto rettilineo e uniforme quando percorre
Ariella
un corpo si muove di moto rettilineo e uni...
perché un corpo si muove di moto rettilineo e uniforme quando percorre
un corpo si muove di moto rettilineo e uniforme quando percorre spazi uguali in tempi u...
un corpo si muove di moto rettilineo e uniforme quando percorre spazi uguali in tempi uguali,
un corpo si muove di moto rettilineo e uniforme quando percorre spazi uguali in tempi uguali,
comunque piccoli.
(...) ma io ricordo anche che "gli angoli si misurano in gradi centigridi" e a domanda di Ramilli "quindi serve il termometro", risposta "ora non stiamo studiando la termica", e ... "anche l'acqua come tutti i liquidi diminuisce di volume" e a domanda di Sidella, all'epoca mio compagno di banco che non sono riuscita a trattenere "... quindi perchè le bottiglie di vetro si rompono?", risposta "si vede che è vetro difettoso". All'epoca qualcuno dei Cimatti o Raggi, forse più CimattOne o forse addirittura Capitani, aveva il Diario con tutte le sue frasi che a fine anno era diventato dello spessore del dizionario di traduzione IL.
Non avete capito ? Ah ma io ripeto
un corpo si muove di moto rettilineo e uni...
perché un corpo si muove di moto rettilineo e uniforme quando percorre
un corpo si muove di moto rettilineo e uniforme quando percorre spazi uguali in tempi u..
un corpo si muove di moto rettilineo e uniforme quando percorre spazi uguali in tempi uguali,
comunque piccoli.
comunque piccoli.
Davide
Ariella
giovedì 1 ottobre 2015
La Campestre
1985-2015
In attesa della cena di classe della Sezione D
Trenta anni dopo
Il professore pazzo ci chiama: "tu e tu, farete la campestre". I "tu e tu" siamo io e Giovanni.
A me onestamente non andrebbe affatto ed ho il sospetto, anzi la quasi certezza, che mi sia toccata st'incombenza perché altri della classe, certamente più sportivi di me, hanno declinato.
Ma rispondere no, per me, é un problema e non riesco ad oppormi alla volontà del prof che mi nomina "volontario per la campestre del campetto".
E Giovanni? Giovanni è sempre calmo e tranquillo come fosse portatore di un buddismo congenito e fa un sorriso che il professore pazzo individua immediatamente come un sì.
É deciso, Versari e Rondoni correranno per la sezione D. Madonna...
In attesa della cena di classe della Sezione D
Trenta anni dopo
Memorie dalle retrovie #2: La Campestre
Il professore pazzo ci chiama: "tu e tu, farete la campestre". I "tu e tu" siamo io e Giovanni.
A me onestamente non andrebbe affatto ed ho il sospetto, anzi la quasi certezza, che mi sia toccata st'incombenza perché altri della classe, certamente più sportivi di me, hanno declinato.
Ma rispondere no, per me, é un problema e non riesco ad oppormi alla volontà del prof che mi nomina "volontario per la campestre del campetto".
E Giovanni? Giovanni è sempre calmo e tranquillo come fosse portatore di un buddismo congenito e fa un sorriso che il professore pazzo individua immediatamente come un sì.
É deciso, Versari e Rondoni correranno per la sezione D. Madonna...
martedì 29 settembre 2015
Il Disegno del Giorno Prima
1985-2015
In attesa della cena di classe della Sezione D
Trenta anni dopo
Eravamo in seconda liceo, credo.
Roberto ed io eravamo nell'ultima file del banco centrale. Era questo un luogo piuttosto discreto perché posizionato all'interno di un cono d'ombra proprio davanti all'insegnante che garantiva una semi-invisibilità.
Passate le prime quattro ore, che di solito erano di Ricca o di Bertaccini, talvolta arrivava la Bice ed allora cominciavamo a sbroccare veramente.
In attesa della cena di classe della Sezione D
Trenta anni dopo
Memorie dalle retrovie #1: Il Disegno del Giorno Prima
Roberto ed io eravamo nell'ultima file del banco centrale. Era questo un luogo piuttosto discreto perché posizionato all'interno di un cono d'ombra proprio davanti all'insegnante che garantiva una semi-invisibilità.
Passate le prime quattro ore, che di solito erano di Ricca o di Bertaccini, talvolta arrivava la Bice ed allora cominciavamo a sbroccare veramente.
giovedì 10 settembre 2015
La mirabile impresa del Capitano Pancerton
By MadPeaks
«Rinfresco di Natale e comunicazioni del direttore in sala riunioni. Avvicinatevi. Dai... veloci, su, chiudete tutto.»
La mancanza di rispetto mi infastidì; quando parlava con noi aveva sempre quel tono stanco... come quello di una madre pentita di aver messo al mondo solo canaglie e fannulloni.
Quel giorno era come se ci dicesse: «Inutili aziendali del piano basso, potete smettere di fingere di lavorare!»
Al contrario, quell'interruzione brusca avveniva in un momento critico. Alcuni dettagli di una procedura non erano stati ancora fissati e sarebbero certo svaporati nella testa durante la pausa natalizia; questo voleva dire dover riprenderne faticosamente i fili a gennaio. Esitai un attimo sullo schermo del PC.
«Avanti!!!» Fui subito rampognato dal cane pastore. Probabilmente al piano superiore immaginavano che il software si creasse spontaneamente oppure introducendo impercettibili peti all'interno degli ambienti di sviluppo!
Mentre lei, pregiudizio per pregiudizio, non era altro che una feticista di organigrammi fatti di pance, sottopance e sottopance di sottopance. Poco interessata al reparto produttivo, a chi cioè, in ultima analisi, faceva il lavoro effettivo che le pagava il part-time tutti i mesi.
Ci alzammo dai nostri posti e salvando e spegnendo tutto con un corale Massì, chissenefrega.
Era il venerdì prima di Natale del 2010, nella sede dell'azienda ACME SpA a Bologna.
La responsabile delle risorse umane ci invitò nel suo stile poco cordiale ad abbandonare le postazioni di lavoro.«Rinfresco di Natale e comunicazioni del direttore in sala riunioni. Avvicinatevi. Dai... veloci, su, chiudete tutto.»
La mancanza di rispetto mi infastidì; quando parlava con noi aveva sempre quel tono stanco... come quello di una madre pentita di aver messo al mondo solo canaglie e fannulloni.
Quel giorno era come se ci dicesse: «Inutili aziendali del piano basso, potete smettere di fingere di lavorare!»
Al contrario, quell'interruzione brusca avveniva in un momento critico. Alcuni dettagli di una procedura non erano stati ancora fissati e sarebbero certo svaporati nella testa durante la pausa natalizia; questo voleva dire dover riprenderne faticosamente i fili a gennaio. Esitai un attimo sullo schermo del PC.
«Avanti!!!» Fui subito rampognato dal cane pastore. Probabilmente al piano superiore immaginavano che il software si creasse spontaneamente oppure introducendo impercettibili peti all'interno degli ambienti di sviluppo!
Mentre lei, pregiudizio per pregiudizio, non era altro che una feticista di organigrammi fatti di pance, sottopance e sottopance di sottopance. Poco interessata al reparto produttivo, a chi cioè, in ultima analisi, faceva il lavoro effettivo che le pagava il part-time tutti i mesi.
Ci alzammo dai nostri posti e salvando e spegnendo tutto con un corale Massì, chissenefrega.
venerdì 31 luglio 2015
LSOC (approfondimenti). Dalle striscie ai primi fumetti d'avventura. Il nostro bimbo muove i primi passi, ma e' subito corsa
Quando si parla di strisce a fumetti, a chiunque credo vengano subito in mente Linus e la sua coperta, o Snoopy che sogna di essere il Barone Rosso, i Peanuts insomma. E non e' banale, visto l'immensa popolarita' che si sono conquistati.
Ci si riferisce cioe' a quel particolare modo di fare fumetti che, raccontando piccole storie in poche veloci vignette si puo' avvicinare, usando un termine di paragone cinematografico, ad un breve cortometraggio, paragonato al film/graphic novel o al serial/continuity.
Ogni episodio e' fine a se stesso, senza rimandi precisi ad eventi precedenti o successivi, ma e' anche, e soprattutto, un fondamentale tassello che contribuisce a comporre un perfetto mosaico, un credibile, autonomo mondo entro cui si muovono i vari personaggi, e che, rivelando spesso lucide assonanze col nostro, nasconde dietro semplici situazioni comiche, molti piccoli spunti riflessivi sulla vita, su noi stessi.
Diversamente dal fumetto d'avventura, la striscia era, fin dall'inizio, pienamente immersa nella realta' sociale in cui veniva prodotta, tanto da diventare per il lettore un vero e proprio specchio in cui riconoscere i propri pregi e difetti.
Ci si riferisce cioe' a quel particolare modo di fare fumetti che, raccontando piccole storie in poche veloci vignette si puo' avvicinare, usando un termine di paragone cinematografico, ad un breve cortometraggio, paragonato al film/graphic novel o al serial/continuity.
Ogni episodio e' fine a se stesso, senza rimandi precisi ad eventi precedenti o successivi, ma e' anche, e soprattutto, un fondamentale tassello che contribuisce a comporre un perfetto mosaico, un credibile, autonomo mondo entro cui si muovono i vari personaggi, e che, rivelando spesso lucide assonanze col nostro, nasconde dietro semplici situazioni comiche, molti piccoli spunti riflessivi sulla vita, su noi stessi.
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...by Steve,
Fumetti
Stefano frigieri vive a Modena dove fa L'agente di commercio nel settore farmaceutico. Scrive da sempre, ma solo da poco ha provato a farlo a livello professionale. Un suo racconto ha vinto il concorso giovane Holden come miglior racconto inedito, e questo glia ha spalancato le porte dell'editoria e gli ha permesso di pubblicare il suo primo libro. Spera non sara' anche l'ultimo.
giovedì 23 luglio 2015
Forlì deserta
by Robo
Che anno è? Boh! Non saprei con certezza. So che è agosto, che frequento l'università ma adesso sono a casa. Mi sono messo a studiare nel giardino di dietro del condominio. In casa non riuscivo più a starci, troppo caldo e poi mia madre non rompe fiato e la mia poca voglia di studiare non ha bisogno di alleati tanto efficaci. Allora ho preso su armi (un libro) e bagagli (sempre lo stesso libro) e sono sceso disotto. Quaggiù, in mezzo ad una piccola oasi verde condominiale, riesco a focalizzare la mia attenzione sullo studio per più tempo ma comunque prima o dopo la mente mi saluta e parte per altri lidi. Quando accade la riafferro, la costringo con successo all'impegno per un altro po' di tempo finchè lei mi sfugge nuovamente, e così via in una corsa a rimpiattino con la mia forza di volontà che ora vince, ora perde.
Ma cosa sto studiando? Boh... non ricordo. I primi due anni di università ci sono i corsi intensivi e l'ultimo esame è il 10 di agosto, quindi sono nel biennio. Studio fisica, forse, non certo zoologia in cui rischierò la lode, cadrò su dei maledetti tunicati che assomigliano a... insomma sono fatti così:
Non così belli però, che li avrei riconosciuti.
Che anno è? Boh! Non saprei con certezza. So che è agosto, che frequento l'università ma adesso sono a casa. Mi sono messo a studiare nel giardino di dietro del condominio. In casa non riuscivo più a starci, troppo caldo e poi mia madre non rompe fiato e la mia poca voglia di studiare non ha bisogno di alleati tanto efficaci. Allora ho preso su armi (un libro) e bagagli (sempre lo stesso libro) e sono sceso disotto. Quaggiù, in mezzo ad una piccola oasi verde condominiale, riesco a focalizzare la mia attenzione sullo studio per più tempo ma comunque prima o dopo la mente mi saluta e parte per altri lidi. Quando accade la riafferro, la costringo con successo all'impegno per un altro po' di tempo finchè lei mi sfugge nuovamente, e così via in una corsa a rimpiattino con la mia forza di volontà che ora vince, ora perde.
Ma cosa sto studiando? Boh... non ricordo. I primi due anni di università ci sono i corsi intensivi e l'ultimo esame è il 10 di agosto, quindi sono nel biennio. Studio fisica, forse, non certo zoologia in cui rischierò la lode, cadrò su dei maledetti tunicati che assomigliano a... insomma sono fatti così:
Non così belli però, che li avrei riconosciuti.
domenica 5 luglio 2015
Un post sugli agrumi (non scherzo!)
by Robo
Ho sempre amato gli agrumi. Non solo per la loro peculiare valenza organolettica ma anche per la promiscuità che dimostrano, in effetti sono i frutti più "facili" che si conoscano.
Anche le mele non scherzano e infatti la varietà più diffusa al mondo é la Golden delicious, un ibrido naturale rinvenuto casualmente. Peró le mele si incrociano, creando nuove varietà, all'interno della stessa specie, un po' come accopiare, nel mondo animale, un pastore tedesco con un Doberman.
Ho sempre amato gli agrumi. Non solo per la loro peculiare valenza organolettica ma anche per la promiscuità che dimostrano, in effetti sono i frutti più "facili" che si conoscano.
Anche le mele non scherzano e infatti la varietà più diffusa al mondo é la Golden delicious, un ibrido naturale rinvenuto casualmente. Peró le mele si incrociano, creando nuove varietà, all'interno della stessa specie, un po' come accopiare, nel mondo animale, un pastore tedesco con un Doberman.
sabato 27 giugno 2015
L'intelligenza del polpo (prendendola un po' alla larga)
by Robo
In realtà non ne ho la minima idea, non so neppure come penso io, ma questa è solo una scusa per parlare di intelligenza, per discorrere tra amici di un concetto parecchio impalpabile e provare a confrontare la nostra con le altre intelligenze, quelle "aliene", ma sulla nostra terra.
Se noi pongidi-ominidi-Homo siamo il punto più alto toccato dalle facoltà cognitive (comunque vengano misurate) vale la pena guardare fuori casa, in altre categorie di animali, all'interno delle quali ci sono dei vincitori "di girone".
Procederó, in questo breve viaggio, per distanza evolutiva, partendo dai più affini a noi fino a quelli che lo sono meno, dai mammiferi ai molluschi passando per i rettilomorfi.
Ok, start.
domenica 21 giugno 2015
LITTLE SHOP APPENDICI (il fumetto di propaganda)
PAM!
1945. La guerra mondiale compie i suoi ultimi atti.
Gli alleati da tempo sbarcati in Italia, dilagano sulla penisola e la liberano passo dopo passo dagli ultimi fuochi di follia fascista,
appoggiati e spesso anticipati dalla Resistenza Partigiana, ed il
popolo che ne sostene ed incoraggia l'azione, comincia a crearsi le proprie icone salvatrici, reali o anche di fantasia, che nulla hanno da invidiare per l'immaginario collettivo, agli eroi avventurosi
d'oltre oceano. Perche' e' anche tra le pagine di giornaletti mal
stampati e peggio distribuiti che si fa la storia e si combattono le
piu' aspre e decisive battaglie, anche se per poco tempo, anche se la Storia poi ha dimenticato.Fu appunto nel 1945 che esce nelle edicole italiane il fumetto "Pam il partigiano", personaggio dall'onomatopeico nome, che contribuisce a mitizzare le gesta eroiche di questi (super) eroi popolari, con un'immediatezza storica quasi da instant book, e con l'intenzione di sostenere le speranze di riscatto e di un inevitabile desiderio di rivalsa di un'Italia stanca ma mai doma.
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Stefano frigieri vive a Modena dove fa L'agente di commercio nel settore farmaceutico. Scrive da sempre, ma solo da poco ha provato a farlo a livello professionale. Un suo racconto ha vinto il concorso giovane Holden come miglior racconto inedito, e questo glia ha spalancato le porte dell'editoria e gli ha permesso di pubblicare il suo primo libro. Spera non sara' anche l'ultimo.
mercoledì 3 giugno 2015
LITTLE SHOP OF COMICS/APPENDICI: un Ventennio di fumetti (di propaganda e non)
DOVEROSA PREMESSA
Il Potere ha da sempre un'unica ossessione: riuscire a mantenersi inalterato ed indiscutibile nel tempo, privilegi compresi.
E cerca di ottenere cio' in due modi: o governando col pugno di ferro e con la paura, oppure cercando di far credere al popolo di vivere nel migliore dei mondi possibili, mentre il vantaggio e' unicamente per chi il potere lo detiene davvero.
Quando ad esempio Ottaviano Augusto, dopo essere diventato imperatore, decise di modificare sostanzialmente la costituzione repubblicana fino ad allora in vigore, ebbe bisogno di creare un processo di legittimazione della propria politica e della propria figura, e lo fece tramite una operazione di marketing propagandistico che coinvolse ogni mezzo di comunicazione allora esistente: monete, monumenti, epigrammi, componimenti poetici.
Tutto lo glorificava, tutto giustificava il suo operato.
L'imperativo e' sempre stato lo stesso: ottenere il consenso in ogni modo possibile, con le buone o con le cattive.
Il Fascismo le utilizzo' entrambe.
Nel Manifesto Futurista pubblicato sui piu' importanti giornali italiani dal suo ideatore FT Marinetti
nel 1908, erano fondamentalmente tre i punti cardine su cui si fondava l'intero programma: velocita', potenza ed espressivita'.
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Stefano frigieri vive a Modena dove fa L'agente di commercio nel settore farmaceutico. Scrive da sempre, ma solo da poco ha provato a farlo a livello professionale. Un suo racconto ha vinto il concorso giovane Holden come miglior racconto inedito, e questo glia ha spalancato le porte dell'editoria e gli ha permesso di pubblicare il suo primo libro. Spera non sara' anche l'ultimo.
giovedì 21 maggio 2015
Una cosa tipo Zabrinsky Point (viaggio nel tempo profondo)
by Robo
Poniamo che stiamo guardando un film e siamo vicini ad una scena clou.
Da poco tempo è in scena un nuovo personaggio.
Il suo arrivo non era previsto ma in pochissimi fotogrammi costui ha già operato diverse svolte nella sceneggiatura (ha partecipato attivamente alla fine della megafauna (1), ha incrementato all'inverosimile il tasso di estinzione altrui, sta accelerando i cambiamenti climatici e li impone a tutti gli altri).
Non sappiamo come andrà a finire, ma comprendiamo che le cose cambieranno rapidamente ed il plot narrativo potrebbere prendere strade inaspettate.
Non siamo in ogni caso vicini alla fine: trattasi di una pellicola d'essay, di quelle lunghe lunghe, che partono con noiosissimi ed incomprensibili preamboli (lo sviluppo di una chimica autoreplicante (2) e che si evolve, la lunga marcia degli uni-cellulari (3)), e sappiamo, perché ci hanno avvertito che, quali che siano le svolte che l'ultimo arrivato imporrà alla storia, questa non finirà e proseguirà ancora almeno per un miliardo di annetti, quando il flusso energetico solare diverrà tale da non permettere l'esistenza di acqua in forma liquida (4).
Pure qualcuno ci sussurra che anche nei titoli di coda potrebbe succedere qualcosa: gli artropodi sotterranei ed i batteri estremofili venderanno cara la pelle!
Ma ci siamo rotti: la storia è stata così prolissa ed articolata che ci siamo letteralmente dimenticati una serie di accadimenti. Un po' come accade ai fanatici di soap, abbiamo visionato tanto materiale da non riuscire più a collegare tutti i punti nevralgici della narrazione; così, poiché abbiamo registrato il film, lo mettiamo in pausa e poi iniziamo ad usare il comando rewind.
Poniamo che stiamo guardando un film e siamo vicini ad una scena clou.
Da poco tempo è in scena un nuovo personaggio.
Il suo arrivo non era previsto ma in pochissimi fotogrammi costui ha già operato diverse svolte nella sceneggiatura (ha partecipato attivamente alla fine della megafauna (1), ha incrementato all'inverosimile il tasso di estinzione altrui, sta accelerando i cambiamenti climatici e li impone a tutti gli altri).
Non sappiamo come andrà a finire, ma comprendiamo che le cose cambieranno rapidamente ed il plot narrativo potrebbere prendere strade inaspettate.
Non siamo in ogni caso vicini alla fine: trattasi di una pellicola d'essay, di quelle lunghe lunghe, che partono con noiosissimi ed incomprensibili preamboli (lo sviluppo di una chimica autoreplicante (2) e che si evolve, la lunga marcia degli uni-cellulari (3)), e sappiamo, perché ci hanno avvertito che, quali che siano le svolte che l'ultimo arrivato imporrà alla storia, questa non finirà e proseguirà ancora almeno per un miliardo di annetti, quando il flusso energetico solare diverrà tale da non permettere l'esistenza di acqua in forma liquida (4).
Pure qualcuno ci sussurra che anche nei titoli di coda potrebbe succedere qualcosa: gli artropodi sotterranei ed i batteri estremofili venderanno cara la pelle!
Ma ci siamo rotti: la storia è stata così prolissa ed articolata che ci siamo letteralmente dimenticati una serie di accadimenti. Un po' come accade ai fanatici di soap, abbiamo visionato tanto materiale da non riuscire più a collegare tutti i punti nevralgici della narrazione; così, poiché abbiamo registrato il film, lo mettiamo in pausa e poi iniziamo ad usare il comando rewind.
sabato 16 maggio 2015
Uomini ed elementi
by Robo
Il tutto va fatto con una bonaria semplificazione, che certo un essere umano non si può appiattire sulle caratteristiche di un elemento chimico anche enfatizzando queste ultime. Però creare assonanze e similitudini in ambiti lontani tra loro mi gratifica e così ho sviluppato questa idea, in fondo anche gli individui possono, a grandi linee, venir posti in grossolane categorie comuni, accomunati da tratti della personalità e/o ruolo ricoperto nella società.
domenica 10 maggio 2015
LITTLE SHOP OF COMICS (capitolo finale)
BAD BOYS
La seconda ondata dell'Invasione, ormai non piu'
semplicemente un evento episodico ma semmai un lento ed inesorabile
processo di colonizzazione, si riconosce per aver abbandonato i
romanticismi lirici o le velleita’ letterarie di Sandman o Watchmen, a favore dell’utilizzzo di storie raccontate con un linguaggio piu' crudo e diretto, e lo sviluppo di temi
trattati che oltrepassano abbondantemente qualunque limite avesse a suo tempo
fissato il Comic Code. Sotto l'egida delle sue collane piu' mature, le
tre grandi case di produzione fumettistica, spiazzano il mercato con i suoi
colpi piu' bassi e politically incorrect.
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domenica 3 maggio 2015
LITTLE SHOP OF COMICS (parte quarta)
LE MERAVIGLIE
Marvels! |
Come Flex Metallo e' stato per la DC comics tra le
altre cose, anche una una splendida e nostalgica cavalcata nella sua storia
editoriale, cosi’ fu per la rivale Marvel la miniserie “Marvels!”,
pubblicata nel 1994 , in cui lo scrittore Kurt Busiek, utilizzando come io
narrante il fotografo Phil Sheldon, in un cambio di prospettiva gia'
sperimentato nel suo capolavoro Astro City, segue passo dopo passo,
fotogramma per fotogramma, tutti gli episodi piu’ significativi della storia dei
supereroi della casa delle idee, fin dalle loro prime apparizioni in pubblico
nel 1939 (nel caso specifico la torcia umana originale), fino al 1974 con la
morte di Gwen Stacy.
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domenica 26 aprile 2015
LITTLE SHOP OF COMICS (parte terza)
PRIMA DI TUTTO...ESCHER
Escher |
M.C. Escher, il famoso incisore e grafico
olandese, con i suoi giochi ottici regolati da schemi matematici, le sue
costruzioni impossibili entro cui l’azione si sviluppa in spirali
infinite, suggerisce invece che il movimento possa anche comprimersi in un'unico istante, come un quadro che si muove al suo interno, finendo per creare quasi
un ibrido tra le due suddette forme artistiche.
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Stefano frigieri vive a Modena dove fa L'agente di commercio nel settore farmaceutico. Scrive da sempre, ma solo da poco ha provato a farlo a livello professionale. Un suo racconto ha vinto il concorso giovane Holden come miglior racconto inedito, e questo glia ha spalancato le porte dell'editoria e gli ha permesso di pubblicare il suo primo libro. Spera non sara' anche l'ultimo.
venerdì 24 aprile 2015
I problemi della "patata"
Di Robo con la consulenza scientifica della dr.ssa Albonetti.
No, non si intende qui definire, con tale nome, una banale solanacea, un fusto sotterraneo (non radice!) con funzione di riserva di amido, un tubero bitorzoluto di diversi colori (ai tempi del suo ritrovamento andino, ora quasi sempre giallastro).
No... qui si intende la patata... quell'altra.
La patata... zona di accoglienza temporanea per l'organo copulatore maschile; e nella sua parte prossimale, quella adiacente il collo dell'utero che in essa protrude, una sacca a pareti collabite ed a fondo cieco.
Questa struttura, questa caratteristica anatomica per la quale, se si entra in essa da un lato dal medesimo bisogna uscirne (eccetto che per i bambini nel parto), la rende accogliente oltre che per noi, anche per una serie di patogeni opportunisti che ivi dimorano.
La patata tiene normalmente sotto controllo tale popolazione con l'aiuto di lactobacilli buoni specifici: i Döderlein.
Costoro competono con i potenziali cattivi per i substrati nutrienti e ne tengono sotto controllo il numero.
Ci sono circostanze, però, nelle quali un patogeno può avere la meglio su essi; le cause possono essere:
- Una loro diminuzione per eccesso di pulizia (sì ai lavaggi ma senza esagerare, meglio evitare le lavande e le detersioni troppo frequenti ed aggressive)
- Una carenza costituzionale delle difese anticorpali mucosali, le IgA, almeno così si pensa.
- I microtraumi conseguenti ad un rapporto
- Patologie concomitanti causa di calo delle difese locali
- Arrivo di ospiti parecchio aggressivi che trovano un ambiente "che non gli par vero che si sta così bene"
- Terapie antibiotiche ripetute.
Andiamo con le presentazioni.
domenica 19 aprile 2015
LITTLE SHOP OF COMICS (parte seconda)
UNA RISATA CI LIBERERA'
Il fumetto e' stato fin dall'inizio uno spirito
libero: difficile tenerlo ingabbiato in schemi troppo rigidi per tempi troppo
lunghi.
Little Nemo in Slumberland |
Nel 1905 Winsor McCay da sfogo con Little Nemo a
questa sfrenata voglia di creativita', facilitato dal formato in tavole
domenicali che racchiudevano lo schema narrativo in una specie di grande
quadro, e dall'argomento: i piccoli sogni psichedelici di un bimbo dalla
dilagante immaginazione. I segnali delle potenzialita' creative del mezzo erano
inequivocabili.
Gli anni sessanta per il fumetto
americano sono quelli gloriosi della Silver Age, in cui si immagina regni il
classicismo piu' rigido e codificato. Invece gia' allora la voglia di innovazione cominciava a piantare qualche piccola idea seminale. Le copertine della DC per
esempio, non sono piu' solo quadri statici introduttivi, ma vere
e proprie vignette dinamiche con tanto di balloon. Poi venne il numero 163 di
Flash, e la prospettiva cambio' ancora.
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Stefano frigieri vive a Modena dove fa L'agente di commercio nel settore farmaceutico. Scrive da sempre, ma solo da poco ha provato a farlo a livello professionale. Un suo racconto ha vinto il concorso giovane Holden come miglior racconto inedito, e questo glia ha spalancato le porte dell'editoria e gli ha permesso di pubblicare il suo primo libro. Spera non sara' anche l'ultimo.
Matteino
by MadPeaks
Alle ore 0,30 di Mercoledì notte il piccolo Matteino di quasi quattro anni si sveglia grazie alla suoneria programmata del suo JoyBoyTablet.
Infila le ciabatte e va nella stanza dei genitori per controllare se le gocce di SedaBirb hanno fatto il loro effetto.
SedaBirb Forte® della Schurke&Giftmischer è un sedativo per bambini divenuto molto popolare tra le mamme della scuolina dell'infanzia C. D'Avena di Villaconvenienza.
La prima ad utilizzarlo è stata Mascia B., madre single e membro attivo del gruppo Sex&theCity Villaconvenienza. La sua maternità era stata fortemente voluta e disinvoltamente capitalizzata approfittando dei numerosi benefit del caso. Tuttavia l'imprevista ingordigia di attenzioni del bambino aveva drasticamente ridotto il numero di aperitivi serali e irrimediabilmente compromesso la sua vita sociale.
Sul blog dedicato all'infanzia del sito della Schurke&Giftmischer Mascia aveva trovato il consiglio giusto per arginare chimicamente i guasti provocati dal pargolo e riuscire a rinnovare gli antichi fasti notturni.
"Ma xke' kueste cose i pediatri non le spiegano ?!?!!?!!....." aveva subito postato dalla movida alle amiche.
In seguito la verificata efficacia sui piccoli ed il tam-tam tra i genitori entusiasti ha decretato il successo e l'adozione capillare del SedaBirb Forte® in tutto il paesino.
Alle ore 0,30 di Mercoledì notte il piccolo Matteino di quasi quattro anni si sveglia grazie alla suoneria programmata del suo JoyBoyTablet.
Infila le ciabatte e va nella stanza dei genitori per controllare se le gocce di SedaBirb hanno fatto il loro effetto.
SedaBirb Forte® della Schurke&Giftmischer è un sedativo per bambini divenuto molto popolare tra le mamme della scuolina dell'infanzia C. D'Avena di Villaconvenienza.
La prima ad utilizzarlo è stata Mascia B., madre single e membro attivo del gruppo Sex&theCity Villaconvenienza. La sua maternità era stata fortemente voluta e disinvoltamente capitalizzata approfittando dei numerosi benefit del caso. Tuttavia l'imprevista ingordigia di attenzioni del bambino aveva drasticamente ridotto il numero di aperitivi serali e irrimediabilmente compromesso la sua vita sociale.
Sul blog dedicato all'infanzia del sito della Schurke&Giftmischer Mascia aveva trovato il consiglio giusto per arginare chimicamente i guasti provocati dal pargolo e riuscire a rinnovare gli antichi fasti notturni.
"Ma xke' kueste cose i pediatri non le spiegano ?!?!!?!!....." aveva subito postato dalla movida alle amiche.
In seguito la verificata efficacia sui piccoli ed il tam-tam tra i genitori entusiasti ha decretato il successo e l'adozione capillare del SedaBirb Forte® in tutto il paesino.
martedì 14 aprile 2015
Bestiario dell'ambulatorio
by Robo
La mattina presto, con i fumi del sonno che ancora ottundono i miei sensi e la porta dei sogni ancora socchiusa mi reco in un ambulatorio.
Sono poco propenso al dialogo ma credo che presto le mie necessità professionali vinceranno la mia ritrosia. Per ora non ci riescono.
Saluto con un formale ed atono buongiorno e mi siedo. Il vociare confuso che mi circonda mi fa sentire come fossi in navigazione in un mare di vocali che si mischiano e sovrappongono; acque di una confusa semantica in cui la spuma dei flutti, che si sfuma nell'aria, é lo strascicare delle esse pronunciate alla romagnola.
Poi una voce femminile forza la mia attenzione:
La signora "Prondo?" é in grado di operare semplificazioni ad hoc nella pronuncia di alcune parole inutilmente ridondanti; l'esempio più rappresentativo di questa attitudine é la parola disinfettante che viene opportunatamente sintetizzata in "dzinfettà".
La mattina presto, con i fumi del sonno che ancora ottundono i miei sensi e la porta dei sogni ancora socchiusa mi reco in un ambulatorio.
Sono poco propenso al dialogo ma credo che presto le mie necessità professionali vinceranno la mia ritrosia. Per ora non ci riescono.
Saluto con un formale ed atono buongiorno e mi siedo. Il vociare confuso che mi circonda mi fa sentire come fossi in navigazione in un mare di vocali che si mischiano e sovrappongono; acque di una confusa semantica in cui la spuma dei flutti, che si sfuma nell'aria, é lo strascicare delle esse pronunciate alla romagnola.
Poi una voce femminile forza la mia attenzione:
"Prondo?"
La Signora "Prondo?" é un personaggio abbastanza ricorrente. Di chiara origine anti-piemontese, ella lotta con difficoltà contro le vocali finali delle parole e confonde sistematicamente le consonanti occlusive dentali (T e D) oltre a operare intriganti trasformazioni fonetiche: psicologia-psicologa sono per lei impronunciabili e divengono pizzicologia-pizzicologa. Parole, queste ultime, che fanno pensare a professioniste del pizzicotto le quali, a fronte di un tariffario stabilito, ti afferrano aree di cute, le stirano e le rilasciano all'improvviso recandoti un risveglio della coscienza, un miglioramento della circolazione capillare o quant'altro.La signora "Prondo?" é in grado di operare semplificazioni ad hoc nella pronuncia di alcune parole inutilmente ridondanti; l'esempio più rappresentativo di questa attitudine é la parola disinfettante che viene opportunatamente sintetizzata in "dzinfettà".
venerdì 10 aprile 2015
LITTLE SHOP OF COMICS (parte prima)
by Steve
I lettori americani, mentre si divertivano
per le facezie del monello (prima solo
comparsa, poi subito protagonista assoluto
della striscia), iniziavano anche a
conoscere il variegato mondo di un ghetto di periferia, ma soprattutto prendevano
confidenza con quel nuovo modo di leggere e raccontare storie e situazioni, riducendo
drasticamente i tempi di lettura, e nutrendo l’occhio e la mente di immagini colorate ed informazioni.
IL RE IN GIALLO
Nel 1895 un simpatico bambino pelato con i dentoni ed un lungo camicione giallo sul quale
prendevano magicamente forma i propri pensieri sgrammaticati, faceva capolino dalle pagine del New York World, (il giornale di Joseph Pulitzer, si, proprio lui). Yellow kid era il nome del bimbo, Hogan's Halley quello della striscia in cui si muoveva, Richard Outcault il suo autore.
Il primo balloon della storia del fumetto
moderno e' pronunciato da un pappagallo
proprio in una tavola della suddetta strip
nel 1896 e riporta la frase: "Sic em
towser!",
("Attaccalo cagnone!" ).
Come dire : se noi discendiamo dalle scimmie, Superman invece discende da un pennuto.
Non so a chi e' andata peggio.
In realta' l'idea di fumetto in quanto mezzo e fine per raccontare storie sequenziali nasce quasi settant'anni prima ad opera dello svizzero Topffer con i suoi sketches di vita
famigliare, o forse ancora piu' indietro con i pannelli dei cantastorie itineranti. Ma ora le storie disegnate sono finalmente alla portata di un pubblico ben più' vasto di quello delle sagre di paese.
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Stefano frigieri vive a Modena dove fa L'agente di commercio nel settore farmaceutico. Scrive da sempre, ma solo da poco ha provato a farlo a livello professionale. Un suo racconto ha vinto il concorso giovane Holden come miglior racconto inedito, e questo glia ha spalancato le porte dell'editoria e gli ha permesso di pubblicare il suo primo libro. Spera non sara' anche l'ultimo.
lunedì 6 aprile 2015
Cute marsupials
by Robo
Eutheri. Le buone (vere) bestie. Siamo noi mammiferi placentati.
É un po' autocelebrativo ma noi siamo autocelebrativi. L'idea dell'evoluzione come fenomeno progressivo dal peggiore al migliore é dura a morire: noi uomini siamo Primati, non Ultimati, il nostro gruppo é denominato appunto bestie per bene, allargando la visione siamo Eukariota, abbiamo veri nuclei (sticazzi!) non come i Procariota che ancora non ce li hanno. Peccato che questi ultimi hanno cambiato la storia del mondo come noi "veramente nucleati" ancora non abbiamo fatto (ma siamo sulla buona strada per riuscirci, così finalmente potremo guardare nei flagelli un batterio e dirgli "adesso anche noi siamo riusciti ad alterare l'atmosfera!").
mercoledì 1 aprile 2015
Essere informatore
by Robo
"Ricordati che devi vendere...ricordati che devi vendere..." ripeto mentalmente il mio mantra prima di entrare dal medico. Devo farlo.
"Ricordati che devi vendere...ricordati che devi vendere..." ripeto mentalmente il mio mantra prima di entrare dal medico. Devo farlo.
Per il mio interesse e per dovere nei confronti dell'azienda che, a fine mese, mi fa trovare la paga nel conto corrente e mi concede benefits mica da ridere. Se desisto rischio di far prevalere il mio bisogno di compiacere l'interlocutore e di dare, in tal modo, troppa attenzione alle sue necessità che spesso non collimano con le mie.
Il medico, infatti, vuole o liberarsi di noi prima possibile o usarci come un diversivo, un tampone che allevi la pressione della giornata, un carosello tra pazienti spremi-zebedei; io invece devo vendere.
domenica 29 marzo 2015
DUE O TRE COSE CHE SO SUI FUMETTI (il resto della storia)
Modern Age
Mancava solo un ultimo universo da esplorare prima di poter dire di avere il completo controllo su tutto il fruibile umano in materia di fumetti e suoi derivati.
Ci penso' la Granata Press durante gli anni ottanta a farci conoscere un mondo culturale e grafico totalmente diverso da tutto cio' che avevamo visto fino ad allora : scoprimmo cioe' che Giappone non voleva dire solo Pearl Harbour e Kurosawa, ma anche Akira e Crying Freeman.
Stavo per diventare un Otaku, e non sapevo nemmeno cosa voleva dire.
Bisogna dire una cosa: i giapponesi sono strani.
Col tempo ho imparato ad amare la loro cultura, la loro visione del mondo e dell'essere umano, pur con tutti loro infantilismi e le loro fobie, amarli davvero, con tenerezza e rispetto.
Pero' sono davvero strani.
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Stefano frigieri vive a Modena dove fa L'agente di commercio nel settore farmaceutico. Scrive da sempre, ma solo da poco ha provato a farlo a livello professionale. Un suo racconto ha vinto il concorso giovane Holden come miglior racconto inedito, e questo glia ha spalancato le porte dell'editoria e gli ha permesso di pubblicare il suo primo libro. Spera non sara' anche l'ultimo.
giovedì 26 marzo 2015
Alla Marvel avevano capito tutto
by Robo
Il Tribunale vivente, Eternità, il Beyonder, il Cubo cosmico, i Celestiali, le 7 Gemme, l'Osservatore, Galactus.
Il Tribunale vivente, Eternità, il Beyonder, il Cubo cosmico, i Celestiali, le 7 Gemme, l'Osservatore, Galactus.
Sono i mattoni principali della cosmogonia Marvel.
Magari l'universo fosse così pieno di protagonisti, magari fosse tanto antropomorficamente rassicurante...
Le cose non stanno affatto in questi termini ma c'è comunque tanto materiale per un confronto, solo che è roba difficile per i non addetti ai lavori; anche per me quindi.
Ne sono da sempre affascinato, da sempre leggo cercando di capire, molto poco capendo. Provo a farvi un sunto, sperando sia decente.
domenica 22 marzo 2015
DUE O TRE COSE CHE SO SUI FUMETTI (parte seconda)
Silver Age
Anni settanta: la Marvel sbarca in Italia.
Io ho sempre amato i personaggi Dc, buffi, grotteschi e colorati, ed ancor oggi li preferisco.
Anche perche' attualmente la cosiddetta Casa delle Idee di idee ne ha davvero poche, e si e' un po' persa in un caos creativo in odore di riciclo, colpa soprattutto di disegnatori pessimi ed autori defidelizzanti.
Ma la freschezza e la familiarita' che allora sprizzava da ogni retinato di quel nuovo mondo supereroistico, mi conquisto' Immediatamente.
Era la potenza visiva di "King" Kirby insieme all'epica ironia del buon vecchio Lee.
Ma in fondo una famiglia di super esseri e' pur sempre una famiglia, un nerd che si arrampica sui muri pur sempre nerd, un cieco che volteggia tra i palazzi, sempre cieco e'.
I supereroi cioe' erano piu' vicini che mai, questa la grande innovazione di Jack e Stan, e noi eravamo li' pronti ad afferrarli.
Anzi eravamo proprio noi con i nostri problemi quotidiani, proiettati sulla carta insieme a nemici impossibili ed epiche battaglie piene di colore e di suoni onomatopeici grandi come cartelloni pubblicitari.
Il loro pseudo-realismo fece davvero la differenza, e cose piu' banali, come proteggere la propria identita' segreta dalla curiosita' della zia May, cercare semplicemente di sbarcare il lunario tra un mostro e l'altro, o tentare di baciare Jean Gray senza bruciarla viva col raggio ottico, a volte mettevano, giustamente, Rhino e il Fenomeno sullo sfondo.
Anni settanta: la Marvel sbarca in Italia.
Io ho sempre amato i personaggi Dc, buffi, grotteschi e colorati, ed ancor oggi li preferisco.
Anche perche' attualmente la cosiddetta Casa delle Idee di idee ne ha davvero poche, e si e' un po' persa in un caos creativo in odore di riciclo, colpa soprattutto di disegnatori pessimi ed autori defidelizzanti.
Ma la freschezza e la familiarita' che allora sprizzava da ogni retinato di quel nuovo mondo supereroistico, mi conquisto' Immediatamente.
Era la potenza visiva di "King" Kirby insieme all'epica ironia del buon vecchio Lee.
Ma in fondo una famiglia di super esseri e' pur sempre una famiglia, un nerd che si arrampica sui muri pur sempre nerd, un cieco che volteggia tra i palazzi, sempre cieco e'.
I supereroi cioe' erano piu' vicini che mai, questa la grande innovazione di Jack e Stan, e noi eravamo li' pronti ad afferrarli.
Anzi eravamo proprio noi con i nostri problemi quotidiani, proiettati sulla carta insieme a nemici impossibili ed epiche battaglie piene di colore e di suoni onomatopeici grandi come cartelloni pubblicitari.
Il loro pseudo-realismo fece davvero la differenza, e cose piu' banali, come proteggere la propria identita' segreta dalla curiosita' della zia May, cercare semplicemente di sbarcare il lunario tra un mostro e l'altro, o tentare di baciare Jean Gray senza bruciarla viva col raggio ottico, a volte mettevano, giustamente, Rhino e il Fenomeno sullo sfondo.
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martedì 17 marzo 2015
Ragnacci e ragnetti - parte terza
by Robo
Prosegue da Ragnacci e Ragnetti - parte seconda
Prosegue da Ragnacci e Ragnetti - parte seconda
Ragni che mimano le formiche.
Le formiche le mimano un po' tutti ed i motivi sono diversi.
Gli insetti, che ovviamente formiche non sono, possono mimare la forma e l'aspetto di formiche perché gli conviene. Le formiche sono animaletti incazzosi e talora forniti di armi chimiche, non tutti le predano e qualcuno evita di farlo, per cui, in certi casi, somigliare ad una formica è più conveniente che non somigliargli affatto. Anche i ragni adoperano spesso tale forna di mimetismo che si chiama batesiano, e tale tipologia di somiglianza inconsapevole si ritrova tra gli insetti anche nei confronti di altri imenotteri che non siano le formiche: ad esempio alcuni ditteri (mosche) adottano una colorazione che può far pensare siano vespe, o alcune farfalle non velenose mimano i colori di altre specie che invece contengono sostanze repellenti nei tessuti. Più assomigli ad una formica, per forma, odore e comportamento più puoi vivere nei pressi della comunità e godere di una maggior protezione dai predatori, ma in questo caso la capacità mimetica batesiana deve essere particolarmente perfezionata per non cadere vittima delle formiche stesse.
lunedì 16 marzo 2015
DUE O TRE COSE CHE SO SUI FUMETTI (parte prima)
Golden Age
Onestamente non so come tutto e' cominciato.
So solo che non e' ancora finito, e anzi rimane una salvifica boa di salvataggio in questo oceano di perenne insoddisfazione.
Di sicuro tutto comincio' ben prima dei supereroi, proprio quando l'invasione di orde di meraviglie provenienti da oltre oceano stava iniziando.
Devo dire che in questo campo noi italiani ci siamo difesi sempre molto bene, contrapponendo solide barriere contro la marea montante in lattex e spandex.
Ma andiamo per ordine.
Nella mia memoria a lunghissimo termine rimangono imperituri i due capisaldi del mio nascere collezionista compulsivo ed amante appassionato dell'arte sequenziale: il Gordon di Alex Raymond (tutto muscoli guizzanti e pose statuarie) e il Valiant di Hal Foster (un mix di virile medievalita' e femminea delicatezza).
Valiant, come d'altronde in tutto il lavoro di Hal Foster, non usava ancora i balloon, ed ogni vignetta era commentata unicamente da alcune righe di didascalia, come fossero piccoli quadri che vivevano di una loro completa autonomia, dandoci tutto il tempo di gustare la scena che rappresentavano, e a distanza di anni infatti risplendono ancora di luce propria nel mio casellario mentale.
Anche Gordon , uno dei piu' illustri prototipi del fumetto di fantascienza, che pure li usava ogni tanto, era costruito come se la plasticita' di forme e situazioni fosse sempre piu' che sufficiente a rappresentare trama e sentimenti con la giusta enfasi.
Onestamente non so come tutto e' cominciato.
So solo che non e' ancora finito, e anzi rimane una salvifica boa di salvataggio in questo oceano di perenne insoddisfazione.
Di sicuro tutto comincio' ben prima dei supereroi, proprio quando l'invasione di orde di meraviglie provenienti da oltre oceano stava iniziando.
Devo dire che in questo campo noi italiani ci siamo difesi sempre molto bene, contrapponendo solide barriere contro la marea montante in lattex e spandex.
Ma andiamo per ordine.
Nella mia memoria a lunghissimo termine rimangono imperituri i due capisaldi del mio nascere collezionista compulsivo ed amante appassionato dell'arte sequenziale: il Gordon di Alex Raymond (tutto muscoli guizzanti e pose statuarie) e il Valiant di Hal Foster (un mix di virile medievalita' e femminea delicatezza).
Valiant, come d'altronde in tutto il lavoro di Hal Foster, non usava ancora i balloon, ed ogni vignetta era commentata unicamente da alcune righe di didascalia, come fossero piccoli quadri che vivevano di una loro completa autonomia, dandoci tutto il tempo di gustare la scena che rappresentavano, e a distanza di anni infatti risplendono ancora di luce propria nel mio casellario mentale.
Anche Gordon , uno dei piu' illustri prototipi del fumetto di fantascienza, che pure li usava ogni tanto, era costruito come se la plasticita' di forme e situazioni fosse sempre piu' che sufficiente a rappresentare trama e sentimenti con la giusta enfasi.
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Supereroi
Stefano frigieri vive a Modena dove fa L'agente di commercio nel settore farmaceutico. Scrive da sempre, ma solo da poco ha provato a farlo a livello professionale. Un suo racconto ha vinto il concorso giovane Holden come miglior racconto inedito, e questo glia ha spalancato le porte dell'editoria e gli ha permesso di pubblicare il suo primo libro. Spera non sara' anche l'ultimo.
venerdì 13 marzo 2015
The dig
by Robo
Sono un po' indeciso.
Non so bene se valga la pena, ma sono curioso. Allora comincio a grattare la crosta, la mia. Esternamente sono un informatore scientifico del farmaco, locuzione altisonante per definire un sottoproletario della parola, vestito finto-elegante.
Ma, ovviamente, non é tutto me. Se mi do un po' da fare posso trovare altro, sotto.
Sono un po' indeciso.
Non so bene se valga la pena, ma sono curioso. Allora comincio a grattare la crosta, la mia. Esternamente sono un informatore scientifico del farmaco, locuzione altisonante per definire un sottoproletario della parola, vestito finto-elegante.
Ma, ovviamente, non é tutto me. Se mi do un po' da fare posso trovare altro, sotto.
giovedì 12 marzo 2015
Ragnacci e ragnetti - parte seconda
by Robo
Prosegue da: Ragnacci e ragnetti - parte prima
In questo proseguo della "araneide" parliamo en passant degli araneomorfi, ossia i ragni con i cheliceri che convergono, ossia la stragrande maggioranza di specie.
A differenza dei migali/tarantulas che si assomigliano molto qui si trova veramente di tutto.
Tanto per fare qualche esempio: la "nostra" tarantola o ragno lupo, i gambalunga che sopravvivono, non si sa come, nelle polverose cantine, le vedove nere con la versione italica "annacquata", i ragni striati o crociati che fanno bellissime tele simmetriche e poi si mettono al centro di esse (spero vi sia capitato di vederli, a me è successo).
Ma c'è tanto altro, tanto che va molto oltre le mie conoscenze ma che grazie ad un'accompagnamento di immagini condivise in rete da fantastici fotografi vorrei condividere.
La mia trattazione è fortemente parziale, incompleta e dilettantistica.
venerdì 6 marzo 2015
Ragnacci e ragnetti - parte prima
by Robo
Amo i ragni.
Non che non mi incutano un certo timore. Ma mi piacciono assai nel loro aspetto così palesemente da predatori e mi affascinano i loro 8 occhi semplici, più espressivi di quelli composti degli insetti.
In effetti i cheliceri artigliati non fanno certo pensare a pacifici erbivori e, di tutte le specie scoperte (migliaia), solo una, al momento, è risultata nutrirsi di vegetali: una sorta di panda aracnoide.
É innegabile che il modello zanne velenifere-pedipalpi-ottogambe-tela eventuale è stato di successo; attorno a questo schema si sono avute modifiche di forma, di abitudini, di dimensioni ma (quasi) mai tali da non farci capire che ci troviamo di fronte ad un ragno.
giovedì 5 marzo 2015
IL GRIGIO
(storiavera)
Il bonzo sfreccia sulla interstatale nella sua piccola utilitaria grigio topo.
I campi allagati, le masserie spezzate dal terremoto, gli alberi piegati dalla neve ormai sciolta da tempo in mille rivoli e pozzanghere, gli fanno da cornice su entrambi i lati della strada, che come un fiume impetuoso, striscia via sotto di lui, inafferrabile.
Non e' facile dirsi taoisti in questi giorni difficili di catastrofi naturali e miserie umane, difficile affidarsi semplicemente alla corrente, con estasi ed abbandono.
E' una lotta giornaliera tra la serena accettazione di un destino taccagno, ed i sempre piu' frequenti scoppi di rabbia contro il medesimo, in cui la frangibile umanita' di cui si e' schiavi da sempre, si rivela nuda ed indifesa.
Il bonzo sfreccia sulla interstatale nella sua piccola utilitaria grigio topo.
I campi allagati, le masserie spezzate dal terremoto, gli alberi piegati dalla neve ormai sciolta da tempo in mille rivoli e pozzanghere, gli fanno da cornice su entrambi i lati della strada, che come un fiume impetuoso, striscia via sotto di lui, inafferrabile.
Non e' facile dirsi taoisti in questi giorni difficili di catastrofi naturali e miserie umane, difficile affidarsi semplicemente alla corrente, con estasi ed abbandono.
E' una lotta giornaliera tra la serena accettazione di un destino taccagno, ed i sempre piu' frequenti scoppi di rabbia contro il medesimo, in cui la frangibile umanita' di cui si e' schiavi da sempre, si rivela nuda ed indifesa.
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Racconti
Stefano frigieri vive a Modena dove fa L'agente di commercio nel settore farmaceutico. Scrive da sempre, ma solo da poco ha provato a farlo a livello professionale. Un suo racconto ha vinto il concorso giovane Holden come miglior racconto inedito, e questo glia ha spalancato le porte dell'editoria e gli ha permesso di pubblicare il suo primo libro. Spera non sara' anche l'ultimo.
domenica 1 marzo 2015
Di quando ero Sventato (prima parte)
Ovvero: L'Ombelico di Forlì 01
by MadPeaks
Nei film investigativi arriva sempre quel momento in cui il criminologo (o il pazzoide criminale) tesse sui muri della sua stanza una ragnatela fatte di appunti, foto e puntine su carte geografiche. Parte dai punti di riferimento a prima vista banali e poi tracciando linee crea incroci per ricavarne altri meno scontati; ad un certo punto, si spera, sarà chiaro il disegno ed il punto preciso, l'origine da cui ogni trama si dipana.
Quel pazzoide stavolta sono io e la cartina su cui lavoro è quella di Forlì e dei suoi dintorni.
Il materiale è composto da ricordi, ricerche, strumenti digitali e tanto nastro adesivo.
Il punto di partenza è a piacere, ed io scelgo proprio questo:
by MadPeaks
Nei film investigativi arriva sempre quel momento in cui il criminologo (o il pazzoide criminale) tesse sui muri della sua stanza una ragnatela fatte di appunti, foto e puntine su carte geografiche. Parte dai punti di riferimento a prima vista banali e poi tracciando linee crea incroci per ricavarne altri meno scontati; ad un certo punto, si spera, sarà chiaro il disegno ed il punto preciso, l'origine da cui ogni trama si dipana.
Quel pazzoide stavolta sono io e la cartina su cui lavoro è quella di Forlì e dei suoi dintorni.
Il materiale è composto da ricordi, ricerche, strumenti digitali e tanto nastro adesivo.
Il punto di partenza è a piacere, ed io scelgo proprio questo:
Forlì. Giugno 1981, lunedì mattina.
Una nuova INCREDIBILE avventura!!! |
sabato 28 febbraio 2015
Medio(cre?)
by Robo
Un uomo mediamente realizzato. Partito da un'infanzia felice, pregna di amore ed attenzioni genitoriali, si era avventurato in un'adolescenza che lo aveva sorpreso per durezza, con strascichi anche nella successiva età, la gioventù.
Un uomo mediamente realizzato. Partito da un'infanzia felice, pregna di amore ed attenzioni genitoriali, si era avventurato in un'adolescenza che lo aveva sorpreso per durezza, con strascichi anche nella successiva età, la gioventù.
Uscirne non era stato affatto semplice ma l'età adulta gli aveva dato l'opportunità di leccarsi le ferite, di riprendersi, di ricostruirsi. Poi erano venute in suo soccorso le sicurezze di un rapporto affettivo stabile.
A quel punto le fragilità della prima giovinezza erano come scomparse, si erano ritirate in angoli bui della memoria. Sfumate come vissute da un'altre persona. Il lavoro, nei suoi alti e bassi, era divenuto il centro della sua esistenza. Le alterne fortune non gli avevano più intaccato l'autostima come sarebbe accaduto in gioventù, trovava nella consorte un porto sicuro che gli consentiva di recuperare le forze e riprendere il mare dell'attività.
Il sicomoro Candeliere - Silver Lake (Los Angeles) |
domenica 22 febbraio 2015
Etologia dell'Ambulatorio (anzi della sua sala d'attesa). L'informatore parte 4
Piccolo manuale di sopravvivenza per i neo-informatori.
Cari colleghi,
se il mondo e' una jungla, la sala d'attesa dell'ambulatorio di un qualunque medico di base ne e' il suo nucleo pulsante, l'occhio del ciclone dove una calma apparente, piu' spesso e' caos palese, nasconde le insidie piu' insidiose, gli ostacoli piu' ostacolosi, insomma tutto cio' che la vita ti butta addosso durante un'intera esistenza concentrato in pochi metri quadrati, e che volente o nolente, dobbiamo imparare a gestire per sopravvivere.
Il dubbio se il premio finale, una misera ipotetica prescrizione, valga tutta la fatica spesa per ottenerlo, e' fonte di continui dibattiti interiori ed discussioni senza fine tra generazioni di colleghi, ma e' meglio non pensarci.
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Informatori,
Lavoro
Stefano frigieri vive a Modena dove fa L'agente di commercio nel settore farmaceutico. Scrive da sempre, ma solo da poco ha provato a farlo a livello professionale. Un suo racconto ha vinto il concorso giovane Holden come miglior racconto inedito, e questo glia ha spalancato le porte dell'editoria e gli ha permesso di pubblicare il suo primo libro. Spera non sara' anche l'ultimo.
Le mie formiche
by Robo
Da bambino scorrazzavo con i miei coetanei nel vasto giardino "di dietro" del condominio. Le case Fanfani di Forlì non sono modello di eleganza e non risaltano certo per finiture, ma quella in cui sono nato e cresciuto aveva (ed ha tutt'ora) una zona verde posteriore parecchio estesa che, allora, non era neppure recintata nelle singole proprietà e non era stata ancora deturpata dalle autorimesse in lamiera. In quei luoghi, in una rimembranza pallida dello stato di natura, noi bimbi viaggiavamo in gruppi.
Avró avuto 7-8 anni e già dimostravo un particolare interesse per gli animali. Le pratiche dei miei coetanei, torturatori di lucertole, mi disgustavano; barbari senza cuore.
Le lucertole le avvertivo in qualche modo affini a me, avevano occhi vispi, potevi quasi leggerci la paura, o almeno così mi pareva; non potevo guardare mentre infierivano sulle malcapitate. Gli invertebrati, invece, catturavano la mia attenzione senza pormi alcun problema...adesso direi etico.
C'erano tante formiche, cominciai ad interessarmi a loro.
giovedì 19 febbraio 2015
Nessuna notte è infinita (l'informatore atto terzo).
by Robo
É stata una giornata impegnativa. Sono andato su e giù per la Romagna. Ho cenato e dopo 2 orette scarse se fatta l'ora di andare a letto.
Non mi preoccupo mai prima del sonno ma so, per esperienza, che se l'attività lavorativa ha superato alcuni invisibili confini che conducono dalla difficoltà alla durezza estrema la notte, per me, porta scompiglio e non consiglio.
É stata una giornata impegnativa. Sono andato su e giù per la Romagna. Ho cenato e dopo 2 orette scarse se fatta l'ora di andare a letto.
Non mi preoccupo mai prima del sonno ma so, per esperienza, che se l'attività lavorativa ha superato alcuni invisibili confini che conducono dalla difficoltà alla durezza estrema la notte, per me, porta scompiglio e non consiglio.
domenica 8 febbraio 2015
Questioni di gambe
by Robo
Due strane creature, di certo tra le più inusuali che si incontrano percorrendo le vie della foresta finirono per trovarsi, diciamo, faccia a faccia. Quella che proveniva da sinistra rizzó il capino per meglio vedere in chi si fosse imbattuta, mentre l'altra, che transitava da destra allungó un'antenna per cercare di carpire informazioni chimiche su chi gli sbarrava la strada. Sembrò loro di specchiarsi l'un l'altra: entrambe avevano un corpo allungato sostenuto da una doppia fila di corte zampette; in cima il capo era munito di lunghe antenne mobili. Ma era come se uno specchio deformasse alcuni particolari.
sabato 7 febbraio 2015
L'informatore (ancora)
Ispirato da Stefano (vedi post L'informatore) ho narrato un collage di mia realtà. Non è aulico affatto ma è ciò che succede davvero.
Robo
Sono trafelato. É tardi. Devo vedere questo medico poi ne ho un'altro a Cesena, poi una prenotazione "imperdibile" a Savignano, poi se ce la faccio mi fiondo a Forlì, poi... poi...
Entro. Saluto: "Buongiorno". Lo dico sempre, mi fa sentire più a posto essere formalmente cortese. "Uufh, eccone un altro..." una persona presente non riesce a trattenere il disappunto.
Io mi avvio verso il libercolo delle prenotazioni, lo afferro e lo stacco delicatamente dal braccio dell'attaccapanni cui è appeso tramite uno spago; poi vado a sedermi.
Mentre sfoglio lo faccio con gesti ampi, tengo la penna alzata per dare una qual certa solennità al mio fare, come per calcare sul fatto che sono lì in virtù di un diritto regolato, cosa vera peraltro. In caso di contestazioni sono pronto ad addurre le ragioni dell'ufficialità: "sono regolarmente prenotato secondo le regole sancite dal SUO medico".
Stavolta mi pare non ce ne sarà bisogno: "strano", penso, "di solito questo è un ambulatorio rognoso".
Robo
Sono trafelato. É tardi. Devo vedere questo medico poi ne ho un'altro a Cesena, poi una prenotazione "imperdibile" a Savignano, poi se ce la faccio mi fiondo a Forlì, poi... poi...
Entro. Saluto: "Buongiorno". Lo dico sempre, mi fa sentire più a posto essere formalmente cortese. "Uufh, eccone un altro..." una persona presente non riesce a trattenere il disappunto.
Io mi avvio verso il libercolo delle prenotazioni, lo afferro e lo stacco delicatamente dal braccio dell'attaccapanni cui è appeso tramite uno spago; poi vado a sedermi.
Mentre sfoglio lo faccio con gesti ampi, tengo la penna alzata per dare una qual certa solennità al mio fare, come per calcare sul fatto che sono lì in virtù di un diritto regolato, cosa vera peraltro. In caso di contestazioni sono pronto ad addurre le ragioni dell'ufficialità: "sono regolarmente prenotato secondo le regole sancite dal SUO medico".
Stavolta mi pare non ce ne sarà bisogno: "strano", penso, "di solito questo è un ambulatorio rognoso".
giovedì 5 febbraio 2015
L'informatore
Lo vedo laggiù’ in fondo, tra due lunghe file di macchine parcheggiate, figura sbilenca incappucciata da una corona di candidi capelli che scintillano nella luce del tramonto.
Arranca in precario equilibrio tra una grossa borsa sulla destra e un equivalente enorme sacchetto strapieno sulla sinistra, si muove con stanchezza verso la meta, che solo lui conosce, ma che, si vede anche da lontano, brama e desidera come un Ulisse la sua Itaca dopo mille odissee.
Anche per me e' stata una giornata pesante , ma qualcosa in quell'omino curvo sui propri pensieri mi stringe il cuore e comunica un bisogno di contatto umano che mi spinge ad avvicinarmi. Per cui lo raggiungo in pochi passi, e gli batto un dito sulla spalla con estrema cautela, scuotendolo dai mille profondi pensieri in cui si e' avvolto.
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Racconti
Stefano frigieri vive a Modena dove fa L'agente di commercio nel settore farmaceutico. Scrive da sempre, ma solo da poco ha provato a farlo a livello professionale. Un suo racconto ha vinto il concorso giovane Holden come miglior racconto inedito, e questo glia ha spalancato le porte dell'editoria e gli ha permesso di pubblicare il suo primo libro. Spera non sara' anche l'ultimo.
venerdì 30 gennaio 2015
Si fa presto a dire "insetto".
La scena inizia con l'urlo stridulo di una ragazza: "Iiiiiiiih! Che schifo!"
Al che giunge in suo aiuto il boyfriend: "Che c'è? Che hai visto?".
"Un orribile insetto, uno schifoso orribile insetto. Mi è corso davanti. Con tutte quelle zampette schifose!"
Ok, calma. La ragazza esagera, mica ha visto Alien, ma non è questo il punto: ha contato le zampette? Giusto per una questione di correttezza cladistica, ma non tutto ciò che è piccolo è corre è un insetto. Sì lo so in terminologia vernacolare un insetto è semplicemente una cosa piccola che corre, come un verme è una cosa oblunga senza gambe. Ma insetto è anche un termine scientifico, identifica uno specifica tipologia di piccoli animali che corrono o volano, da adulti. Parliamo un po' con la ragazza, il boy lo freezziamo.
Al che giunge in suo aiuto il boyfriend: "Che c'è? Che hai visto?".
"Un orribile insetto, uno schifoso orribile insetto. Mi è corso davanti. Con tutte quelle zampette schifose!"
Ok, calma. La ragazza esagera, mica ha visto Alien, ma non è questo il punto: ha contato le zampette? Giusto per una questione di correttezza cladistica, ma non tutto ciò che è piccolo è corre è un insetto. Sì lo so in terminologia vernacolare un insetto è semplicemente una cosa piccola che corre, come un verme è una cosa oblunga senza gambe. Ma insetto è anche un termine scientifico, identifica uno specifica tipologia di piccoli animali che corrono o volano, da adulti. Parliamo un po' con la ragazza, il boy lo freezziamo.
giovedì 22 gennaio 2015
Le Shaggs e il destino del mondo
(cortometraggio con velleita' esplicative)
Titoli di testa
Voce fuori campo ( sullo sfondo la sigla di Twilight Zone)
"Qual'e' la filosofia del mondo? Quale la spinta propulsiva che ci fa andare avanti nonostante tutto? Possiamo fermare la ruota del destino per farle prendere la direzione che vogliamo noi, e soprattutto qual'e' il motivo che ci spinge a farlo? Cosa ci distingue dalla bestia, dai suoi semplici bisogni primari, e che ci fa compiere il gesto artistico, piccolo o grande che sia, futile a volte ma che ci fa tanto bene all'anima?"
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Stefano frigieri vive a Modena dove fa L'agente di commercio nel settore farmaceutico. Scrive da sempre, ma solo da poco ha provato a farlo a livello professionale. Un suo racconto ha vinto il concorso giovane Holden come miglior racconto inedito, e questo glia ha spalancato le porte dell'editoria e gli ha permesso di pubblicare il suo primo libro. Spera non sara' anche l'ultimo.
martedì 13 gennaio 2015
Relitto fortunato
di Robo
Io sono in mobilità. Un mobile relitto del lavoro. Un relitto fortunato perché sposato ad un medico, perché senza la responsabilità di figli da mantenere, perché avvolto da una protezione familiare.
martedì 6 gennaio 2015
Befana Iperdronica
Drone Portapacchi, drone portapizza, drone portalibri.
Drone portacarbone. Arriva il sei di gennaio se hai fatto il cattivo.
Drone portadrone per i droni pigroni.
Drone in materiale riciclabile. Drone riciclato a natale.
Temo i greci, figuriamoci quando portano i droni!
Drone portacarbone. Arriva il sei di gennaio se hai fatto il cattivo.
Drone portadrone per i droni pigroni.
Drone in materiale riciclabile. Drone riciclato a natale.
Temo i greci, figuriamoci quando portano i droni!
domenica 4 gennaio 2015
La Tocofobia
Questa sconosciuta ed inquietante patologia: la paura della gravidanza e del parto
Dr.ssa Albonetti Alessia
Tocofobia deriva dal greco e significa parto, quindi, letteralmente, si traduce con “paura del parto”, ma non si conosce molto di questa condizione, neppure in campo medico.
Tuttavia, chi di noi non ha mai sentito di racconti di parti atroci, trasmessi di generazione in generazione, di complicazioni, di traumi, di morte legata al parto, questo, in tutti i paesi del mondo ed in tutte le epoche, anche nel nostro secolo, e tuttele donne, considerano il momento del parto come un ostacolo da superare, una tappa della vita dolorosa ed anche rischiosa.
sabato 3 gennaio 2015
Requiem per un Supereroe
Introito/Kyrie eleison
La figura avvolta in un bozzolo argentato avanza con lentezza sulla piattaforma inondata dai raggi di un tramonto sanguigno.
Passo dopo passo il suo avanzare si fa sempre più rallentato, il bozzolo sempre più informe e compatto, fino a bloccarlo in una posizione statuaria, una statua di puro metallo, come un monumento a se stesso, immobile e paradigmatico.
Tutto è metafora, tutto è in fondo incredibilmente crudele.
E' la fine di un'era?
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